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Topic: Le perle del maestro Carratelli  (Letto 1151 volte)

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Offline Zupus™

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« il: Luglio 08, 2018, 13:34:01 pm »
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Fra introversi, perversi, diversi, amari e contrari, imbronciati e annuvolati, spunta nel Napoli un ottimista. Era ora. E’ Carlo Ancelotti che all’ottimismo è indirizzato, e si nutre, dalla sua stessa mole vigorosamente paciona, di emiliano a tutto tondo, di possessore di una faccia di grande spessore che è un inno all’abbondanza (e abbondanza genera baldanza, dice il proverbio), un uomo largo e grosso di quelli che ispirano fiducia e viene voglia di dargli un pizzicotto per saggiarne la buona sostanza. Carlo Ancelotti, prima della partenza per il ritiro di Dimaro, ha scritto sul suo sito: “Venti giorni di lavoro intenso che serviranno per gettare le basi e preparare un progetto sportivo che si pone come obiettivo lo scudetto”. Neanche ai tempi di Diego, quando eravamo rapiti dalla gioia del suo gioco e dai riccioli scugnizzi più che dalle vittorie, la parola scudetto, in gran parte sabauda, è stata pronunciata fra il Volturno e il Vesuvio, urlata poi a cose fatte.
Adesso, dopo la frenesia sarriana, ricominciando tutto daccapo, senza top-player, con uno stadio fatiscente e una squadra di cui sappiamo poco come sarà e come giocherà, veniamo fulminati dal massimo artefice delle nuove fortune azzurre. Scudetto. Ancelotti ha assestato una scudisciata alle nostre incertezze e a un velato e dispettoso scetticismo. Su quali basi, per quali convinzioni, grazie a quale ispirazione, Ancelotti, quest’uomo comunque supremo, abbia programmato il tricolore non si sa. Diceva Albert Einstein: “E’ meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che essere pessimisti e avere ragione”. Allora, tutti ottimisti, ma ci dobbiamo attrezzare. Basta con i musi lunghi, con la puzza sotto al naso e le narici arricciate, basta col chiacchiericcio da bar sport, basta con le postille, le chiose e i codicilli da piripacchi, come ci definiva Rosetta Iervolino nei suoi momenti di nervosismo. Basta con i dubbi, le diffidenze, le gelosie e le antipatie. Ma il criticone della ragion pura e di quella pratica osserva subdolamente che Meret, Karnezis, Verdi e Fabian Ruiz non sembrano protagonisti da scudetto. Il criticone dimentica la freschezza di quei giocatori che il diabolico Sarri ha fatto marcire in panchina, diciamo Rog, Diawara, Ounas, Tonelli che Ancelotti farà girare. Il criticone aggiunge che abbiamo cianciato di Benzema, David Luiz (che il Chelsea l’abbia in gloria) e Angel Di Maria, il filiforme argentino alla deriva nel Paris Saint Germain e fresco naufrago dell’Albiceleste. E allora? Meglio non averli questi trentenni estranei alla saggia politica di Aurelio che vuole giovani pimpanti e plusvalenze schioccanti. L’impressione è che Ancelotti ci stupirà contrapponendo l’ottimismo della ragione al pessimismo della volontà di chi sta sempre al varco, ammicca, insinua e deduce anzitempo. Anche perché dal comunicato dell’uomo di Reggiolo si può capire che lo scudetto potrebbe non venire dopo i venti giorni di lavoro intenso, da lunedì a Dimaro, ma in capo ai tre anni del contratto da 6,5 milioni l’anno col quale De Laurentiis, questo presidente di infinite risorse di fantasia, ha catturato l’allenatore più vincente disponibile su piazza. Non precipitiamo gli eventi come le gatte frettolose che fanno i gattini ciechi. Qui si cominciano a gettare le basi e a preparare un progetto sportivo che si pone come obiettivo lo scudetto. Che questo obiettivo sia un grandangolo o un cannocchiale di marina si vedrà. L’importante è che l’ottimismo di Ancelotti abbia sdoganato una parola tra il sogno e l’illusione che abbiamo sempre evitato di pronunciare per scaramanzia, modestia, sfiducia, soggezione della Juve, problemi con gli arbitri e con San Gennaro, esiguità di fatturato e abbondanza di fattucchiere. Viva Ancelotti, viva lo scudetto


Per farci due risate, qualcuno mi recupera l'articolo della settimana scorsa?

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    Offline Nevermindblu

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    « Risposta #1 il: Luglio 08, 2018, 15:25:08 pm »
    Questo è da anni che si è bevuto il cervello. Ma è vecchio quindi bisogna chiamarlo maestro

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      Online Granchetiello

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      « Risposta #2 il: Luglio 08, 2018, 15:31:45 pm »
      Carratello mi dà l'impressione di uno che con la cacciata di sarri di è liberato di un incubo. È talmente euforico per questa cosa che avrebbe usato le stesse lodi insensate pure per castori o carolina morace.
      Secondo me in questi 3 anni il MAGISTER lo deve aver bullizzato violentemente e ripetutamente durante conferenze ed interviste, trattandolo con sincera e ovvia superiorità, così come ha fatto verso tutti gli altri lecchini asserviti che oggi ne scrivono peste e corna
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        « Risposta #3 il: Luglio 08, 2018, 16:33:55 pm »
        Questo è da anni che si è bevuto il cervello. Ma è vecchio quindi bisogna chiamarlo maestro

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        Chi sa fa
        Chi non sa dirige
        Chi non capisce un cazzo insegna
        Stu vecchio coglione non smentisce il detto
        andasse a fare in culo 🤣
        sto maestro di sto cazzo allerta
         #Abbiamo cacciato un allenatore perché ha provato a vincere Abbiamo ingaggiato un Santone per esseri sicuri di continuare a non farlo#
        « Ultima modifica: Luglio 08, 2018, 16:37:50 pm da steccolecco64 »

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          « Risposta #4 il: Luglio 08, 2018, 16:38:05 pm »
          Già da tempo mostrava segni evidenti di demenza senile

          Inviato domani




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            « Risposta #5 il: Luglio 08, 2018, 17:14:41 pm »
            Fra introversi, perversi, diversi, amari e contrari, imbronciati e annuvolati, spunta nel Napoli un ottimista. Era ora. E’ Carlo Ancelotti che all’ottimismo è indirizzato, e si nutre, dalla sua stessa mole vigorosamente paciona, di emiliano a tutto tondo, di possessore di una faccia di grande spessore che è un inno all’abbondanza (e abbondanza genera baldanza, dice il proverbio), un uomo largo e grosso di quelli che ispirano fiducia e viene voglia di dargli un pizzicotto per saggiarne la buona sostanza. Carlo Ancelotti, prima della partenza per il ritiro di Dimaro, ha scritto sul suo sito: “Venti giorni di lavoro intenso che serviranno per gettare le basi e preparare un progetto sportivo che si pone come obiettivo lo scudetto”. Neanche ai tempi di Diego, quando eravamo rapiti dalla gioia del suo gioco e dai riccioli scugnizzi più che dalle vittorie, la parola scudetto, in gran parte sabauda, è stata pronunciata fra il Volturno e il Vesuvio, urlata poi a cose fatte.
            Adesso, dopo la frenesia sarriana, ricominciando tutto daccapo, senza top-player, con uno stadio fatiscente e una squadra di cui sappiamo poco come sarà e come giocherà, veniamo fulminati dal massimo artefice delle nuove fortune azzurre. Scudetto. Ancelotti ha assestato una scudisciata alle nostre incertezze e a un velato e dispettoso scetticismo. Su quali basi, per quali convinzioni, grazie a quale ispirazione, Ancelotti, quest’uomo comunque supremo, abbia programmato il tricolore non si sa. Diceva Albert Einstein: “E’ meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che essere pessimisti e avere ragione”. Allora, tutti ottimisti, ma ci dobbiamo attrezzare. Basta con i musi lunghi, con la puzza sotto al naso e le narici arricciate, basta col chiacchiericcio da bar sport, basta con le postille, le chiose e i codicilli da piripacchi, come ci definiva Rosetta Iervolino nei suoi momenti di nervosismo. Basta con i dubbi, le diffidenze, le gelosie e le antipatie. Ma il criticone della ragion pura e di quella pratica osserva subdolamente che Meret, Karnezis, Verdi e Fabian Ruiz non sembrano protagonisti da scudetto. Il criticone dimentica la freschezza di quei giocatori che il diabolico Sarri ha fatto marcire in panchina, diciamo Rog, Diawara, Ounas, Tonelli che Ancelotti farà girare. Il criticone aggiunge che abbiamo cianciato di Benzema, David Luiz (che il Chelsea l’abbia in gloria) e Angel Di Maria, il filiforme argentino alla deriva nel Paris Saint Germain e fresco naufrago dell’Albiceleste. E allora? Meglio non averli questi trentenni estranei alla saggia politica di Aurelio che vuole giovani pimpanti e plusvalenze schioccanti. L’impressione è che Ancelotti ci stupirà contrapponendo l’ottimismo della ragione al pessimismo della volontà di chi sta sempre al varco, ammicca, insinua e deduce anzitempo. Anche perché dal comunicato dell’uomo di Reggiolo si può capire che lo scudetto potrebbe non venire dopo i venti giorni di lavoro intenso, da lunedì a Dimaro, ma in capo ai tre anni del contratto da 6,5 milioni l’anno col quale De Laurentiis, questo presidente di infinite risorse di fantasia, ha catturato l’allenatore più vincente disponibile su piazza. Non precipitiamo gli eventi come le gatte frettolose che fanno i gattini ciechi. Qui si cominciano a gettare le basi e a preparare un progetto sportivo che si pone come obiettivo lo scudetto. Che questo obiettivo sia un grandangolo o un cannocchiale di marina si vedrà. L’importante è che l’ottimismo di Ancelotti abbia sdoganato una parola tra il sogno e l’illusione che abbiamo sempre evitato di pronunciare per scaramanzia, modestia, sfiducia, soggezione della Juve, problemi con gli arbitri e con San Gennaro, esiguità di fatturato e abbondanza di fattucchiere. Viva Ancelotti, viva lo scudetto


            Per farci due risate, qualcuno mi recupera l'articolo della settimana scorsa?

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            Quest'uomo é un genio.  :allahsi3: É vero che la sua feroce critica a De Lamerdiis e a Calletto é celata sotto una grande patina d'ironia, ma in quest'epoca di pensiero unico e di sperticate lodi al Padrone la sua chiosa é una boccata d'aria fresca. Purtroppo é la prova che per criticare il nuovo corso ancelottiano del Pappy, bisogna farlo di nascosto e con molta, molta ironia.
            Leggendo le tue risposte ho sempre la sensazione che si prova quando ti rispondono a bastoni pur non essendo piombo a coppe look
            Ora le cose sono due
            O sei un poco fuori asse, non riesci a centrare il senso di un discorso e questo ti porta a dare risposte random
            O non te ne fotte niente di quello che dice il tuo interlocutore, e lo usi solo da pretesto per dire nu cazz ro tuoje look
            Ounas è la seconda punta titolare dopo insigne, spiace che nancora tu non l'abbia capito look
            Se KK giocasse con la Juve in italia potrebbero giocare con la difesa ad uno : lui ed altri a caso sorteggiati fra gli spettatori

              Online el schiatty napoletano

              • Aurelio De Laurentiis
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              « Risposta #6 il: Luglio 08, 2018, 17:20:01 pm »
              Se non erro uno dei fautori degli #aperirafa


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              Inviato da una cripta. :schiatty:

                 

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