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Non per impicciarmi dei fatti tuoi, ma hai 26 anni e se parli di voler trascorrere 6-7 anni in luoghi paradisiaci allora vuoi dire che hai messo da parte oltre 150 mila euro in, suppongo, 6-7 anni di lavoro.In luoghi paradisiaci, tra fitti e costo della vita, penso che quanto meno 2000€ al mese dovrai metterli in conto... Parliamo di 24 mila euro annui e se li moltiplichiamo per 7 arrivi a quasi 170 mila euro. Inviato dal mio ANE-LX1 utilizzando Tapatalk
detto che il problema ultimamente non sono i "padroni" delle aziende che ormai quasi non esistono più ma che comunque rischiano il prorpio ma i grandi "manager" che hanno stipendi enormi rischiando col culo degli altri
Il problema fondamentale è che se uno parte da zero o poco più su,dipendente significa - appunto - inizialmente schiavo per una graduale "liberazione",l'imprenditore è simile, perché schiavo sei comunque essendo inizialmente una partita iva con pochi capitali e pochissimi dipendenti,se non solo te stesso.Io ho fatto solo il dipendente dopo la laurea: a dicembre "festeggio" i 10 anni di lavoro dipendente, sono riuscito in questi 10 anni a creare una discreta rete professionale e a raddoppiare (a voler essere precisi più del doppio) il mio salario che inizialmente era da ritenersi basso e comunque non sufficiente per una vera indipendenza economica. Il progresso salariale è andato di pari passo con una crescita di responsabilità (a inizio lavoro non firmavo nulla, non potevo andare in galera, oggi invece se ci fosse qualche guaio, bhe mi servirebbe un buon avvocato) e una riduzione del tempo effettivo di lavoro e dello stress mentale tecnico, sostituito da quello organizzativo e dalla gestione dei rapporti e delle risorse. Sintesi: guadagno il doppio, lavoro la metà, ma ho molte responsabilità.Non ho mai pensato all'alternativa, cioè aprire la partita IVA nel mio ambito professionale, in quanto ero a zero su tutto appena laureato: non avevo una mia auto, non avevo esperienza lavorativa pratica, non avevo capitali, non avevo contatti: dove cazzo mi avviavo?Posso dire dunque che il percorso da dipendente sia stato difficile ma non "troppo difficile", alla fine con un po' di impegno sono riuscito a migliorare nettamente la mia posizione e la qualità della vita. Potrei dire le cose che dicono tutti al mondo:1) Per il lavoro che svolgo, meriterei di più.2) Per il percorso che ho affrontato, meriterei di piùetc.Ma ha senso oggi?Come già puntualizzato da qualcuno, non esistono più le "masse operaie" siamo tante figure molto diverse l'una dalle altre e ognuno prova a collocarsi al meglio.Io conosco operai specializzati che lavorano da soli 4 giorni a settimana e stanno da dio, e conosco gente col posto fisso a un passo dal suicidio, altri operai messi davvero male che lavorano per sciacalli, e conosco anche impiegati che non fanno veramente un cazzo, sia nel privato sia nel pubblico, distinzione che in Italia lascia il tempo che trova, visto che i privati ciucciano dalla mammella pubblica come non mai.L'unica cosa che accomuna tutti, ed è un dato incontrovertibile, è la tassazione.Basterebbe poco, portare che so il cuneo sotto un tetto massimo del 30% per tutti i redditi sono 100k, per avere un aumento dei consumi e del benessere socioeconomico. Non di certo la flat tax per chi sta sopra 100k non diciamo stronzate.In ogni caso io mi ritengo abbastanza soddisfatto, perchè ho dovuto sviluppare il mio percorso di studi+lavoro nel periodo 2007-2022, cioè 15 anni di crisi, tasse, covid, guerre: mi ritengo un sopravvissuto, che in quanto tale vive pure bene.
Ma questo è un errore di chi poi sceglie il manager incapace che ti manda un'azienda sotto sopra ... Molti sinistrati ebeti pensano che basti avere soldi per fare altri soldi, ma non è così. Anche investire del denaro per fare impresa è un lavoro e bisogna saperlo fare. Molto più difficile del dipendente che fa cose, sempre e solo quelle ...Tra le mansioni dell'imprenditore c'è anche quella di scegliere le giuste professionalità e molto spesso, udite udite, non sono i figli o i parenti ...
Non per impicciarmi dei fatti tuoi, ma hai 26 anni e se parli di voler trascorrere 6-7 anni in luoghi paradisiaci allora vuoi dire che hai messo da parte oltre 150 mila euro in, suppongo, 6-7 anni di lavoro.In luoghi paradisiaci, tra fitti e costo della vita, penso che quanto meno 2000€ al mese dovrai metterli in conto... Parliamo di 24 mila euro annui e se li moltiplichiamo per 7 arrivi a quasi 170 mila euro.
se parliamo di grandi aziende sono scelte politiche (non intese come politica veria ma di equilibri tra le grandi famiglie economiche o gruppi di azionisti)Grosso del problema è di fondo: non esistono più singoli proprietari quindi come si incentiva a far bene i dirigenti? con i premi, premi che per ovvi motivi sono a relativamente breve termine non a lunga visione. ES sei la fiat tu vuoi triplicare gli utili ora? bene licenzi tutto il gruppo ricerca, investi solo nell'immediato, vendi i tuoi migliori brevetti e investi 0 in innovazione, risultato a breve (2-3 anni) grandi profitti grossi bonus ai manager e in 10 anni sei fuori dal mercato
Perchè al di là delle puttanate che scrivi qua sopra sei una persona in gamba ed hai messo a frutto le tue capacità, quindi non hai bisogno di lamentarti e poco te ne frega se chi sta sopra di te quadagna tre volte il tuo stipendio, visto che quello che hai già ti soddisfa ...Chi si lamenta è spesso chi nella vita non è riuscito e invece di farsi due domande sulle sue capacità dà la colpa al resto del mondo ...
Buonasera bella gente, Non voglio aprire un confronto se è più una chiavica l'imprenditore o il dipendente ma condividere un pensiero con voi che alla fine tra un nick e l'altro comunque virtualmente ci sappiamo da una decina d'anni se non più. Io ormai da qualche mese ho cambiato lavoro, dieci volte peggio dal punto di vista umano/10 volte meglio dal punto di vista remunerativo ma Nun tengo cchiu na vita nel vero senso della parola. A parte questo il pensiero che ultimamente mi assale è ma se lui (il datore ) ha fatto i miliardi dei miliardi perché io mi devo "accontentare" dello stipendio seppur alto ( anche se ormai ho visto che più entrano e più escono). A voi sta voce nel cervello non viene? Cioè alla fine me facc solo io sto problemi?
Ripeto la situazione oggi è molto specifica, quasi individuale, non per la questione capitalistica o neoliberale, bensì per l'elevato grado di specializzazione raggiunta in qualsiasi settore, che non può che essere un bene per quanto sia molto complessa da gestire.Rimanendo nel merito del topic, e rispondendo pure a GPP-Giuseppe, per quanto mi riguarda, urge detassare il più possibile (senza voli pindarici ovviamente) i lavoratori dipendenti e indipendenti. La riduzione del 2022 è un inizio ma va resa più credibile nella distribuzione e più impattante in punti percentuali.L'unico fronte comune, politicamente sensibile e tangibile, da nord a sud, che aiuta il giovane commercialista brianzolo e il commesso napoletano, è quello della detassazione, nel senso di concreta e proporzionale riduzione che porti soldi freschi in tasca senza stravolgimenti.Questo è quello che serve nel breve periodo, nel medio dovrebbero cominciare a dirci, posto che con meno tasse si lavora con più piacere perchè si guadagna di più, quando smetteremo (= pensione).Perché ad oggi dal sito dell'INPS apprendo che il mio turno sarà a 70 anni, quindi significa in tutto 46 anni di lavoro più 24 anni di studio dall'asilo alla laurea.Una prospettiva non proprio incoraggiante visto che l'aspettativa media di vita è circa 80 anni, a meno che la medicina non cominci a svoltare sul serio cacciando fuori cure serie che portano a 120-130 anni in buone condizioni
Qui andiamo sul grosso, io mi riferisco sempre a piccole medie imprese dove chi gestisce è il titolare che ha investito i suoi soldi.E comunque, anche parlando di grosse aziende come la fiat, nel momento in cui sei costretto a licenziare il personale, anche se mi porti profitti nelbreve, non hai fatto un buon lavoro. A menochè non mi dimostri che quel personale era un ramo secco ed improduttivo ...
Per curiosita`, vai oltre i 3.000 netti?