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guarda che non sono l'unico che sostiene questa cosa.la meritocrazia e' un concetto semplice, i tifosi non c'entrano.faccio bene? vengo premiato con + soldi.faccio male? ne prendo meno.easy.
in parte e' vero, in parte pero' se Albinoleffe e Benevento si stanno giocando il campionato di serie A all'ultima giornata, faranno un gozziliardo di spettatori lo stesso, non credi?
C'è la quota fissa per loro, club che con la contrattazione privata non vedrebbero certe cifre nemmeno con il binocolo
intendevo dire che se delle squadre con pochi tifosi si trovano in posizioni di vertice allora ci saranno comunque un certo numero di persone che guardera' le loro partite importanti
Sinceramente non saprei, anche perchè alcuni elementi potrebbero essere indipendenti fra loro.Ad esempio il calcio inglese è una superpotenza, ma la nazionale non ottiene risultati, quello spagnolo ha vinto qualcosa grazie alla generazione di fenomeni, ma aspettiamo che Xavi ed Iniesta diventino vecchi e poi vediamo se il palleggio risulta vincente o torna di moda il calcio fatto di ripartenze e grande difesa. Il calcio tedesco è in forte ascesa è quello che socialmente è più equo, il più seguito ed il più equilibrato, ma quand'è l'ultima volta che una formazione tedesca ha vinto la Champions?E' difficile dire cosa sia conveniente. Direi anche che la crisi del calcio italiano è soprattutto la crisi delle tre big. Calciopoli ha distrutto la Juve e le sostitute non sono quasi mai state all'altezza del ruolo. Il Milan è tornata ad investire qualcosina solo nell'ultima estate e per motivi elettorali, mentre l'Inter ha vinto con una formazione di soli stranieri. Questa situazione, IMHO, ha condotto ad una perdita di posizioni nel ranking europeo (anche perchè per noi la EL è un peso e non una coppa da vincere) ed all'impossibilità di creare un "blocco" per la nazionale. Alla fine, di solito, i mondiali le formazioni europee tendono a vincerli con i blocchi (blocco Juve, blocco Barca, blocco Bayern etc.).Non vedo grosse leve nelle mani della federazione, sono i club che devono cambiare mentalità, la federazione non può costringerle a puntare sui vivai o a costruire infrastrutture che creino reddito.A me piacerebbe un modello tedesco. Stadi moderni, ma accessibili a tutti (non cari come quelli inglesi) e risorse distribuite in maniera più equa. Logicamente le formazioni maggiori comunque restano favorite grazie al maggior bacino d'utenza che genera comunque ricavi superiori, ma i campionati possono diventare più equilibrati. E' un business, ma è anche uno sport, se dimentichiamo totalmente i suoi valori (che incorporano a mio avviso il merito) allora diamo anche un segnale sbagliato alla nazione. Ma questa è un'opinione un po' ammantata di idealismo.
quoto diedorf,per me il modello tedesco è quello da seguire...(non da copiare) e adattarlo al calcio italiano..1)l'inglese sta pieno di debiti,gli stadi sono cari(esperienza personale)..e come se ci fosse un san paolo solo a tribuna posillipo 2)lo spagnolo come ha detto il buon diedorf è fatto di 2 campionati(barcellona-real e poi resto del mondo) hanno dei diritti tv peggio dei nostri3)tedesco bueno,ho visto la partita nella "curva" del borussia,quel muro giallo(è la mia squadra in germania)..e i prezzi sono accessibili...