È comprensibile il tuo stato d'animo.
Nella vita di una persona questi nuovi esistono, non è un amare o non amare un lavoro.
Io ad esempio ho avuto uno stesso bivio molto prima a 27 anni ormai logoro del tipo di concezzione della ristorazione in Italia (e pure parte dell' Europa), ho preferito cambiare totalmente ambiente e lavoro.
La domanda che ti devi porre piuttosto se continuare o meno è la seguente:
Dato per scontato che ti piace il tuo lavoro, cosa ti piace fare nella vita che può diventare un lavoro.
Tipo ti piace lavorare il legno ( a scanso di equivoci, considerato che qui c'è è ci sarà sempre chi legge e non riesce minimamente a scidere gli esempi da affermazioni, QUESTO È UN ESEMPIO).
Prova a parlare con un falegname, digli che sei interessato ad apprendere "il mestiere" perché ti piace che non vuoi soldi (perché fortunatamente non ne hai necessità), che vuoi solo apprendere.
Ti fai un paio d'anni così (glielo dici chiaramente), e poi ti apri una bottega tua.
Dove magari ti specializzi in restauro o nella creazione di oggetti esclusivamente personalizzati.
Lavori su appuntamento, definendo che il prodotto può avere una produzione più lunga dei tempi che normalmente ci sono.
Senza stress (tranne quelli oggettivamente imprescindibili da qualsiasi tipo o forma di lavoro), stando ai tuoi orari esigenze e necessità il tutto ovviamente con la dovuta professionalità, che deve sempre esserci.
Insomma lavori più per divertimento ed appagamento personale che per lucro (che di fatto è l'ultimo pensiero, ripeto è un esempio).
Oppure abbandoni davvero al lavoro e ti dai al volontariato, o a qualcosa che ti piace fare (personalmente potessi permettermelo, avendo una rendita che mi fà strare tranquillo economicamente,mi dedicheri esclusivamente alle arti marziali, ancor più di come faccio adesso).
Però il punto focale è per prima cosa capire se hai altri interessi che ti stimolano oltre al tuo lavoro.