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Topic: Brexit [23 giugno]  (Letto 29953 volte)

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Online la vile strada maestra

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« il: Giugno 14, 2016, 14:52:10 pm »
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Si vota tra soli 9 giorni. Sondaggi e intenzioni di voto sono molto confusi e poco chiari fino ad ora. L'impressione è che si tratterà in ogni caso di una vittoria risicata, per ora il fronte pro Brexit sembra in vantaggio (secondo un sondaggio dell'Independent addirittura di 10 punti percentuali). Dal punto di vista economico è invece certo che nel breve periodo l'effetto sarà pesantemente recessivo per la Gran Bretagna (e contestualmente causare un nuovo referendum per l'indipendenza in Scozia, dove sono europeisti). Per l'UE si tratta di acque completamente inesplorate e sconosciute, non si possono far pronostici perché non ci sono precedenti da prendere a paragone. C'è anche chi spera nella vittoria del leave sostenendo il rafforzamento dell'UE :asd:. Politicamente Cameron si sta giocando la sua stessa vita, invece. Anche perché potrebbe essere sbranato sia in caso di sconfitta che di vittoria - in questo caso, dal suo stesso partito.

Qui un ottimo articolo riepilogativo del sole24ore che accenna anche a situazioni delicate e difficili da trattare come la questione irlandese: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-06-08/due-settimane-referendum-brexit-tutto-quello-che-c-e-sapere-152655.shtml?uuid=ADzKFRY&refresh_ce=1

Citazione
LONDRA - Tra due settimane esatte si terrà il referendum che deciderà se la Gran Bretagna resterà parte dell'Unione Europea oppure divorzierà da Bruxelles. Con l'avvicinarsi del voto il dibattito si fa sempre più aspro, mentre l'esito resta molto incerto, come mostrano gli ultimi sondaggi. Facciamo un passo indietro per ricordare come si è arrivati a questo referendum che tiene l’Europa e i mercati con il fiato sospeso, quali sono i temi più importanti e quali le possibili conseguenze di un voto a favore di Brexit, cioè dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

 Perché la Gran Bretagna ha optato per un referendum sulla Ue?
Il premier David Cameron aveva promesso di indire un referendum per «dare al popolo una voce» su una questione che da decenni divide il partito conservatore e che più di recente ha portato al successo di Ukip, il partito anti-Ue e anti-immigrazione. Dando ai cittadini britannici la possibilità di esprimere la loro opinione sulla Ue per la prima volta dal 1975, quando avevano votato a favore di quella che allora era la Comunità europea, Cameron sperava di placare gli euroscettici nel suo partito. Invece le divisioni si sono accentuate anche all'interno del Governo, con ministri schierati su fronti opposti.

Come si terrà il referendum?
Le urne saranno aperte dalle 7 alle 22 di giovedi 23 giugno, mentre il voto postale è già avvenuto. Gli elettori dovranno rispondere alla domanda: «La Gran Bretagna dovrebbe restare membro dell'Unione Europea o lasciare l'Unione Europea?» e mettere una croce sulla casella prescelta. Possono votare tutti i cittadini britannici, irlandesi o dei Paesi del Commonwealth che hanno la residenza in Gran Bretagna, ma non i residenti cittadini di altri Paesi Ue. Non c'è un'affluenza minima, e vincerà la parte che ottiene anche un solo voto più dell'altra.

Chi è a favore di restare?
Il premier David Cameron, il cancelliere dello Scacchiere George Osborne e il ministro dell'Interno Theresa May, e circa metà dei deputati conservatori. La grandissima maggioranza dei deputati laburisti, l'intero partito liberaldemocratico e i Verdi. Il partito gallese Plaid Cymru e lo Scottish Nationalist Party. Tories, laburisti, verdi e libdem hanno fatto campagna insieme e riconoscono Stronger in Europe come movimento ufficiale dei sostenitori di Remain. La Cbi, la Confindustria britannica, le multinazionali e la maggioranza delle grandi imprese vogliono restare.

 Chi è a favore di Brexit?
Ukip e i quattro milioni di persone che hanno votato per il partito di Nigel Farage nelle elezioni dello scorso anno. Circa metà dei deputati conservatori, tra i quali l'ex sindaco di Londra Boris Johnson, il ministro della Giustizia Michael Gove e altri quattro ministri; una decina di deputati laburisti e il Democratic Unionist Party dell'Irlanda del Nord. Il fronte pro-Brexit è più diviso, con diversi movimenti come VoteLeave e Grassroots Out. Ukip fa campagna da solo. Molte piccole e medie imprese sono a favore di Brexit, così come gli hedge fund.
Cosa succede in caso di vittoria del fronte Brexit?
In base all'articolo 50 del Trattato sull'Unione Europea, che contempla il ritiro volontario di un Paese membro dalla Ue, iniziano i negoziati tra Bruxelles e Gran Bretagna e il periodo di transizione durerà due anni. La Gran Bretagna deve continuare a rispettare le regole Ue ma non avrà più una voce in capitolo. Tutto quindi resta ‘congelato' fino alla conclusione delle trattative, che però si prevede dureranno ben oltre il 2018.

Cosa succederà a un turista o lavoratore italiano dopo Brexit?
Nell'immediato nulla, fino a quando durerà il periodo di transizione e verranno stabilite le nuove regole. Chi ha già la residenza in Gran Bretagna non avrà problemi. Nella peggiore delle ipotesi se vincerà la linea di Ukip e verranno imposte restrizioni alla circolazione dei cittadini Ue, i non residenti dovranno ottenere un visto per vivere e lavorare in Gran Bretagna. L'ipotesi è però improbabile, perchè avrebbe contraccolpi negativi anche per i due milioni di cittadini britannici che vivono in altri Paesi europei.

 Quali saranno le nuove regole sull'immigrazione in Gran Bretagna?
Impossibile prevederlo, perchè dipende da che tipo di accordo verrà stabilito. Lo schieramento pro-Brexit ha promesso di limitare l'immigrazione dalla Ue, omologando i cittadini Ue ai cittadini extra-Ue che devono richiedere il visto, e introducendo un sistema a punti come quello in vigore in Australia. Se però la Gran Bretagna vorrà restare parte del libero mercato e vuole la libera circolazione dei beni allora dovrà accettare anche la libera circolazione delle persone, come ad esempio ha dovuto fare la Svizzera pur non essendo parte della Ue.

Quale sarà l'impatto di Brexit sull'economia?
Tutti concordano che l'impatto immediato sarà negativo, con una ricaduta sulla sterlina e sui mercati finanziari. Il fronte pro-Brexit ritiene che superata la fase iniziale l'economia britannica ripartirà alla grande e Londra resterà il centro finanziario d'Europa, libera dalle regole imposte da Bruxelles. Il fronte Remain invece, sostenuto dal Fondo monetario internazionale, dall'Ocse e dagli uffici studi delle maggiori banche, afferma che il danno all'economia sarà permanente, con brusco calo del Pil, crollo degli investimenti e dell'export. Tre milioni di posti di lavoro sono direttamente collegati agli scambi commerciali con la Ue.

 Quale sarà l'impatto di Brexit sul Regno Unito?
La Scozia, fortemente filo-europea, chiederà un secondo referendum che questa volta potrebbe portare all'indipendenza. Però non è una prospettiva immediata, dato che l'Snp al Governo ha perso la maggioranza assoluta e che il crollo del prezzo del petrolio ha indebolito l'economia scozzese. La situazione si prospetta più grave per l'Irlanda del Nord, dato che i trattati di pace tra protestanti e cattolici prevedono la libera circolazione delle persone all'interno dell'isola. Il fronte pro-Brexit si è impegnato a mantenere la libera circolazione interna, ma questo costringerebbe a controlli all'immigrazione all'uscita dall'Irlanda che sarebbero complessi e politicamente delicati.

Quale sarà l'impatto di Brexit sulla Ue?
Gli esperti prevedono un impatto negativo per l'economia europea, che nella peggiore delle ipotesi potrebbe scivolare di nuovo verso la recessione. Il contraccolpo sarà grave soprattutto per l'economia irlandese, che è strettamente connessa a quella britannica. Il rischio maggiore è però politico. Brexit darebbe la carica ai partiti anti-Ue in altri Paesi europei che potrebbero volere seguire le orme della Gran Bretagna, anche se realisticamente solo Svezia e Danimarca potrebbero uscire. L'uscita di un Paese dell'eurozona sarebbe infatti troppo complessa e destabilizzante.

 Ci sono precedenti?
No, è terra incognita. Nessun Paese sovrano ha mai lasciato la Ue. L'unico precedente è la Groenlandia, che nel 1982 dopo avere ottenuto maggiore autonomia dalla Danimarca ha tenuto un referendum. Il 52% ha votato a favore di lasciare e dopo un periodo di negoziati la Groenlandia è uscita.

Quando si sapranno i risultati del referendum?
Data l'incertezza del risultato, per ora non sono previsti exit poll. Il conteggio dei voti inizierà subito dopo la chiusura delle urne giovedì 23 giugno alle 22 (le 23 in Italia) e si prevede che i primi risultati verranno annunciati dall'una di notte in poi. L'annuncio ufficiale del risultato nazionale verrà fatto al Municipio di Manchester la mattina del 24 giugno.

Brexit è una strada senza via di ritorno?
Il risultato del referendum non è vincolante fino a quando il Parlamento avrà approvato le leggi che permettono l'uscita. Se Brexit vince di stretta misura, in teoria la maggioranza dei deputati potrebbe intervenire per bloccare l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue, ma è un'ipotesi improbabile perchè viola il principio chiave che il Parlamento deve rispettare la volontà degli elettori.

Mi piacerebbe sapere da qualcuno che vive in UK (Hank purtroppo è scomparso :abbracc:), come ayeye, l'aria che tira (cit.)

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    « Risposta #1 il: Giugno 14, 2016, 14:58:19 pm »
    mi gioco 100 euro che vincerà l'europa per pochi punti come in austria... BROGLIE ELETTORALI A GO GO come in francia dalla le pen, in italia contro il governo belusconi e in austria contro l'estrema destra... L'UNIONE SOVIETICA EUROPEA non ammette ripensamenti.

    io tiferò er l'uscita, sono anti europeista, anti euro e anti politica comune (che poi significa dare il culo alla germania), se l'inghilterra uscirà darà un sengnale... coi partiti anti europeisti che crescono o l'eruopa (quella che rimane) smette di essere un reich tedesco e ci compra con una politica meno da germania hitleriana... oppure creerà un precedente... mentre prima un salvini veniva deriso se diceva "usciamo dall'euro torniamo alla lira", adesso nessuno lo potrà fare, perchè ci sarà un precedente, e non un paesino come il portogallo, ma un gigant e dell'euro come l'inghilterra...


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      « Risposta #2 il: Giugno 14, 2016, 15:19:36 pm »
      E meno male che vincerà l'EUROPA.
      Se solo tu conoscessi COSA ERA L'EUROPA fino agli anni 50...

      E' vero... per certi aspetti funziona MALISSIMO e va riformata di molto.

      Ma se solo avessi un minimo di conoscenza storica...

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        « Risposta #3 il: Giugno 14, 2016, 15:29:43 pm »
        Gli inglesi sono il popolo più zuzzuso del mondo, non mi meraviglierei troppo se votassero per l'uscita :look:

          Offline Bud Spencer_da Bari 88

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          « Risposta #4 il: Giugno 14, 2016, 16:15:05 pm »
          E meno male che vincerà l'EUROPA.
          Se solo tu conoscessi COSA ERA L'EUROPA fino agli anni 50...

          E' vero... per certi aspetti funziona MALISSIMO e va riformata di molto.

          Ma se solo avessi un minimo di conoscenza storica...

          sei serio? dal 50 al 2000 con la lira, il marco, il franco abbiamo conosciuto il benessere, qualche piccola crisi di pochi anni e poi solo benessere. dal 2006 siamo entrati in una crisi economica che dura da 10 anni e che non cenna a diminuire, abbiamo raddoppiato il tasso di disoccupazione, regaliamo all'europa miliardi di euro per farci comandare da loro pure sulle reti da pesca e le quote latte, la spagna è tracollata, la grecia è tracollata, il portogallo è tracollato, la francia sta con la flebo nel braccio... l'unico paese che stava na merda col marco e che ha dimezzato disocuppazione e che cresce è il grande reich.


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            « Risposta #5 il: Giugno 14, 2016, 16:19:41 pm »
            Dai Alex non addentrarti in cose che non conosci, l'economia monetaria è una cosa troppo difficile per parlarne così
            E non è vero che il marco non valeva un cazzo, già negli anni '90 la lira si trovava in grosse difficoltà

              Offline Bud Spencer_da Bari 88

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              « Risposta #6 il: Giugno 14, 2016, 16:21:30 pm »
              e aspè loro si salvano perchè non hanno adottato la nostra grande moneta unica che risolve tutti i problemi


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                « Risposta #7 il: Giugno 14, 2016, 16:22:28 pm »
                e aspè loro si salvano perchè non hanno adottato la nostra grande moneta unica che risolve tutti i problemi

                Se il problema fosse l'euro allora loro starebbero tranquilli, tanto non l'hanno mai adottato, no?

                  Offline Camiseta Azul

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                  « Risposta #8 il: Giugno 14, 2016, 16:23:24 pm »
                  X ALEX

                  Talmente che non capisci che non distingui manco le crisi finanziarie/monetarie/economiche (DI CUI I PRINCIPALI RESPONSABILI SONO I GOVERNI, di GRECIA SOPRATTUTTO) dalle guerre secolari tra le Nazioni europee.

                  Il migliore di noi non vivrebbe 3 mesi in guerra.

                  3 mesi so pure assaj.

                  Il problema di quelli che IGNORANO il passato (tu, Salvini, e tutti gli antieuropeisti di Europa) è che non sanno manco perchè una cosa, magari di certo non perfetta, sia comunque da preferire ad un' Europa delle Nazioni (nazionaliste).

                  E' il populismo.

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                    « Risposta #9 il: Giugno 14, 2016, 16:27:54 pm »
                    Il migliore di noi non vivrebbe 3 mesi in guerra.

                    Propongo la creazione di un topic che stabilisca chi è il migliore di noi e quanto vivrebbe in guerra

                      Offline Camiseta Azul

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                      « Risposta #10 il: Giugno 14, 2016, 16:32:07 pm »
                      Propongo la creazione di un topic che stabilisca chi è il migliore di noi e quanto vivrebbe in guerra
                      Io morirei in 10gg max

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                        « Risposta #11 il: Giugno 14, 2016, 16:35:57 pm »
                        Io morirei in 10gg max

                        Scioccamente risponderesti alla chiamata della patria invece di procurarti un bel certificato di invalidità al 90% :look:

                        Comunque seriamente, sono d'accordo sull'importanza dell'unione politica dell'Europa ma non credo che un'ipotetica uscita dei tarzaniellari porterebbe a un rischio di guerre
                        « Ultima modifica: Giugno 14, 2016, 16:37:32 pm da Aurelio il Savio »

                          Offline Bud Spencer_da Bari 88

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                          « Risposta #12 il: Giugno 14, 2016, 16:36:26 pm »
                          Dai Alex non addentrarti in cose che non conosci, l'economia monetaria è una cosa troppo difficile per parlarne così
                          E non è vero che il marco non valeva un cazzo, già negli anni '90 la lira si trovava in grosse difficoltà

                          mio padre ha comprato casa negli anni 90 con tassi da strozzini, ma lavorava grazia alla lira, dato che l'italia produceva beni di buona qualità ad un prezzo inferiore rispetto ai prodotti della germania che costavano di più. infatti modugno (ba) era la città dei divani e lavoravano tutti nell'indotto di natuzzi con sede a santeramo (bari), e qui si esportava divani in tutta europa, altro esempio mio zio che produce cucine a napoli esportava al 90% in francia e la zona di cantù era una fabbrica di mobili a cielo aperto. oggi i tassi dei mutui sono vantaggiosissimi e nella zona industriale di Modugno c'è una foresta di capannoni industriali con la scritta "fittasi", vendesi e locasi... e mio zio ha dovuto licenziare il 50% dei suoi operai. CRANTE EURO.

                          tu mi citi gli anni 90.... ma per raddoppiare dal 6% al 12%, il tasso di disoccupazione, nei "terribili" anni '70,ci vollero 17 anni (dal 1972 al 1988). Nell'attuale regime (monetario) europeo ce ne sono voluti solo 7 (dal 2007 al 2013).

                          senza contare che negli anni 90 la disoccupazione arrivò massimo al 12%... poi sempre con la lira abbiamo avuto una flessione dal 1996... terminata col 2006, l'euro centra ben poco dato che il tasso di disoccupazione stava già calando da 5 anni quando è entrato in vigore l'euro...che ci ha portato in poco tempo allo stesso dato di disoccupazione del 1990... con una differenza, che negli anni 90 al sud la metà di quei disoccupati lavorava a nero, bello o brutto che sia almeno un reddito lo portavano a casa, adesso abbiamo una disoccupazione del 13%, nessuno a nero può lavorare più perchè lo stato ti scassa il cazzo, e tra gli occupati risultano circa 50.000 "lavoratori" ( :stralol:) nei call center... che di fatto sono occupati, di fanno non lo sono dato che non guadagnano un cazzo... quindi il tasso di disoccupazione in realtà sarebbe molto più alto


                          ripeto: modugno, città del divano (se avete un divano è probabile che sia stato fatto quì)

                          dal 1990 al 2001 con la lira tasso di disoccupazione da 20% al 13% .... oggi disoccupazione giovanile al 58% in puglia e generale al 20%
                          « Ultima modifica: Giugno 14, 2016, 16:41:17 pm da Bud Spencer_da Bari 88 »


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                            Offline Bud Spencer_da Bari 88

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                            « Risposta #13 il: Giugno 14, 2016, 16:45:00 pm »
                            Se il problema fosse l'euro allora loro starebbero tranquilli, tanto non l'hanno mai adottato, no?

                            infatti loro escono dall'euro perchè ogni anno accolgono 250.000 italiani, spagnoli, greci, rumeni e portoghesi e non ce la fanno a mantenere e dare lavoro a tutta sta marmaglia dato che se importi lavoratori dall'estero l'autoctono avrà molta difficoltà a trovare lavoro, sopratutto se per esempio il ristorante assume l'italiani che piglia 1500 sterline quando un inglese ne piglia 2000 per fare lo stesso lavoro


                            ... PER DIO E PER LO IMPERATORE! RIFEUDALESIMO CONTRO L' INVASIONE DELLO SARACINO ISLAMICO ET LI TRADITORI BOLSCEVICHI!

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                              « Risposta #14 il: Giugno 14, 2016, 16:46:27 pm »
                              Non puoi dare all'euro le colpe di tutti i problemi dell'Italia, che non ha mai avuto una politica economica o industriale a lungo termine
                              Se i divani non valgono un cazzo e costano tanto non è colpa della moneta, questo discorso vale per quasi tutti i comparti dell'industria italiana, che nei periodi di vacche grasse non ha pensato allo sviluppo industriale ma solo a tirare a campare. Dov'è l'alta tecnologia, dov'è la ricerca, dove sta l'innovazione? Non c'è, abbiamo solo le macchine, i vestiti e le pistole, siamo ancora negli anni '50 a livello di tecnologia
                              Nel frattempo la Polonia ha imparato a produrre macchine uguali alle nostre (anzi, proprio le "nostre" :look:), le pistole hanno imparato a farle tutti e gli spagnoli hanno imparato a fare pezze che si sfruttano meglio delle nostre
                              Non hai idea di quanto sta inguaiata l'industria italiana, è praticamente l'Europa (cioè lo Stato) a mantenerla :look:
                              « Ultima modifica: Giugno 14, 2016, 16:49:11 pm da Aurelio il Savio »

                                 

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