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    Diego Armando Maradona
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Maurizio Sarri torna a parlare. L’allenatore è stato il protagonista di una diretta sul canale YouTube della Juventus, ecco le sue parole, a partire dal momento che stanno vivendo l’Italia e il calcio:

RIPRESA – “Sto guardando qualcosa di calcio, anche se non ho la testa completamente libera per lavorare molto. Ho rivisto un po’ di nostre partite, ma in questo momento bisogna pensare che speriamo di passare l’estate giocando. Questo è il momento per staccare un po’ perché tra la fine di questa stagione e la prossima faremo 14/15 mesi consecutivi giocando. Ogni tanto guardo partite del passato, quando vedo il Milan di Sacchi mi rendo contro che erano 20 anni avanti rispetto agli altri, poi leggo molto”.

JUVE – “Due cose mi hanno colpito: l’amore e l’odio. Noi siamo circondati dall’amore in qualsiasi città d’Italia ed è una cosa bellissima, ma siamo anche sempre circondati dall’odio. Noi siamo sempre quelli favoriti dagli arbitri, poi guardi i numeri e dicono altro. Personalmente io sono stato insultato a Napoli, città dove sono nato e dove ho dato tutto, se non ho vinto lì è perché sono scarso. E a Torino ho ricevuto cori contro mia madre dai tifosi della Fiorentina. Quando sei attaccato dall’esterno, diventi più legato all’interno. Se diventi gobbo è per questo”.

SPOGLIATOIO – “Più si sale di livello e più diventa difficile costruire un rapporto umano coi calciatori. Quello che cambia molto non sono i ragazzi, ma il contorno. Ci vuole più tempo, ma alla fine ce la si fa. Io ho avuto un rapporto conflittuale con lo spogliatoio del Chelsea per i primi 5/6 mesi, ma poi quando sono andato via dopo la finale di Europa League ho pianto e anche molti dei ragazzi piangevano. Io non sono uno da pacche sulle spalle, sono uno che se sbagli te lo dice, se fai bene il massimo dell’apprezzamento è un «bravo» mentre passi. Per i giocatori questo è un impatto destabilizzante, poi penso che ti riconoscano un’onestà di fondo alla fine. I migliori rapporti che ho ora con i miei ex giocatori sono con ragazzi che facevo giocare poco. Chi sta smettendo e vuole cominciare ad allenare mi chiama per chiedere consigli sul calcio in generale, sull’esperienza che stanno facendo, qualcuno che mi chiede di stare nello staff perché vuole fare l’allenatore. Mi è successo di ragazzi che mi hanno chiamato perché in difficoltà a livello di vita, di rapporto con la moglie. Quando il rapporto parte, il ragazzo ti vede come punto di riferimento in campo e fuori”.

PREMIER – “Rimpianti dell’Inghilterra? Forse l’opportunità. Ho la sensazione che i ragazzi là abbiano molte più opportunità che da noi. Poi io non ci vivrei mai, al di là del calcio. Io voglio vivere in Toscana, preferibilmente in Valdarno. Quando parlavo con Zola gli chiedevo sempre perché vivesse lì. Poi chiaro che la Premier manca, il livello e il clima che si respira intorno alle squadre, in un anno là non ho mai sentito un coro contro. In ogni stadio c’è un grande tifo, ma solo a favore della propria squadra e mai contro, questo si ripercuote anche su quello che succede fuori. Dopo l’esperienza inglese, un po’ la Premier manca”.

LACRIME – “Se ho mai pianto di gioia per il calcio? Ho pianto più di sofferenza, visto che ho vinto poco a questi livelli. Mai in maniera pubblica, ma a volte mi sono ritrovato in casa la sera con la lacrima. Fa parte della passione, se uno fa questo lavoro con grande passione la sera, quando rimani da solo con te stesso, c’è anche il momento di grande tristezza in cui ci sta anche piangere. È naturale, non è segno di debolezza ma di forza”.

Fresca fresca, fonte SOS Fanta
+ parla e + lo schifo questo si è venduto l'anima al diavolo, a confronto il giuda è un santo
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