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Sonny Boy

    Omar Sivori
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Kobe Bryant vuole la Virtus Bologna: il giocatore dei Lakers ha un forte desiderio di giocare in Italia e Bologna è l’unica destinazione possibile. Le parti, dopo il rifiuto alla modifica del calendario da parte della Lega, stanno cercando di muoversi verso altre soluzioni, c’è ancora una settimana di tempo.
Intanto la Montepaschi Siena avrebbe fatto un’offerta a Carlos Delfino.






Il fine settimana è quello decisivo, lo hanno detto tutti, senza mezzi termini. Il primo incontro tra associazione giocatori e proprietari al Waldorf Astoria di Manhattan non ha però portato a passi significativi e si è deciso di proseguire le trattative alle 16 di sabato (ora italiana). Derek Fisher e Billy Hunter hanno provato a fare la voce grossa, convocando all’incontro i grossi calibri, come LeBron James, Carmelo Anthony e Dwyane Wade. Il meeting, durato quattro ore circa, pare abbia evidenziato uno spirito di cooperazione tra le parti, intente a cercare di avvicinarsi per non far saltare del tutto il banco. La notizia che ci sarà una nuova riunione fa ben sperare anche se sembra che ci sia stato qualche momento di tensione, con il commissioner David Stern protagonista di un accesso diverbio con Dwyane Wade.

Superato questo intoppo, non ne sono mancati altri, con alcuni giocatori che hanno proposto di prendere e abbandonare il meeting. Fisher è stato bravo a tenere il gruppo unito, anche con l’aiuto di Melo Anthony. Tra gli altri giocatori anche veterani come Paul Pierce, Ray Allen e Mo Evans.
“Qualche parola di troppo può volare in situazioni del genere, l’importante è non perdere di vista il vero obiettivo. Il nostro è quello di trovare un accordo. Oggi non lo abbiamo trovato ma ci ritroveremo ancora sabato per continuare a parlare. Ovviamente dobbiamo essere sicuri del percorso che decidiamo di scegliere perchè vogliamo che sia quello giusto“.
Parole che non fanno una piega quelle di Derek Fisher, presidente del sindacato giocatori. Il playmaker dei Lakers ha sottolineato che le parti non si sono avvicinate rispetto all’incontro di mercoledì scorso, che non sono state avanzate nuove proposte ma che, cosa positiva, non sono emerse minacce di cancellare l’intera regular season. Come ha poi sottolineato invece il vice commissioner Nba Adam Silver, il weekend è decisivo, perchè il tempo utile per evitare di cancellare parte di stagione sta finendo. Altrimenti, dopo lo slittamento dei training camp e la cancellazione di alcune gare di preseason, a rimetterci saranno le partite vere.
“Entrambe le parti hanno convenuto che le conseguenze del non trovare un accordo ci porta alla prospettiva di cancellare partite di regular season. E hanno capito che una volta che si inizia a perdere partite, i giocatori perdono gli stipendi e i proprietari perdono incassi. Così le posizioni su entrambi i lati si irrigiscono e sarebbe sempre più dura trovare un’intesa. Sono queste le conseguenze enormi a cui mi riferivo nel cercare di fare un accordo”.
Parole sante anche quelle del commissioner David Stern. Ora non ci resta che aspettare fiduciosi anche se la divisione degli introiti e la questione dell’hard cap non sembrano ostacoli così facili da superare. Se nel weekend non ci dovessero essere progressi, non ci sarà regular season, almeno per il mese di novembre.
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