Prendo spunto da questo aneddoto di Zidane su Davids. Secondo voi, quanti calciatori sentono davvero la gloria nel loro sport? Quando vengono sommersi, dal danaro e fama non perdono ogni valore? Vedete Davids cosa diceva su le partite importanti. Voi che dite? Possono miliardi cambiare la filosfia del tuo sport?.
Zinedine Zidane, in un'intervista rilasciata a "So Foot", parla dei primi mesi alla Juventus, quando, non ancora campione affermato ma fulgida promessa del calcio, fu vittima di alcuni episodi di "nonnismo": "Nello spogliatoio della Juve c’era un po’ di nonnismo. All’epoca portavo i calzini marca Achile, corti e appariscenti. Mio malgrado, ho scoperto che in Italia i calzini non devono mai essere corti o colorati. Alla fine di un allenamento li ho trovati tagliati a strisce e incollati sul mio armadietto. Mi hanno detto che i calzini, rigorosamente a tinta unita, si portavano a metà polpaccio. Non ho mai più indossato calzini Achile".
I primi mesi del francese a Torino non furono semplici: "Io ero anche quello che tagliava la pastasciutta, senza sapere che commettevo un grosso errore. Mi hanno fatto a pezzi! Giusto, è così che si apprende la cultura di un paese. Inoltre tutte le sere, verso le 19, ero in pigiama e mi sembrava normale. Ecco come era la mia vita a Torino".
Poi l'aneddoto della partita con gli immigrati insieme a Davids, prima degli allenamenti: "Non è una leggenda la storia che io mettessi un cappellaccio da pescatore per andare a giocare con gli immigrati, anche se l’ho fatto solo un paio di volte. Era Edgar a spingermi a farlo, lui ci andava matto e lo faceva molto spesso. Prendeva la macchina e appena vedeva qualcuno giocare in un parcheggio si fermava e si aggregava. Mi diceva sempre che dovevamo giocare per loro e che erano quelle le partite importanti".
fonte:http://sport.libero.it/calcio/1014624/zidane-nonnismo-alla-juve?refresh_ce