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A proposito di (L)insanityIl mondo della NBA è stato colpito da un fulmine a ciel sereno, un fenomeno dagli occhi a mandorla che viene dritto dritto dalla Harvard University. Per quelli che hanno trascorso gli ultimi sette giorni sulla Luna, stiamo ovviamente parlando di Jeremy Shu-How Lin, per le masse che ogni giorno affollano il Madison Square Garden, semplicemente “Linsanity”. Ma prima di addentrarci nelle avventure “Off-Court” del ragazzino di Palo Alto, come nei migliori pranzi, cominciamo dall’antipasto; se poi l’antipasto risponde al nome di Ron Artest, pardon Metta World Peace, capite bene che il suddetto pranzo diventa sempre più succulento.Dopo un inizio di stagione in cui Coach Brown gli ha preferito nell’ordine Devin Ebanks e Matt Barnes, dopo aver riconquistato il ruolo da titolare in quintetto base, Metta World Peace si è tolto qualche sassolino dalla scarpa, e lo ha fatto a modo suo: vaneggiando. “Io provo sempre a vincere ma purtroppo il Coach è un uomo di statistiche. In passato è stato video coordinator, quindi dà moltissima importanza alle statistiche. Ron Artest (ebbene sì, parla in terza persona) invece dà molta importanza alle sensazioni. Nelle partite punto a punto va nel panico e non comprende il ritmo che abbiamo io, Fish, Kobe, Pau e Drew. Ci sono state partite in cui ho segnato 2 punti con 1/9 dal campo, e nonostante tutto abbiamo vinto. Quindi il Coach non deve aver paura di tenermi in campo nei minuti conclusivi; quando magari mi lascia in campo ha sempre paura che io possa sbagliare addirittura i tiri liberi. Coach non badare troppo alle statistiche!”. La risposta di Coach Brown è arrivata rapida e lapidaria e, onestamente, non poteva essere più efficace: “Se io fossi un uomo di statistiche, Metta non giocherebbe affatto. Se io badassi solo alle statistiche, sarei davvero un uomo frustrato. Ah, un ultima cosa, se io dovessi badare alle statistiche, direi che Metta è al 192esimo posto della classifica dei migliori difensori della Lega”. Aspettiamo con ansia la contro-risposta di Ron.Arriviamo ora a “L’uomo del momento”, Jeremy Lin. Tutti hanno parlato di lui, tutti gli appassionati del basket a stelle e strisce conoscono ogni singolo aspetto del suo gioco e della sua leggenda. Tra le varie declinazioni, quella che preferiamo e che più ci diverte, è associata (ancora una volta) al nome di Metta World Peace. A precisa domanda “Avete parlato di Lin negli spogliatoi”, Metta ha risposto da par suo: “Abbiamo parlato di lui? Certo che abbiamo parlato di lui. Credo che abbia bisogno di un taglio di capelli migliore. Non amo il suo stile. Cavolo, sei a New York, la capitale della moda, cambia il tuo taglio di capelli. Sei una star. Metti degli occhiali da sole e togli quei ridicoli occhiali da nerd. Metti occhiali da sole neri ed indossa dei pantaloni di pelle. Cambia il tuo stile”. Al che, il giornalista di CBSSport s’insospettisce e ritenendolo capace di qualsiasi cosa chiede: “Ron, ma tu indossi pantaloni di pelle?”. La risposta sembra uscita fuori da una commedia di Judd Apatow: “No, io non li metto, ma lui dovrebbe metterseli. È il classico tipo di ragazzo che dovrebbe indossare dei pantaloni di pelle, metti delle belle scarpe e cambia look. Sei Jeremy Lin cavolo! Anzi sai cosa ti dico? Lo sai? Butta via quei libri di legge (Lin ha studiato economia), smettila di leggere il New York Times ed inizia a comprare il Daily News. Quel giornale sì che è perfetto, mi piace perché ha le immagini a colori. Tira fuori la classe. Metti il berretto al contrario. Arriva all’allenamento con i pantaloni al contrario e dì a tutti ‘Oggi non ho voglia di allenarmi’. Allenamento? Ma metti una bella maglietta di Allen Iverson. Anzi arriva all’allenamento con un bel sigaro e dì a tutti ‘Ehi, io sono Jeremy Lin!’. Capito? Devi cambiare!”. Scusatemi, ma dopo questa dichiarazione di World Peace, credo che qualsiasi altra parola non reggerebbe il confronto.
Cioè ma sto Lin non giocava mai e in 2 giorni passa a titolare con una media di 25 punti e tanti assist?