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Topic: Che fine hanno fatto tutti gli ex azzurri??? dal 1926 ad oggi...  (Letto 15243 volte)

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Offline Azzurro1926

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« il: Gennaio 30, 2014, 14:17:45 pm »
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ragazzi credo di aver aperto un topic interessante :look:
quanti di voi si sono chiesti che fine ha fatto tizio o caio??? dove gioca adesso, oppure che vita fa dopo aver appesso gli scarpini, è vivo o è morto dopo tanti anni, beh qui possiamo ricordare tutti quelli ke hanno fatto parte della ssc napoli.. buona ricerca...  :sciarpata: :sciarpata:
Se per vivere devi strisciare, alzati e muori.
cit. jim morrison
BASTA PROFESSORONI!!! ben vengano tecnici veri
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muccusiello tifosotto del napoli:
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    Offline Azzurro1926

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    « Risposta #1 il: Gennaio 30, 2014, 14:30:54 pm »
    Attila Sallustro (Asunción, 15 dicembre 1908 – Roma, 28 maggio 1983) è stato un allenatore di calcio e calciatore paraguaiano naturalizzato italiano, di ruolo attaccante. Spesso è indicato come Sallustro I per distinguerlo dal fratello Oreste (Sallustro II).
    L'ascesa con il Napoli

    La prima stagione fu però fallimentare: inserita nel Girone A, la squadra partenopea raccolse solo un punto in diciotto gare (frutto di un pareggio in casa contro il Brescia), con Sallustro che mise a segno una sola rete (siglata in Inter-Napoli 9-2 del 19 dicembre 1926) pur giocando tutte le gare da titolare. Ripescato per motivi geografici (e grazie all'assicurazione, da parte del presidente Ascarelli, di migliorare la squadra), nella stagione successiva il Napoli migliorò le sue prestazioni, ottenendo la prima vittoria nella massima serie alla prima giornata (Napoli-Reggiana 4-0, con gol di Sallustro). L'attaccante mise a segno 5 reti in 10 presenze, ma la squadra era ancora lontana dalla qualità delle compagini settentrionali: la stagione terminò per i partenopei al terzultimo posto, ripescati ancora una volta grazie all'allargamento dei gironi da undici a sedici squadre.
    La stagione 1928-1929 segnò un deciso miglioramento: il Napoli arrivò ottavo su sedici nel Girone B, a pari merito con la Lazio, soprattutto grazie all'apporto di Sallustro autore di 22 reti in 27 gare giocate. Lo spareggio per la partecipazione alla futura Serie A si giocò a Milano il 23 giugno 1929 e terminò 2-2: la ripetizione della gara non venne effettuata in quanto la FIGC promosse un ulteriore allargamento da sedici a diciotto squadre. La società intanto aggiunse nuovi rinforzi, specie in attacco: per il primo campionato di Serie A arrivarono infatti Antonio Vojak, prelevato dalla Juventus, e soprattutto Marcello Mihalich dalla Fiumana, che con Sallustro formò una coppia offensiva segnata da una grande intesa. Inoltre la dirigenza mise sotto contratto anche Oreste Sallustro, fratello di Attila, mettendo alla guida della squadra William Garbutt: la squadra raggiunse un inaspettato quinto posto finale, con Sallustro autore di tredici reti in 31 partite, a cui andarono aggiunte le 20 reti di Vojak e le 10 di Mihalich. L'anno successivo, nonostante un buon inizio, le prestazioni della squadra calarono sul finale di campionato, a causa (secondo molti) della dipartita di Sallustro per adempiere al servizio militare: il centravanti riuscì comunque a marcare undici reti in 29 gare, con la squadra che terminò al sesto posto. Ancor più sottotono fu la stagione 1931-1932, con la squadra che terminò al nono posto anche a causa di un minor numero di gol segnati dagli attaccanti: anche se Sallustro segnò dodici reti in 26 presenze, mancò in particolare l'apporto di Vojak, che siglò "solo" nove marcature rispetto alle venti reti delle due stagioni precedenti.
    L'annata 1932-1933 fu quella del rilancio: la squadra infatti, fin dall'inizio nelle prime posizioni della classifica, subì il ritorno della Juventus che vinse nove partite consecutive e alla fine conquistò il titolo con diversi punti di vantaggio. I partenopei terminarono al terzo posto, a pari merito con il Bologna, mancando l'accesso alla Coppa Europa solo a causa del peggior quoziente reti rispetto ai felsinei: grandi protagonisti furono Sallustro (autore di 19 reti in 30 partite) e Vojak, con 22 reti all'attivo e terzo della classifica dei cannonieri. La stagione 1933-1934 fu quella della conferma: nonostante un non eccellente avvio di campionato, i partenopei rimontarono nel girone di ritorno, terminando nuovamente al terzo posto (dietro a Juventus e Inter), conquistando per la prima volta la qualificazione alla Coppa Europa. I napoletani furono guidati ancora una volta da Vojak, che siglò 21 reti: Sallustro (nominato capitano della squadra) segnò solo cinque reti in 25 gare
    La stagione 1934-1935 segnò un calo rispetto a quelle precedenti: i partenopei terminarono il campionato al settimo posto, mentre furono eliminati dalla Coppa Europa al primo turno contro gli austriaci dell'Admira Vienna: dopo lo 0-0 in trasferta e il 2-2 in casa, i napoletani persero lo spareggio disputato a Zurigo per 5-0. Sallustro, in questa occasione, fu multato di 2.500 lire in quanto accusato di "scarso impegno": in tutta risposta, l'oriundo saltò gli allenamenti per due mesi e, di conseguenza, marcò in campionato sette reti in sole 20 presenze.
    Nelle ultime due stagioni il Napoli terminò rispettivamente ottavo nel 1936 (eliminato ai quarti di Coppa Italia dal Milan) e tredicesimo nel 1937, ad un passo dalla zona retrocessione (ed eliminato ancora una volta ai quarti di Coppa Italia, questa volta dalla Roma). Sallustro fece registrare otto reti in 26 presenze nella sua penultima stagione, e cinque marcature in 8 gare nell'ultima annata con la maglia azzurra. In totale, con la maglia del Napoli l'oriundo disputò undici campionati segnando 106 reti

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      « Risposta #2 il: Gennaio 30, 2014, 14:33:23 pm »
      Bel topic :asd:

      Però probabilmente è da spostare nella sezione apposita :ok:

        Offline Azzurro1926

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        « Risposta #3 il: Gennaio 30, 2014, 14:36:40 pm »
        Bel topic :asd:

        Però probabilmente è da spostare nella sezione apposita :ok:

        chiedo scusa nn sapevo in quale sezione metterlo :asd:

        cmq se si può spostare e lo ritenete interessante, sarebbe bello conoscete tutti gli ex e non del napoli  :sciarpata:
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          Offline Bud Spencer_da Bari 88

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          « Risposta #4 il: Gennaio 30, 2014, 14:39:18 pm »
          cannavaro va a sassuolo dove aprirà una pizzeria "Al Capitone" lui starà alla cassa e fedele farà il cameriere in sala


          ... PER DIO E PER LO IMPERATORE! RIFEUDALESIMO CONTRO L' INVASIONE DELLO SARACINO ISLAMICO ET LI TRADITORI BOLSCEVICHI!

            Offline Azzurro1926

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            « Risposta #5 il: Gennaio 30, 2014, 14:44:44 pm »
            Facundo Hernán Quiroga (San Luis, 10 gennaio 1978) è un calciatore argentino, difensore dell'Huracán

            Quiroga inizia la sua carriera nel Newell's Old Boys nella Primera Division Argentina nel 1997. Nel 1998 fu messo sotto contratto nella squadra portoghese dello Sporting Lisbona, in cui militò tra il 1998 e il 2004, periodo intervallato da un prestito di una stagione al Napoli nel 2000-01.
            Nel 2004 si è trasferito al Wolfsburg, raggiungendo i diversi argentini (Andrés D'Alessandro, Diego Klimowicz, Juan Carlos Menseguez) che lì militavano. Nel 2008 è tornato in patria, al River Plate.

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              « Risposta #6 il: Gennaio 30, 2014, 14:49:20 pm »
              Abdelilah Saber (Casablanca, 21 aprile 1974) è un ex calciatore marocchino, di ruolo difensore.

              Dopo aver iniziato la carriera nel Wydad Casablanca, nel gennaio 1997 venne ingaggiato dallo Sporting Lisbona. Nel gennaio 2000 perse il posto da titolare per via dell'arrivo di César Prates; ciononostante vinse il campionato di calcio portoghese 1999-2000. Al termine della stagione fu ceduto in prestito al Napoli assieme a Facundo Quiroga e Luís Vidigal, per poi essere acquistato definitivamente dai partenopei al termine della stagione 2000-2001, nonostante la retrocessione in Serie B. Il difensore ha giocato nel campionato cadetto per tre anni, due con il Napoli e uno con il Torino, prima di rescindere il contratto con i piemontesi e ritirarsi definitivamente a soli 30 anni.
              Con la Nazionale di calcio del Marocco ha totalizzato 47 presenze e segnato 1 gol. Ha inoltre partecipato al campionato del mondo 1998 in Francia, disputando tutte e tre le partite della fase a gironi del torneo, e alla Coppa d'Africa 2000.

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                « Risposta #7 il: Gennaio 30, 2014, 14:52:40 pm »
                José Luís da Cruz Vidigal (Sá da Bandeira, 15 marzo 1973) è un ex calciatore portoghese, di ruolo centrocampista.

                Ha iniziato la sua carriera nell'O Elvas CAD, squadra di terza serie portoghese. Salito di categoria nell'Estoril Praia, fu acquistato dallo Sporting Lisbona nel 1995. Vi rimane per cinque stagioni, culminate con la vittoria del titolo nel 2000. Con lo Sporting fa il suo esordio nelle competizione europee, sia Coppe delle Coppe, che Champions League che Coppa UEFA; in particolare il 13 agosto 1997 fa il suo debutto in Champions nello 0-0 contro il Beitar Gerusalemme, valido per il secondo turno preliminare[2]. Nel corso della stessa manifestazione venne espulso dopo appena venti minuti di gioco nella gara del 5 novembre 1997 persa 4-1 contro il Bayer Leverkusen, in una partita valida per la fase a gironi[3]. Nel corso della successiva edizione della Coppa UEFA è nuovamente protagonista negativo: entrato al 55' al posto di Marco Aurélio nella partita di andata del primo turno contro il Bologna si fa infatti espellere dopo appena un minuto[4].
                Attira l'interesse del Napoli, neopromosso in Serie A, che lo acquista nell'estate del 2000. Durante la prima stagione con i partenopei è vittima di un infortunio durante la partita con la propria nazionale contro l'Olanda l'11 ottobre del 2000[5]; quella che inizialmente sembrava una lesione al menisco si rivelò infine essere una lesione al legamento che lo costrinse a saltare l'intera stagione[6]. Rimane con i partenopei (nel frattempo scesi in Serie B), trovando continuità; il 3 dicembre 2001 segna la sua prima rete in maglia azzurra, quella del temporaneo 1-1 contro il Palermo, in una gara che vedrà il Napoli vincere 3-2[7]. Con il Napoli rimane in Serie B fino al 2004, quando passa al Livorno e ritrova la Serie A, in cui segna 3 reti.
                L'anno successivo passa in prestito all'Udinese, con cui gioca anche la UEFA Champions League, giocando tra le altre anche contro il Barcellona e rimediando una espulsione[8]. La stagione 2006-2007 vede il suo ritorno tra i labronici, dove viene poco impiegato sia da Daniele Arrigoni che da Fernando Orsi. Resta in amaranto anche nella stagione 2007-2008. Il 17 ottobre del 2007 si infortuna per una distorsione alla caviglia sinistra subita in allenamento.[9] Si svincola il 1º luglio 2008. Il 18 agosto seguente firma per i portoghesi dell'Estrela Amadora. Si ritira alla fine della stagione 2008-2009.

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                  « Risposta #8 il: Gennaio 30, 2014, 14:58:43 pm »
                  Mauro Bonomi (Cremona, 23 agosto 1972) è un ex calciatore italiano, di ruolo difensore.

                  Bonomi iniziò a giocare nelle Cremonese in Serie B nel 1990. L'anno successivo approdò coi grigiorossi in Serie A, nella quale debuttò il 1º settembre 1991 contro il Genoa al Ferraris (2-0 per i grifoni).
                  Nel 1992 si trasferì alla Lazio per 5 miliardi di lire,[1] con cui esordì il 26 agosto 1992 contro l'Ascoli (4-0 per i biancocelesti). Dopo alcune stagioni da titolare nella retroguardia laziale, nel 1994-1995 non trovò più molto spazio nell'undici titolare (giocavano più spesso Paolo Negro e Alessandro Nesta), e si trasferì al Cagliari l'anno successivo.
                  L'anno seguente scende in Serie B con il Cesena e nell'estate del 1997 ritoena nella massima serie, acquistato dal Bologna. Tuttavia con gli emiliani disputa solo una partita prima di trasferirsi al Torino ancora in Serie B. Nella sua terza stagione con i granata conquista la promozione in Serie A, ma resta in B trasferendosi al Napoli. Tre stagioni più tardi, dopo il fallimento dei partenopei che ne determinò la retrocessione in Serie C1, passò al Catanzaro. Ha chiuso la carriera al Ravenna in Serie C1 nel 2006.


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                    « Risposta #9 il: Gennaio 30, 2014, 15:03:51 pm »
                    Emanuele Troise (Volla, 10 febbraio 1979) è un calciatore italiano, difensore del Città di Marino.

                    Inizia la carriera nelle giovanili del Napoli, e dopo alcune convocazioni in prima squadra nel 1998, fa il suo esordio in maglia azzurra in Serie B nel 1999, lanciato da Walter Novellino. Poco dopo, alla seconda partita disputata, un infortunio lo mette fuorigioco per il resto della stagione che vedrà il Napoli tornare in Serie A.[senza fonte]
                    Proprio nella massima serie, sotto la guida dell'allenatore Zeman, Troise fa il suo esordio e si guadagna una maglia da titolare grazie ad Emiliano Mondonico, mister che nel frattempo aveva preso il posto in panchina del boemo. Il calciatore guadagna anche la Nazionale Under-21, con cui giocherà 9 partite, tutte da titolare.
                    Con il ritorno del Napoli in Serie B, dopo due stagioni passa al Bologna, in Serie A: il campionato lo vedrà totalizzare poche presenze, di cui molte da subentrato, e il calciatore torna in Serie B alla Ternana, con cui sfiora la promozione in Serie A. La stagione successiva la Ternana retrocede in terza serie, campionato in cui Troise non giocherà mai in maglia rossoverde, perché messo fuorirosa insieme ad altri suoi compagni, "rei" di avere ingaggi troppo onerosi e non aver accettato le condizioni della nuova società.[senza fonte]
                    Nell'estate 2007, svincolatosi dalla Ternana dopo un anno, firma con la Salernitana in Serie C1, squadra con la quale conquista la promozione fra i cadetti. A fine campionato firma un triennale con il Panthrakikos, squadra greca della massima serie. Durante la sessione invernale del calciomercato 2009-2010 riceve un'offerta dal Foggia, richiesto dall'allenatore Fabio Pecchia, ma il 20 gennaio la società pugliese e il giocatore risolvono consensualmente il contratto, proprio pochi giorni dopo le dimissioni di Pecchia.[1]
                    Dopo un periodo di inattività di sei mesi (dove comunque si allena regolarmente con il Frosinone),[senza fonte] inizia la preparazione estiva con la Cavese, squadra di Prima Divisione, e dopo un lungo periodo di prova, viene ingaggiato ufficialmente il 14 agosto 2010.[2]
                    Nell'estate 2011 passa al Città di Marino, sodalizio militante in Serie D.

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                      « Risposta #10 il: Gennaio 30, 2014, 15:08:02 pm »
                      Dario Baccin (Novara, 27 agosto 1976) è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, Direttore dell'Area Tecnica e Responsabile del Settore Giovanile del Palermo.

                      Giocatore
                      Cresce nelle giovanili della Juventus, talvolta allenandosi con la prima squadra senza disputarvi alcuna partita ufficiale; nell'estate 1996 viene ceduto al Cesena, in Serie B, dove nella stagione 1996-1997 totalizza 28 presenze e nessuna rete.
                      Nella stagione successiva rimane in Serie B passando al Chievo; qui segna anche la prima rete nella serie cadetta. Dopo una stagione si trasferisce alla Ternana dove rimane per un biennio. Nel settembre 2000 viene acquistato dal Napoli in compartecipazione con la Juventus: è proprio contro i bianconeri che debutta in Serie A il 30 settembre 2000, in occasione della partita Napoli-Juventus (1-2). I partenopei retrocedono in Serie B al termine della stagione e Baccin decide di rimanere un'altra stagione in maglia azzurra, dove ha l'occasione di indossare la fascia di capitano.
                       Il suo campionato finisce all'ultima giornata del girone di andata, complice un infortunio al piede.
                      Nella stagione 2002-2003 approda in Libia tra le file dell'Al-Ittihad: dopo aver firmato il contratto, la società libica gli propone una riduzione dell'ingaggio per problemi societari.[senza fonte] L'esperienza termina senza presenze ufficiali, e nel gennaio 2003 torna in Italia per giocare nel Taranto, in Serie C1.
                      Nella stagione 2003-2004 viene invece acquistato dall'Ancona in Serie A, dove gioca mezza stagione per poi venire acquistato dall'Ascoli a gennaio.
                      Nell'estate 2004 passa al Rimini: con i romagnoli ottiene subito la promozione dalla Serie C1 alla Serie B. Dopo il quinto posto finale della stagione 2006-2007 si trasferisce al Treviso, rimanendo in Veneto per due anni.[1]
                      Nel luglio 2009 ritorna al Rimini, per quello che è il suo ultimo anno di calcio giocato, concluso con la semifinale play-off persa contro il Verona.[2][3]
                      Dirigente
                      Ritiratosi dall'attività agonistica, Baccin rimane nel mondo del calcio e il 2 dicembre 2010 consegue a Coverciano il diploma per Direttore Sportivo con il voto di 110/110.[4]
                      Dal febbraio 2011 ricopre il ruolo di osservatore per il Siena, fino alla stagione 2011-2012.
                      Il 26 giugno viene ufficializzato il suo ingaggio come Direttore dell'Area Tecnica e Responsabile del Settore Giovanile del Palermo,[5] ritrovando Giorgio Perinetti che della società rosanero è il Direttore Generale dell'Area Sportiva.

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                        « Risposta #11 il: Gennaio 30, 2014, 16:41:16 pm »
                        Francesco Colonnese (Potenza, 10 agosto 1971) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore, attuale assistente di campo di Bortolo Mutti al Padova.

                        Dopo aver iniziato nelle giovanili dell'Avigliano e aver fatto esperienza nel Potenza (sua città natale), Giarre e Cremonese, nella stagione 1994-1995 viene acquistato dalla Roma di Carlo Mazzone, dove gioca 5 gare.
                        Successivamente veste stabilmente la maglia da titolare nel Napoli e, a partire dalla stagione 1997-1998, nell'Inter, con cui vince la Coppa UEFA e sfiora la convocazione in Nazionale per la spedizione ai Mondiali di calcio di Francia '98.
                        Dopo la sua miglior stagione subisce una flessione in quella successiva che comporterà la sua cessione alla Lazio.[1]
                        Dal 2000 al 2004 milita nella squadra capitolina dove riesce a conquistare, seppur relegato ad un ruolo da comprimario, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana.
                        Dal 2004 al 2006 milita nel Siena e, alla fine di quest'ultimo anno, decide di concludere la propria carriera.


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                          Francesco Baldini (Massa, 14 marzo 1974) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo difensore.

                          A Napoli diventa stabilmente titolare nella massima serie, raggiungendo la finale di Coppa Italia persa contro il Vicenza, e diventa capitano dopo la partenza di Ayala, nella stagione 1998-1999[8][9]. Nello stesso periodo, tuttavia, inizia ad accusare problemi ai legamenti del ginocchio, che lo porteranno a un lungo stop nella stagione 1999-2000, conclusa con la promozione in Serie A[8][10].
                          Nel corso della stagione 2000-2001 ritrova il posto da titolare, tuttavia subisce pesanti contestazioni da parte dei tifosi[11] a causa dei risultati negativi della squadra, che a fine campionato retrocede in Serie B. A causa di questi problemi e di dissapori all'interno dello spogliatoio viene sostituito nel ruolo di capitano da Oscar Magoni[9], e in agosto si trasferisce in prestito alla Reggina[12], anch'essa appena retrocessa in Serie B.
                          Nell'anno in maglia amaranto ottiene la promozione in Serie A, agli ordini di Franco Colomba, a spese proprio del Napoli; Baldini disputa solamente 9 partite, anche a causa di un'infezione[10]. A fine stagione torna al Napoli, dove ritrova Colomba[13]: a causa delle difficoltà della squadra in campionato e del suo ruolo di capitano, subisce una nuova pesante aggressione[14]. A fine stagione, conquistata la salvezza nel campionato cadetto, lascia definitivamente il Napoli per trasferirsi al Genoa[10], in uno scambio che porta Mario Cvitanovic sotto il Vesuvio[15].

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                            « Risposta #13 il: Gennaio 30, 2014, 16:51:36 pm »
                            Stefan Schwoch (Bolzano, 19 ottobre 1969) è un ex calciatore e dirigente sportivo italiano, di ruolo attaccante.
                            Ha segnato molti gol in tutte le varie categorie (principalmente in Serie B, dove con 135 marcature complessive è arrivato a 8 centri dal record assoluto detenuto da Giovanni Costanzo).
                            La sua carriera sportiva è legata particolarmente al Vicenza.
                            Di origini polacche da parte di padre[1], Schwoch ha iniziato la carriera nel Passirio Merano nella stagione 1987-1988 nel campionato Interregionale, dove diciottenne realizza 4 gol in 25 incontri. L'anno seguente si sposta in Trentino, alla Benacense Riva, dove aumenta il proprio bottino di gol, 9 in 31 incontri. È nel 1989 la sua prima esperienza in un campionato professionistico, alla SPAL in serie C2, dove viene impegnato stabilmente nel ruolo di ala tornante; qui segna un gol in 24 partite.
                            Ritornato tra i dilettanti, al Crevalcore, è per due anni consecutivi il capocannoniere della squadra, segnando 12 gol (in 29 incontri) il primo anno, e 18 gol (in 30 incontri) il secondo. Torna quindi in Serie C2, acquistato dal Pavia, con cui milita per due stagioni nelle posizioni medio-alte della classifica: mette a segno 7 gol il primo anno (in 29 incontri) e 12 gol l'anno seguente (in 21 partite). Nella stagione 1994-1995 passa al Livorno, sempre in quarta serie, dove mette a segno 19 gol in 33 incontri, guidando la squadra amaranto ai play-off, prima di terminare la corsa promozione contro il Castel di Sangro.
                            Ceduto al Ravenna, in Serie C1, segna 21 gol in 33 partite, guidando i giallorossi alla conquista della promozione tra i cadetti. L'anno successivo, nel 1996, il Ravenna pur partendo con una penalizzazione di tre punti, ottienne un ottavo posto, grazie anche agli 8 gol in 38 incontri del suo attaccante. Passato al Venezia di Maurizio Zamparini, ritrova Walter Novellino (allenatore già avuto a Ravenna) e dopo 31 anni la squadra lagunare anche grazie ai suoi gol ritorna la Serie A.
                            Alla soglia dei 30 anni debutta quindi nella massima serie, precisamente il 13 settembre 1998 in Bari-Venezia (1-0). Dopo 2 gol in 14 partite nel gennaio del 1999 passa al Napoli, in Serie B. Alla fine dell'annata saranno 6 i suoi gol in 22 incontri. Nella stagione 1999-2000, sempre sotto al Vesuvio, Schwoch, che ritrova ancora Walter Novellino, contribuisce alla promozione degli azzurri in Serie A: 22 sono i suoi gol in 35 partite, record assoluto nella storia del Napoli insieme ad Antonio Vojak, primato poi battuto nella stagione 2010-2011 da Edinson Cavani (che segnerà 26 gol con la maglia azzurra).
                            Nel 2000 rimane in Serie B, al Torino neo-retrocesso, non venendo impiegato titolare perché chiuso dal compagno di reparto Marco Ferrante; nel gennaio 2001, dopo la sostituzione di Gigi Simoni con Giancarlo Camolese e la cessione di Ferrante all'Inter, il Torino risale in classifica, conquistando il primo posto assoluto nella classifica finale del 2001, con Schwoch impegnato da prima punta che contribuisce con 8 gol in 31 incontri.
                            Passa quindi in seconda serie fatti al Vicenza. La squadra biancorossa chiude l'annata a metà classifica con Schwoch autore di 13 gol in 31 incontri. Nel 2002-2003 il Vicenza di Andrea Mandorlini giunge nelle zone alte della classifica: Schwoch viene impiegato da punta unica e che realizza 19 gol in 33 incontri.
                            L'anno dopo, guidato dal tecnico Giuseppe Iachini, disputa poche partite anche a causa di numerosi infortuni[senza fonte] e alla fine sono 7 i suoi gol in 24 apparizioni. Nel 2004-2005 segna 12 gol in 35 incontri, e la squadra, dopo i play-out salvezza contro la Triestina retrocede in Serie C1, per poi essere ripescata in cadetteria per illeciti di altre squadre.
                            A 36 anni è ancora al Vicenza; nella prima parte della stagione 2005-2006 gioca poco, mentre nel finale, dopo quattro mesi di panchina e tribuna, torna fra i titolari di Giancarlo Camolese (che ritrova dopo l'esperienza di Torino) giocando come unica punta e contribuisce con 5 gol che fruttano 3 vittorie (a partire da quella nel derby vinto contro l'Hellas Verona) e un pareggio, alla salvezza della squadra.
                            All'età di 37 anni, nel corso della stagione 2006-2007, disputa il maggior numero di partite in un anno in maglia biancorossa, 37, e diviene il quarto di tutti i tempi fra i goleador biancorossi, superando Paolo Rossi.[senza fonte]
                            Il 1º giugno 2008 gioca la sua ultima partita, in casa del Lecce, persa 1-0: Schwoch entra nel secondo tempo non riuscendo a raggiungere il gol di fine carriera.
                            Il suo score consta di 2 reti in 14 partite in Serie A, 135 reti in 382 partite in Serie B, 21 reti in 33 partite in Serie C1 e 39 reti in 117 partite in Serie C2, per un totale di 197 gol in 546 apparizioni fra i professionisti. A questi risultati si aggiungono le 43 reti in 123 partite fra i dilettanti e le 20 reti in 34 partite in Coppa Italia. Tra campionato e Coppa Italia ha realizzato un totale di 260 reti in 682 presenze.
                            Il 4 agosto 2010 viene nominato direttore sportivo del Vicenza[2].


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                              « Risposta #14 il: Gennaio 30, 2014, 16:58:26 pm »
                              Claudio Bellucci (Roma, 31 maggio 1975) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante.

                              Cresciuto nelle giovanili della Associazione Sportiva Dilettantistica Lodigiani[1], ha iniziato la sua carriera professionistica nella Sampdoria, facendo l'esordio in Serie A con la squadra blucerchiata nella stagione 1993-1994 a 18 anni.
                              Nella stagione 1994-1995 passa in prestito al Fiorenzuola, club militante in Serie C1: il romano in 7 presenze andrà a segno 3 volte. La sua avventura con questa squadra dura pochi mesi, poiché nell'ottobre del 1994 viene richiamato dalla Sampdoria a causa del grave infortunio occorso a Mauro Bertarelli[2][3]. Bellucci gioca il resto della stagione con i blucerchiati, mettendo a segno 2 gol in 21 presenze complessive; debutta anche in Coppa delle Coppe il 2 marzo 1995 in occasione di Sampdoria-Porto (0-1)[3]. Nella manifestazione europea mette a segno una doppietta il 20 aprile 1995 contro l'Arsenal, inutile ai fini del passaggio del turno dato che i blucerchiati perderanno ai rigori[1][4].
                              Nella stagione 1995-1996 è poco impiegato, chiuso dai compagni di reparto Mancini, Chiesa e Maniero, e nel 1996 scende di categoria trasferendosi in prestito al Venezia in Serie B[5]. Con i lagunari nella stagione 1996-1997 mette a segno 20 reti in 33 presenze di campionato, risultando vice-capocannoniere dietro Davide Dionigi.
                              Il Napoli l'acquista in comproprietà dalla Samp[6] nella stagione seguente, che vede la squadra retrocedere tra i cadetti; segna 10 reti andando per la prima volta in doppia cifra nella massima serie. Riscattato dai partenopei[7], disputa altre due stagioni nella serie cadetta con il Napoli, nelle quali viene condizionato da un lungo infortunio[5]: segnerà 12 gol complessivi (6 nella stagione 1998-1999 ed altrettanti nella stagione 1999-2000), contribuendo alla promozione in Serie A nel 2000. Nella stagione 2000-2001 la società partenopea retrocede nuovamente in Serie B, e Bellucci mette a segno 2 reti in 18 presenze: sia l'allenatore Zdeněk Zeman che il collega Emiliano Mondonico non gli daranno spazio, preferendo a lui giocatori come Edmundo[1].

                              Dopo quattro anni passati con la casacca napoletana, nel 2001 si trasferisce a parametro zero al Bologna[8]. Nelle prime stagioni con la maglia rossoblu l'attaccante romano trova poco spazio[5], chiuso nel suo ruolo da Giuseppe Signori. Diventa titolare in seguito alla retrocessione in Serie B nel 2005: nella stagione 2005-2006 è vice-capocannoniere della serie cadetta dietro a Christian Bucchi del Modena, e si conferma nella stagione successiva dietro allo juventino Alessandro Del Piero, siglando 19 reti. Nella sua ultima annata a Bologna indossa anche la fascia di capitano[9].

                              Nel giugno del 2007, in scadenza con il Bologna[9] firma con la Sampdoria, tornando a giocare nella squadra che lo aveva fatto esordire nella massima divisione tredici anni prima[10]. Nella stagione 2007-2008 riesce a segnare 12 gol in campionato e uno in Coppa UEFA, il 20 settembre 2007 in occasione di Sampdoria-Aalborg (2-2)[11].
                              La stagione viene condizionata da due seri infortuni. Il 24 febbraio 2008, in occasione della partita contro l'Inter, si infortuna al menisco[12], rientrando a soli 13 giorni di distanza nella ripresa della partita Sampdoria-Catania e segnando il gol del 3-1 finale[13]. Domenica 11 maggio, nella partita Palermo-Sampdoria, subisce un altro infortunio, questa volta più grave: rottura del tendine d'achille del piede destro[13].
                              Nella stagione successiva viene nuovamente tormentato da problemi fisici, questa volta al ginocchio[14]: il 30 marzo viene operato ad Anversa dal professor Marc Martens per una lesione osteocondale del ginocchio sinistro[15].
                              Il 20 gennaio 2010 si trasferisce al Livorno[16] con il quale esordisce il 31 gennaio a San Siro contro il Milan, fornendo anche un assist per il gol del definitivo pareggio di Cristiano Lucarelli. A fine stagione, dopo la retrocessione dei labronici, rimane svincolato, e il 10 settembre 2010 viene ufficializzato il suo tesseramento da parte del Modena[17][18]. L'esperienza modenese viene condizionata da un'ulcera gastrica, che lo colpisce a fine 2010 consentendone il rientro in squadra solo nell'aprile successivo[19].

                              Bellucci è stato convocato nelle Nazionali giovanili 11 volte; ha giocato 6 partite nell'Italia Under-21 segnando 2 gol.

                              A fine stagione, in scadenza di contratto, decide di ritirarsi dall'attività agonistica per dedicarsi a quella di allenatore, nelle giovanili della Lodigiani.[20]. Al termine della stagione 2012-2013 torna alla Sampdoria, sempre come allenatore delle giovanili[21].


                              [allegato eliminato da un amministratore]
                              Se per vivere devi strisciare, alzati e muori.
                              cit. jim morrison
                              BASTA PROFESSORONI!!! ben vengano tecnici veri
                              BENVENUTO MISTER SARRI

                              muccusiello tifosotto del napoli:
                              il napoli acquista... nun e buon potevano prendere di meglio
                              pappone cacc e sord
                              sarri ? ci salveremo addio champion's RIDICOLI COME SEMPRE I TIFOSOTTI

                                 

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