Sequestrati importanti locali di Napoli. Messi i sigilli alla catena di ristorazione Regina Margherita. Sequestrate le quote societarie dell'ex campione del mondo che al momento non risulta indagato. Sotto inchiesta invece Vittorio Pisani. Arrestati tre commercialisti. Verifiche in 81 banche
Operazione Dia, indagato capo della Mobile e spunta anche Fabio Cannavaro
Maxi operazione Dia Napoli nei confronti dei presunti prestanome dei boss Lo Russo. In queste ore gli agenti al comando di Maurizio Vallone stanno eseguendo una serie sequestri di importanti locali della città di Napoli. In particolare sono stati messi i sigilli alla catena di ristorazione Regina Margherita. Negli atti dell'inchiesta due nomi eccellenti: quello del capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, indagato per favoreggiamento; e quello del calciatore Fabio Cannavaro, cui sono state sequestrate quote di una società che non risulta inquisito.
IL NOME DI CANNAVARO - Nell'ambito di questa operazione sono state sequestrate le quote societarie che appartengonno all'ex campione del mondo Fabio Cannavaro, attualmente giocatore di una squadra in Qatar, ma già capitano della nazionale e colonna negli anni di Parma, Juve e Napoli.
PRESTANOME DI UN IMPRENDITORE - Cannavaro al momento non risulta indagato e secondo le indagini avrebbe fatto da prestanome all' imprenditore Marco Iorio, legato al gruppo di Mario Potenza dedito all' usura e legato a clan camorristici. Il blitz della Dia comprende pure sequestri in corso in altre parti d'Italia e precisamente nelle città di Genova, Bologna, Torino, Varese, Caserta.
INDAGATO IL CAPO DELLA SQUADRA MOBILE - Sempre in questa indagine il capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, è indagato con l'accusa di favoreggiamento nei confronti dei titolari di un ristorante.
LE ACCUSE AL SUPER POLIZIOTTO - Secondo quanto emerso dalle indagini della Procura di Napoli, il capo della squadra mobile Vittorio Pisani avrebbe rivelato all'imprenditore Marco Iorio notizie riservate sull'inchiesta in corso, consentendogli così di sottrarre beni al sequestro e di depistare le indagini.
Titolare del fascicolo è il pm della Dda Sergio Amato, con il coordinamento del procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico. Alle indagini hanno dato un contributo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Lo Russo, ex capoclan dell'omonima organizzazione criminale attiva nel quartiere Miano, che ha riferito, tra l'altro, degli stretti legami di amicizia tra lui e il capo della squadra mobile.
MANGANELLI: FIDUCIA IN MAGISTRATI E IN PISANI - "Confermo stima e fiducia nel dottor Vittorio Pisani, che destinerò ad altro incarico per corrispondere alle determinazioni dell'autorità giudiziaria, nella quale ripongo altrettanta fiducia ed i cui provvedimenti, io personalmente e l'Istituzione che rappresento, rispettiamo incondizionatamente". Lo dice il capo della Polizia Antonio Manganelli, raggiunto telefonicamente dall'Ansa negli Stati Uniti dove si trova in questi giorni, in relazione all'indagine di Napoli in cui è indagato il capo della Mobile. "In questo momento - ha proseguito Manganelli - desidero mandare un abbraccio affettuoso alle donne e agli uomini della Squadra Mobile di Napoli che, a prezzo di enormi sacrifici personali e delle loro famiglie e pur in presenza di risorse umane e strutturali non sempre adeguate alle necessità, hanno ottenuto negli ultimi anni, proprio sotto la guida del dottor Pisani, risultati straordinari". Dunque agli agenti, conclude il capo della Polizia "dico di continuare ad essere la magnifica squadra, solida e coesa, capace di fronteggiare con coraggio e determinazione l'inondazione criminale, non solo camorrista, che affligge quel territorio ed alla quale troppo spesso da più parti si risponde solo con la convegnistica e con vane analisi sociologiche. A loro dico di vivere a testa alta questi momenti di comprensibile amarezza, continuando a fare il proprio dovere al fianco della magistratura e in stretta sinergia con le altre forze di polizia nell'interesse della comunità napoletana e dell'intero Paese".
SOSPETTI SU BANCHE - Verifiche in 81 banche, di cui una sospettata di aver effettuato una serie di operazioni (almeno una decina) per ripulire il denaro.
PRESI TRE COMMERCIALISTI - Arrestati tre commercialisti. Uno particolarmente noto in città. L'inchiesta fa parte dell'operazione Megaride che ha portato nei mesi scorsi all'arresto di un ex contrabbandiere e usuraio che teneva milioni di euro (almeno 7) in contanti nelle pareti della sua casa di Santa Lucia.
LE ACCUSE - I personaggi inquisiti sono accusati di associazione per delinquere, usura, riciclaggio ed evasione fiscale.
forse il titolo è un pò fuorviante