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Topic: Crisi Economica [CORONAVIRUS EDITION]  (Letto 350718 volte)

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Offline Diedorf

  • Degustatore di ananassi
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« Risposta #45 il: Agosto 30, 2011, 10:47:04 am »
Concordo con Caramon85.

Ci siamo giocati l'informatica, la chimica e la farmaceutica.

Il TPI realizzato dal WTO ci dice che l'Italia è il secondo Paese al mondo dopo la Germania per capacità competitiva. Copio uno stralcio di un articolo del Sole24Ore:

"Tuttavia, anche l'Italia si dimostra estremamente competitiva, piazzandosi nella graduatoria Unctad/Wto, come detto, per ben tre volte al primo posto, quattro volte al secondo e occupando anche una sesta posizione. Va precisato, poi, che a causa delle aggregazioni statistiche risulta particolarmente penalizzata la leadership dell'Italia nel mobile, comparto incluso dal Tpi nel macrosettore dei prodotti forestali e dei prodotti da essi derivati. Altrimenti emergerebbe un'ulteriore posizione di rilievo del nostro paese, che nel mobile è leader incontrastato in Europa"

Se pensiamo che l'Italia sia "bollita" sbagliamo. Siamo forti, anzi, siamo fortissimi nell'export. Ci penalizza solamente l'import energetico, altrimenti saremmo al top nella bilancia commerciale.

Nella prefazione al Rapporto Mercury di qualche anno fa (il principale rapporto sul turismo) veniva fatta un'analisi molto interessante che mostrava come il diverso calcolo statistico dei flussi facesse apparire l'Italia peggio rispetto alla realtà.

Escludendo il sommerso (che da noi è enorme) non riusciamo ad avere una visione serena e reale del nostro movimento turistico.
L'Italia in quel rapporto risultava la prima al mondo insieme alla Francia. Adesso forse le cose sono cambiate, ma non è che il nostro turismo sia tanto declinante. Sicuramente si potrebbe fare molto ma molto di più se pensiamo che la Spagna (bellissimo Paese, ma a "uallera e l'Italia") ha flussi enormi rispetto a ciò che può offrire come risorse di base.

Se fossi nei panni del Governo investirei forte nelle nanotecnologie, nelle biotecnologie, nella robotica (soprattutto medica) e nella smart grid. Tutti settori in cui siamo leader (talvolta indiscussi) del mercato mondiale. Siamo avanti, da soli o insieme ad altri, dobbiamo creare un gap competitivo e creare una nuova industria forte su questi settori innovativi.

Abbiamo dei punti di forza e dobbiamo cercare di aiutare e sostenere il loro sviluppo.

Altra aspetto fondamentale riguarda le reti d'imprese ed i distretti. Le PMI, se fanno rete competono anche con i big mondiali del settore, altrimenti declinano.

Sul fotovoltaico avevamo tutto per poterci imporre, ma ci siamo mossi tardi ed ora non è facile inserirsi in un business dominato da Cina e Germania.

@Demian88
Ho perso 6 anni di potenziali contributi in una serata, shit happens  :asd:




    Offline caramon85

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    « Risposta #46 il: Agosto 30, 2011, 11:03:32 am »
    Concordo con Caramon85.

    Ci siamo giocati l'informatica, la chimica e la farmaceutica.

    Il TPI realizzato dal WTO ci dice che l'Italia è il secondo Paese al mondo dopo la Germania per capacità competitiva. Copio uno stralcio di un articolo del Sole24Ore:

    "Tuttavia, anche l'Italia si dimostra estremamente competitiva, piazzandosi nella graduatoria Unctad/Wto, come detto, per ben tre volte al primo posto, quattro volte al secondo e occupando anche una sesta posizione. Va precisato, poi, che a causa delle aggregazioni statistiche risulta particolarmente penalizzata la leadership dell'Italia nel mobile, comparto incluso dal Tpi nel macrosettore dei prodotti forestali e dei prodotti da essi derivati. Altrimenti emergerebbe un'ulteriore posizione di rilievo del nostro paese, che nel mobile è leader incontrastato in Europa"

    Se pensiamo che l'Italia sia "bollita" sbagliamo. Siamo forti, anzi, siamo fortissimi nell'export. Ci penalizza solamente l'import energetico, altrimenti saremmo al top nella bilancia commerciale.

    Nella prefazione al Rapporto Mercury di qualche anno fa (il principale rapporto sul turismo) veniva fatta un'analisi molto interessante che mostrava come il diverso calcolo statistico dei flussi facesse apparire l'Italia peggio rispetto alla realtà.

    Escludendo il sommerso (che da noi è enorme) non riusciamo ad avere una visione serena e reale del nostro movimento turistico.
    L'Italia in quel rapporto risultava la prima al mondo insieme alla Francia. Adesso forse le cose sono cambiate, ma non è che il nostro turismo sia tanto declinante. Sicuramente si potrebbe fare molto ma molto di più se pensiamo che la Spagna (bellissimo Paese, ma a "uallera e l'Italia") ha flussi enormi rispetto a ciò che può offrire come risorse di base.

    Se fossi nei panni del Governo investirei forte nelle nanotecnologie, nelle biotecnologie, nella robotica (soprattutto medica) e nella smart grid. Tutti settori in cui siamo leader (talvolta indiscussi) del mercato mondiale. Siamo avanti, da soli o insieme ad altri, dobbiamo creare un gap competitivo e creare una nuova industria forte su questi settori innovativi.

    Abbiamo dei punti di forza e dobbiamo cercare di aiutare e sostenere il loro sviluppo.

    Altra aspetto fondamentale riguarda le reti d'imprese ed i distretti. Le PMI, se fanno rete competono anche con i big mondiali del settore, altrimenti declinano.

    Sul fotovoltaico avevamo tutto per poterci imporre, ma ci siamo mossi tardi ed ora non è facile inserirsi in un business dominato da Cina e Germania.

    @Demian88
    Ho perso 6 anni di potenziali contributi in una serata, shit happens  :asd:

    quoto.

    dirò ancora una cosa impopolare.
    Massimo rispetto e supporto a tutti gli operai in difficoltà in questo momento in Italia. un Paese che si dice civile deve garantire questo tipo di lavoro e supportare le famiglie in difficoltà.

    Purtroppo però se vogliamo essere un Paese di operai non possiamo competere con i Paesi emergenti dove la manodopera è più bassa. Mantenere le fabbriche in Italia finisce con l'essere un costo maggiore per le imprese e questo costo deve essere coperto dal governo. se i soldi non ci sono però diventa un problema.
    ma noi dobbiamo essere un Paese di specialisti.

    quando si sentono parole fluttuare nell'aria come "fuga di cervelli", " investire nella ricerca" etc etc in realtà stiamo ascoltando dei concetti potentissimi.

    Diedorf parla di nanotecnologie, biotecnologie, robotica (soprattutto medica). Ma vi rendete conto che se l'università di Trieste magari brevetta un rivoluzionario macchinario che consente di fare incisioni millimetriche per i trapianti a cuore aperto (ho assolutamente inventato e so che progetti del genere e macchinari del genere esistono già)? a parte che si può vendere la tecnologia all'estero producendo tanti soldi, poi si può subito partire con la produtzione vendendo appalti a aziende locali o attirare capitali stranieri che creano posti di lavoro per tutti.

    Il punto è che non dobbiamo mai smettere di investire sulle nostre eccellenze.
    Altra eccellenza banale ma molto importante italiana è il cibo, la ristorazione, gli chef. L'industria del vino se non mi sbaglio è stata tra le più fiorenti degli ultimi anni in italia.
    Inoltre non possiamo immaginare il valore del Grana...

    Il punto vero però è capire se il nostro governo sta tutelando queste eccellenze. questo non lo so.
    però se domani dovesse chiudere l'ennesima fabbrica tessile, in un mondo ideale non dovremmo disperarci perchè in quel settore è stupido andare a competere con i cinese, indiani o chi per loro. converrebbe dirottare questa manodopera specializzata su altri settori che i paesi in via di sviluppo non sanno fare.


    ps sui distretti delle piccole e medie imprese sono stati il motore della nostra crescita e allo stesso tempo il nostro freno però servirebbe anche lì un rimodernamento manageriale, non so se tu Diedorf sei d'accordo.

    pps, ricordo che citavi anche Prodi qualche post fa. anche lì io ho grossi dubbi sugli effetti di quello che è successo con l'IRI. io penso sia stato fatto tanto sicuramente ma la gestione delle privatizzazioni è stata scellerata, ha favorito la casta e ci ha fatto entrare nell'euro con un cambio troppo sfarovevole per quello che portavamo.

      Online La tecnica di Meret

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      « Risposta #47 il: Agosto 30, 2011, 11:04:43 am »
      Di male in peggio, si propone di non riconoscere il riscatto della Laurea (ma per determinati lavori devi essere laureato) e il periodo di servizio militare

      Ma porca trota, proprio ora che stavo per farlo :facepalm:

        Offline Diedorf

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        « Risposta #48 il: Agosto 30, 2011, 12:45:19 pm »
        ps sui distretti delle piccole e medie imprese sono stati il motore della nostra crescita e allo stesso tempo il nostro freno però servirebbe anche lì un rimodernamento manageriale, non so se tu Diedorf sei d'accordo.

        pps, ricordo che citavi anche Prodi qualche post fa. anche lì io ho grossi dubbi sugli effetti di quello che è successo con l'IRI. io penso sia stato fatto tanto sicuramente ma la gestione delle privatizzazioni è stata scellerata, ha favorito la casta e ci ha fatto entrare nell'euro con un cambio troppo sfarovevole per quello che portavamo.

        Sui distretti concordo con quanto dici, ci vuole un cambio di passo, ma l'individualismo e la miopia strategica è un male piuttosto comune nel nostro Paese.

        Sulla gestione Prodi all'IRI non sono critico. Era un'impresa molto complessa, per la prima volta veniva chiamato un economista a gestire l'IRI e Prodi si trovò ad affrontare una fase complessa, con risultati a mio modo di vedere abbastanza positivi. Le critiche ricevute per la vendita SME, IMHO, sono pretestuose. Il prezzo da alcuni fu ritenuto troppo basso, ma tutte le analisi davano un prezzo simile e Berlusconi all'epoca lo ritenne troppo elevato. Comunque SME non fu venduta ed il polo AgroAlimentare italiano non fu creato. In seguito fu venduta a pezzi per un valore più elevato, ma non sappiamo con un polo integrato cosa oggi potremmo avere.
        Sulle principali privatizzazioni Prodi ha avuto un ruolo marginale visto che sono avvenute in seguito, diciamo che il problema è più nel controllo che nella vendita.
        Sull'euro il cambio era quello, non inseguiamo la bestiale propaganda, chi sa far di conto e conosce i fatti stronca immediatamente questa bufala sul cambio sfavorevole.
        Noi nel 1992 uscimmo dallo SME e svalutammo la lira e solo con enormi sacrifici vi rientrammo per aderire poi all'Euro. La Lira aveva un rapporto di conversione con l'ECU di 1945 lire (vado a memoria) e spuntammo 1936,27 (che corrispondeva quasi alla parità col marco).
        Berlusconi parlava di 1.500 lire per un euro. O è stupido o mente sapendo di mentire. Questa cifra significava rivalutare la lira del 30% circa, ovvero svalutare tutte le altre monete per questo importo.
        Non ci vuole una laurea in economia per capire che è becera propaganda. Il cambio era quello ed il margine di trattativa era di massimo 10-20 lire (non 500 lire).
        Sul cambio c'è poco da discutere è una bufala, di più non si poteva fare.

          Online la vile strada maestra

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          « Risposta #49 il: Agosto 30, 2011, 12:57:53 pm »
          Intanto salta il contributo di solidarietà, mah...

            Offline caramon85

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            « Risposta #50 il: Agosto 30, 2011, 13:06:13 pm »
            Sui distretti concordo con quanto dici, ci vuole un cambio di passo, ma l'individualismo e la miopia strategica è un male piuttosto comune nel nostro Paese.

            Sulla gestione Prodi all'IRI non sono critico. Era un'impresa molto complessa, per la prima volta veniva chiamato un economista a gestire l'IRI e Prodi si trovò ad affrontare una fase complessa, con risultati a mio modo di vedere abbastanza positivi. Le critiche ricevute per la vendita SME, IMHO, sono pretestuose. Il prezzo da alcuni fu ritenuto troppo basso, ma tutte le analisi davano un prezzo simile e Berlusconi all'epoca lo ritenne troppo elevato. Comunque SME non fu venduta ed il polo AgroAlimentare italiano non fu creato. In seguito fu venduta a pezzi per un valore più elevato, ma non sappiamo con un polo integrato cosa oggi potremmo avere.
            Sulle principali privatizzazioni Prodi ha avuto un ruolo marginale visto che sono avvenute in seguito, diciamo che il problema è più nel controllo che nella vendita.
            Sull'euro il cambio era quello, non inseguiamo la bestiale propaganda, chi sa far di conto e conosce i fatti stronca immediatamente questa bufala sul cambio sfavorevole.
            Noi nel 1992 uscimmo dallo SME e svalutammo la lira e solo con enormi sacrifici vi rientrammo per aderire poi all'Euro. La Lira aveva un rapporto di conversione con l'ECU di 1945 lire (vado a memoria) e spuntammo 1936,27 (che corrispondeva quasi alla parità col marco).
            Berlusconi parlava di 1.500 lire per un euro. O è stupido o mente sapendo di mentire. Questa cifra significava rivalutare la lira del 30% circa, ovvero svalutare tutte le altre monete per questo importo.
            Non ci vuole una laurea in economia per capire che è becera propaganda. Il cambio era quello ed il margine di trattativa era di massimo 10-20 lire (non 500 lire).
            Sul cambio c'è poco da discutere è una bufala, di più non si poteva fare.

            Mente sapendo di mentire. tra l'altro non credo siano mai stati presentati studi che ne dimostrino la sostenibilità.

            Capisco tutto quello che dici e sono d'accordo che sul cambio sia stato fatto il possibile ma il mio pensiero agisce in modo retroattivo.
            io vedo tante ombre su quelle privatizzazioni. una concorrenza più sana e gestita meglio poteva arricchire di più il Paese e consentirgli di strappare un cambio migliore e non solo.
            Naturalmente è un pour parler, non è una critica vera e proprio al singolo visto che si deve essere trattato di un'impresa mastodontica. penso però che sia un'altra pagina strana di cosa poteva essere e non è stato.
            So che molte di queste considerazioni sono anche strumentalizzate, addirittura molti si lamentano dell'ingresso nell'euro e auspicavano una strategia attendista.

            Grazie cmq della risposta. ;)

              Offline caramon85

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              « Risposta #51 il: Agosto 30, 2011, 13:13:15 pm »
              Intanto salta il contributo di solidarietà, mah...

              e mancano 4 miliardi  in 3 anni ai conti...

              cmq la manovra è cambiata così tante volte che:
              a) mi perdo un sacco dipezzi consistenti
              b) se fossi Tremonti mi dimetterei. almeno l'ha spuntata sull'IVA.

              Nessun ritocco dell'Iva, la cui modifica sarà affrontata nell'ambito della delega fiscale (passa quindi la linea Tremonti), cancellazione del contributo di solidarietà che sarà sostituito da nuove misure fiscali (si parla di una tassazione del 5%) su intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive e da una riduzione delle norme di vantaggio fiscale previste per le società cooperative. E ancora mini-intervento sulle pensioni, con la soglia fissata a 40 anni di contributi considerando «gli anni effettivi di lavoro». Mentre sulle province confermata la soppressione tout court come pure il dimezzamento dei parlamentari: entrambe le misure saranno però oggetto di un ddl costituzionale.

              fonte: sole24ore
              « Ultima modifica: Agosto 30, 2011, 13:17:31 pm da caramon85 »

                Offline Diedorf

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                « Risposta #52 il: Agosto 30, 2011, 13:30:55 pm »
                La strategia attendista non era un'idea tanto stupida, perchè l'Italia si era da poco ripresa, solo che entrarono anche Grecia, Spagna e Portogallo e rimanerne fuori sarebbe stato molto molto duro e poi gestire la lire non sarebbe stato facile.

                L'Euro, inoltre, ci ha dato una grossa mano sul piano della competitività, IMHO, perchè così facendo si diceva basta alla svalutazione competitiva. Le nostre imprese quando le cose andavano male sapevano che svalutando la lira avrebbero vinto grazie ai prezzi vantaggiosi, con l'Euro hanno dovuto imparare a competere in maniera sana.

                Concordo che le privatizzazioni andavano fatte meglio, ma non è la cessione che mi lascia perprello, ma il controllo. Se le Autostrade le cedi a Benetton o a Pincopallo, purchè le paghino il giusto (e mi pare che bene o male ciò sia avvenuto), non mi interessa, ma è importante che gli organi di controllo abbiano un forte potere sanzionatorio che costringa i nuovi acquirenti a rispettare le regole. Nel Paese del conflitto d'interessi diffuso (Berlusconi è la punta dell'iceberg, ma è ovunque) ciò non è mai avvenuto.

                Il mio principale rammarico è che dal 2001 al 2006 ci sia stato Berlusconi al governo. Sarebbe bastato gestire in maniera diversa l'ingresso nell'Euro, con una politica molto meno populista e liberista e molto più votata al riequilibrio dei conti (sfruttando la potenza e la stabilità della nuova moneta) per ridurre drasticamente il rapporto debito/PIL. Non mi interessa chi al suo posto, destra, sinistra, centro, tecnici, solo qualcuno meno populista è più accorto ai conti. Invece ha dilapidato tutto il credito proveniente dall'euro.

                Avremmo avuto un'Italia più facile da gestire, ma è inutile piangere sul latte versato, c'è sempre tempo per rimediare.

                Non capisco perchè per eliminare le Province c'è bisogno di una norma di rango costituzionale.
                Per gli anni di militare e di studio è piuttosto scandaloso ciò che è stato pensato. Un medico potrebbe perdere 12-13 anni di possibili contributi (1 di militare 6 per la laurea e 6 per la specializzazione).Io ne perdo 6, un mio caro amico ne perde 10.
                Mi sembra una norma fatta da chi vogli penalizzare la cultura, chi studia non può lavorare seriamente durante quegli anni ed oltre a subire il danno dei mancati guadagni (mentre magari gli amici lavorano e spendono) deve subire anche la beffa del mancato riconoscimento.

                Ricollegandoci al discorso di prima, non mi sembra questo il modo per creare una nazione di lavoratori specializzati.

                  Online demian88

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                  « Risposta #53 il: Agosto 30, 2011, 23:25:57 pm »
                  La strategia attendista non era un'idea tanto stupida, perchè l'Italia si era da poco ripresa, solo che entrarono anche Grecia, Spagna e Portogallo e rimanerne fuori sarebbe stato molto molto duro e poi gestire la lire non sarebbe stato facile.

                  L'Euro, inoltre, ci ha dato una grossa mano sul piano della competitività, IMHO, perchè così facendo si diceva basta alla svalutazione competitiva. Le nostre imprese quando le cose andavano male sapevano che svalutando la lira avrebbero vinto grazie ai prezzi vantaggiosi, con l'Euro hanno dovuto imparare a competere in maniera sana.

                  Concordo che le privatizzazioni andavano fatte meglio, ma non è la cessione che mi lascia perprello, ma il controllo. Se le Autostrade le cedi a Benetton o a Pincopallo, purchè le paghino il giusto (e mi pare che bene o male ciò sia avvenuto), non mi interessa, ma è importante che gli organi di controllo abbiano un forte potere sanzionatorio che costringa i nuovi acquirenti a rispettare le regole. Nel Paese del conflitto d'interessi diffuso (Berlusconi è la punta dell'iceberg, ma è ovunque) ciò non è mai avvenuto.

                  Il mio principale rammarico è che dal 2001 al 2006 ci sia stato Berlusconi al governo. Sarebbe bastato gestire in maniera diversa l'ingresso nell'Euro, con una politica molto meno populista e liberista e molto più votata al riequilibrio dei conti (sfruttando la potenza e la stabilità della nuova moneta) per ridurre drasticamente il rapporto debito/PIL. Non mi interessa chi al suo posto, destra, sinistra, centro, tecnici, solo qualcuno meno populista è più accorto ai conti. Invece ha dilapidato tutto il credito proveniente dall'euro.

                  Avremmo avuto un'Italia più facile da gestire, ma è inutile piangere sul latte versato, c'è sempre tempo per rimediare.

                  Non capisco perchè per eliminare le Province c'è bisogno di una norma di rango costituzionale.
                  Per gli anni di militare e di studio è piuttosto scandaloso ciò che è stato pensato. Un medico potrebbe perdere 12-13 anni di possibili contributi (1 di militare 6 per la laurea e 6 per la specializzazione).Io ne perdo 6, un mio caro amico ne perde 10.
                  Mi sembra una norma fatta da chi vogli penalizzare la cultura, chi studia non può lavorare seriamente durante quegli anni ed oltre a subire il danno dei mancati guadagni (mentre magari gli amici lavorano e spendono) deve subire anche la beffa del mancato riconoscimento.

                  Ricollegandoci al discorso di prima, non mi sembra questo il modo per creare una nazione di lavoratori specializzati.
                  :clapclap:



                    Offline Diedorf

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                    « Risposta #54 il: Agosto 31, 2011, 00:31:10 am »
                    Rileggendo i miei post mi accorgo che scrivo certe "vongole" clamorose. A volte si vede che sono errori di battitura e refusi, ma talvolta sono talmente clamorosi che mi agitano.

                    Come si può scrivere perprello per perplesso?  :facepalm:

                      Offline caramon85

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                      « Risposta #55 il: Settembre 02, 2011, 14:48:34 pm »
                      Concordo che le privatizzazioni andavano fatte meglio, ma non è la cessione che mi lascia perprello, ma il controllo. Se le Autostrade le cedi a Benetton o a Pincopallo, purchè le paghino il giusto (e mi pare che bene o male ciò sia avvenuto), non mi interessa, ma è importante che gli organi di controllo abbiano un forte potere sanzionatorio che costringa i nuovi acquirenti a rispettare le regole. Nel Paese del conflitto d'interessi diffuso (Berlusconi è la punta dell'iceberg, ma è ovunque) ciò non è mai avvenuto.

                      d'accordo.
                      la casta anzi la cricca dei cda è un altro problema endemico del Paese che danneggia vistosamente la competitività sul mercato e l'appetibilità per capitali esteri.

                        Online demian88

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                        « Risposta #56 il: Settembre 10, 2011, 16:19:59 pm »
                        Rileggendo i miei post mi accorgo che scrivo certe "vongole" clamorose. A volte si vede che sono errori di battitura e refusi, ma talvolta sono talmente clamorosi che mi agitano.

                        Come si può scrivere perprello per perplesso?  :facepalm:
                        Secondo te all'orizzonte si prepara una ulteriore nuova manovra?



                          Offline Diedorf

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                          « Risposta #57 il: Settembre 11, 2011, 13:25:13 pm »
                          Spero ci sia un nuovo governo (tecnico) che possa prendere decisioni dure, ma eque.

                            ziofrank1974

                            • Visitatore
                            « Risposta #58 il: Settembre 11, 2011, 13:33:50 pm »
                            Io spero invece in un cambio radicale del sistema.....questo che ci ritroviamo fa troppo schifo per poter sperare in meglio.......la manovra è una cosa semplicemente abominevole e vergognosa, non c'è nessun barlume e straccio di provvedimento per la ripresa......se vogliono mandarci in mezzo ad una strada, ci sono quasi.......negli USA si abbina il rigore a provvedimenti per lo sviluppo. Il Presidente Obama dopo i sacrifici resisi necessari, per il pesante debito pubblico, adesso rilancia.......non capisco perchè sia così tanto difficile fare altrettanto anche da queste parti. Tanto più che se adesso aumenta l'imposizione fiscale, paradossalmente la riduzione dei consumi, ridurrà il gettito perchè come al solito salari e pensioni sono rimasti fermi ai livelli di quasi 15 anni fa, quando invece i prezzi sono più che raddoppiati. Continuo a pensare che abbiamo degli incapaci a gestire la politica economica del paese e che non sarebbe affatto una cattiva cosa uscire dall'Euro.

                              Offline Diedorf

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                              « Risposta #59 il: Settembre 11, 2011, 14:08:41 pm »
                              O l'euro implode o uscirne per noi sarebbe improponibile (come costo).

                              Il nostro debito pubblico (in euro) dovrebbe essere convertito secondo il nuovo rapporto di cambio nella nuova lira, rendendolo inservibile. La nostra uscita dall'euro sarebbe accoppiata, per forza di cose, al ripudio del debito.

                              Ricordo che gran parte del debito pubblico italiano è nelle mani degli italiani.
                              Bot, Btp, CCT, CTZ, buoni fruttiferi postali, sarebbero tutti persi (in tutto o in parte).

                              Chi detiene denaro sui C/C nazionali vedrebbe il proprio denaro svalutarsi da un giorno all'altro e solo una manovra criminale (stile Argentina) costringerebbe le persone a dover convertire in maniera forzosa tutti i loro soldi nella nuova moneta. Come al solito pagherebbero i più deboli, visto che i benestanti è ragionevole credere che abbiano investito denaro in maniera diversificata e non perdano tutto il loro denaro.

                                 

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