Idoli di un'intera generazione, è una delle poche band che ha saputo crearsi enormi sacche di fan innamorati che ancora oggi venerano Morrissey, Marr e soci. Hanno fatto prepotentemente ingresso nella cultura britannica, poiché gli Smiths non erano i soliti ragazzi che cantavano canzonette, gli Smiths cantavano tutta la vita, tutto ciò che li circondava, con empatia, oggettività e severità, tutte caratteristiche che li hanno portati a diventare delle leggende, seppur la loro carriera non sia stata lunghissima. Il gruppo si incentra sull'eclettico cantante Morrissey e la sua voce, una delle più particolari di sempre, anche se io la trovo un po' statica e penalizzante per gli Smiths in alcuni pezzi, ma la tecnica di canto è notevole e la voce di Morrissey raggiunge sempre vette incredibili. Il genio del gruppo è, a mio parere, il chitarrista Johnny Marr, colui che ha permesso agli Smiths di essere gli Smiths. Con la sua chitarra ha creato quelle melodie semplici, sottili e geniali che sono entrate nelle menti dei britannici senza uscirne, e con la sua penna, comunque insieme a Morrissey, va detto, ha creato alcuni dei testi più belli di sempre, sempre significativi, ermetici, essenziali e pieni di tristezza. Il loro album più famoso è senza dubbio The Queen is dead, album intriso di temi sociali e attacchi verso quel glorioso paese decaduto che era ormai l'Inghilterra, che aveva ucciso tutte le illusioni e tutti i sogni, per l'appunto, la Regina.
Il loro album migliore però, a mio parere, è Hatful of hollow
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