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uomo.in.blues

    Salvatore Bagni
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Non è solo questione di soldi andrè, avere 42 squadre pro in un momento come questo, non certo l'epoca d'oro per l'Italia e il calcio italiano, significa poter contare su almeno 20 società "ricattabili", da poter giostrare a proprio piacimento.
Non condivido però l'idea del complotto anti Napoli e Roma, che sono parte integrante e importante di questo sistema.
Bel post iniziale , sono d'accordo con Puck. Io ho sempre pensato che il sistema calcio fosse un sistema economico molto instabile. É ovvio che investire X milioni di euro per poi dover affrontare l'aleatorietà degli eventi calcistici fosse un rischio grande che esuli dal rischio di impresa - che è un rischio calcolato.
Ecco che quindi creare una zona cuscinetto per le squadracce come Genoa, Sampdoria, Udinese, Bologna, Chievo, Atalanta, Torino che ogni anno sanno di non rischiare di retrocedere senza comunque avere la velleità di un posto "a premi"(cioè qualificazione Europea) è la mossa ideale. Nessuno perde niente. I vari Preziosi, Cairo, Pozzo e similari investono X e sanno di ricavarne circa Y , zero rischi.

Del resto, secondo voi un imprenditore serio investirebbe tanti milioni di euro per poi rischiare di andare in passivo perché si fa male Tizio oppure Caio fa una brutta stagione oppure una serie sfortunata o cose simili? No, ovviamente no. É necessario stabilizzare il sistema.

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