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    Diego Armando Maradona
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Diego Armando Maradona Napoli 16 luglio 1992:

“Se il Napoli non mi lascia libero sarò un cadavere calcistico”.

L’addio di Gonzalo Higuain ha sconvolto la città di Napoli, da sempre divisa tra tifosi del club azzurro e tifosi della Juventus. Molte vecchie glorie della squadra del capoluogo campano che hanno sentenziato sull’addio del secolo.
Non ha fatto mancare la sua voce Diego Armando Maradona, idolo dei tifosi del Napoli e da sempre indicato come bandiera della squadra azzurra, nel giorno del novantesimo compleanno della società azzurra:

“La gente di Napoli ha bisogno di sostegno – ha detto nel messaggio di auguri -, state tranquilli, io vi sostengo, io non vi tradisco, ormai è fatta, quindi pensiamo a fare una bella squadra per la gente e Higuain che faccia il meglio per sé. Ormai è finita con Higuain, ma con me non lo sarà mai. Un bacio grande al presidente ed a tutti i napoletani”.

Ma la storia è un po’ diversa. Diego Armando Maradona provò a lasciare Napoli già nel 1989, dopo la storica vittoria in Coppa Uefa.

Andando a spulciare nell’album dei ricordi, abbiamo riscoperto questa dichiarazione del pibe de oro, datata 2009:

“Nell’estate del 1989 avevo firmato un contratto con Bernard Tapie. Era tutto pronto. Dopo quattro ore di incontro, Ferlaino mi disse che se avessimo vinto la Coppa Uefa mi avrebbe lasciato andare. La coppa l’abbiamo vinta ma alla fine mi impedì di andare al Marsiglia”.

(FONTE SKY)

Così ricostruì la vicenda, nel 2013, Corrado Ferlaino, dalle colonne del Corriere dello Sport (22 ottobre):

“Avrei potuto cederlo all’Olympique Marsiglia, nell’89 e scelsi l’unica linea che ritenevo e ritengo ancora oggi percorribile: rifiutare non solo la trattativa, ma persino l’incontro con Tapie (…) lui venne a Napoli, ma io non lo ricevetti. L’avessi fatto anche solo per cortesia, sarebbe venuto fuori un pandemonio, avrei offerto la possibilità di scrivere qualsiasi cosa, avrei alimentato discussioni di ogni genere. Il Marsiglia aveva parlato direttamente con un mediatore e con il procuratore di Diego, da me arrivò in un secondo momento. Io non concessi nessuna speranza, anzi evitai persino di pranzare assieme. Io non avevo intenzione di privarmi di Diego, l’avessi fatto il Napoli non avrebbe vinto il secondo scudetto”.

Una notizia shock che però sbiadisce al confronto della storia dell’addio di Diego al Napoli, che abbiamo ricostruito andando a spulciare nell’archivio storico di Repubblica dell’estate 1992.

Maradona, intenzionato a lasciare la città di Napoli senza un adeguamento di contratto, arrivò persino chiamare in causa Havelange (FIFA), Blatter (UEFA), Grondona (AFA) e Matarrese (FIGC) per ottenere soddisfazione.
La telenovela inizia a giugno, con Maradona che rifiuta la convocazione per il ritiro, e per mezzo del suo procuratore, Marcos Franchi, fa sapere che:

“Diego non ritornerà in Italia, anche se gli arriverà un ordine preciso o sarà minacciato”

FONTE: REPUBBLICA

Maradona Napoli: l’inizio il 10 luglio 1992
Il 10 luglio, Maradona inizia a flirtare con il trasferimento all’estero:

“Mi piacerebbe giocare in Francia. Ci volevo già andare quattro anni fa, ma non me lo permisero. Sarebbe l’ ideale, prima di chiudere la carriera qui, con il Boca Juniors, al quale voglio regalare uno scudetto che non arriva da dodici anni”

FONTE: REPUBBLICA

Ma stavolta incassa il no di Tapie:

“Maradona non ci interessa”

FONTE: REPUBBLICA

Nella querelle l’AIC (associazione italiana calciatori), per voce del suo presidente (Sergio Campana) è la prima a intervenire, esprimendosi a favore di un addio di Maradona e di una fuga dalla città di Napoli:

“Maradona è impegnato in un mirabile sforzo di recupero (…), ha bisogno di ritornare a giocare in un ambiente sereno. Questo non è, per mille ragioni, quello del nostro calcio. La preghiamo perciò di esaminare la richiesta di lasciare libero Maradona di scegliere la società e la squadra da lui in questo momento gradite, pensando non solo a quanto Diego ha dato al Napoli, ma soprattutto al contributo che dobbiamo e possiamo offrirgli per il suo pieno recupero”.

FONTE: REPUBBLICA

E lo stesso Havelange (allora potentissimo presidente della FIFA), sempre a luglio dichiara:

“La Fifa è a disposizione delle parti per risolvere i contrasti tra il giocatore e il Napoli. Non è possibile che un giocatore della sua qualità, che ha un pubblico che lo ama così, sia bloccato da questioni personali. E’ sicuro, troveremo un accordo”.

FONTE: REPUBBLICA

Maradona Napoli: il comunicato ufficiale
Nel mese di agosto del 1992, dopo un’estate di litigi e battibecchi, a seguito di un incontro a Ginevra tra le parti interviene la FIFA, , con questo comunicato ufficiale:

“Dopo un intenso scambio di opinioni tra il Napoli ed i rappresentanti di Maradona, nonchè tra gli esponenti della Figc e della Federcalcio argentina (Afa), è stato possibile un avvicinamento delle diverse posizioni sul caso. I rappresentanti del giocatore hanno presentato due proposte: una per consentire il ritorno del calciatore al club italiano e l’ altra in riferimento alla risoluzione del contratto. Sulle condizioni delle proposte fatte, entrambe le parti hanno risolto di non fare alcuna dichiarazione e di mantenere il più assoluto silenzio in proposito”.

Così, sempre come riportato dal giornale, ricostruì la vicenda invece il presidente della Federcalcio Argentina, Julio Grondona:

“La discussione in certi momenti è stata molto aspra. Il rappresentante di Maradona ha continuato a insistere solo sulla rescissione del contratto. Ma poi, di fronte al deciso rifiuto del rappresentante del Napoli, Franchi ha scelto l’ altra proposta: il ritorno al club del calciatore”.

Nella ricostruzione del giornale romano, “Sembra però che il manager argentino abbia avanzato al Napoli pretese onerosissime: la possibilità per Maradona di andare in Argentina quando vuole (15 giorni a Natale, altrettanti a Pasqua…) per continuare la terapia di disintossicazione, un consistente adeguamento del suo ingaggio (anche se Diego ha già preso 6 miliardi d’ anticipo)”.

Così parlò Maradona:

“Speravo in un’ altra soluzione. Ma visto che non c’ è stata, offro un’ altra opportunità al Napoli. Che dovrà però accettare tutte le condizioni che contiene la proposta avanzata da Franchi, anche perchè è stata fatta con l’ avallo della Fifa”.

FONTE: REPUBBLICA

Il giorno dopo, spunta la nuova dichiarazione dell’argentino:

“Credo che Ferlaino finirà per accettare, dall’ alto della sua superbia, le condizioni che ho chiesto. Se, invece, Ferlaino non le accetterà, credo proprio che la mia carriera finirà”.

Condizioni che recitano nel dettaglio:

“Poter vivere lontano da Napoli; allenarsi non con la squadra ma per conto suo; giocare soltanto le partite casalinghe; la cancellazione di tutte le multe, per un totale di 300 mila dollari; sospensione di tutti i deferimenti; pagamento degli arretrati per un totale di circa 6 milioni di dollari; revisione della decisione di non pagargli gli stipendi di questa stagione; la possibilità di andare sovente in Argentina per la cura disintossicante”.

FONTE: REPUBBLICA

Alla discussione, parteciperà anche il Napoli con un FAX storico, spedito a Fifa, Maradona e procuratore del calciatore:
“Maradona può tornare a Napoli e tale rapporto è già ampiamente regolato giuridicamente ed economicamente. Di questo ritorno siamo estremamente lieti per il grande attaccamento che la società, la squadra e la città gli hanno sempre dimostrato, finchè la sua logica di uomo e di sportivo è stata coerente alle attese e alla fiducia riposta.

Per il resto valgono i patti sottoscritti e regolati dai contratti, federale e d’immagine; fermo restando che, come in passato, il Napoli non ha mai lesinato nulla a Maradona, sarà la società stessa non solo a rinunciare ai notevolissimi danni derivanti dalla vicenda, ma a offrire un adeguato premio al calciatore se il suo comportamento umano e sportivo lo renderà meritevole. […] Come puro inciso, relativo all’altra ipotesi proposta riguardante lo svincolo, il Napoli ribadisce ancora una volta il suo categorico rifiuto.

E può solo rilevare la stranezza di un’offerta che prevede una cifra irrisoria, garantita fumosamente e senza alcuna considerazione per i danni che la società ha subito, non certo per sua volontà. […] Si concorda infine sulla necessità di una maggiore discrezione, comunque già tradita dalle ultime dichiarazioni di Maradona, e attendiamo con ansia il momento in cui Maradona deciderà di usarla. Riteniamo che questa nostra chiarezza sia il modo migliore di dare il benvenuto a Napoli a un grande giocatore e a un uomo di valore.

Ma la guerra non finisce e, qualche giorno dopo, spunta pure un antenato della clausola rescissoria:

“Secondo Grondona, Blatter è pronto a concedere il transfert provvisorio a Maradona fissando un indennizzo di 5 milioni di dollari. Al Siviglia, perciò, il manager di Maradona ha consigliato di non offrire al Napoli 9 milioni di dollari, come il club andaluso si preparava a fare, ma di “girare” la parte rimanente (4 milioni di dollari) a Maradona”.

FONTE: REPUBBLICA

Maradona Napoli: Blatter, Matarrese e … il Siviglia
Nelle ricostruzioni di Repubblica, a settembre Maradona non esita a coinvolgere quelli che poi saranno vittime dei suoi strali negli anni successivi:

Joseph Blatter: “Ho parlato con Matarrese, pregandolo di contattare il presidente del Napoli, Ferlaino, per convincerlo a consentire al Siviglia un accordo con Maradona”.

Antonio Matarrese: “E’ vero, martedì ho chiamato Blatter e abbiamo avuto un lungo colloquio. Ho preso io l’ iniziativa perché sono sicuro di convincere Ferlaino a cedere il giocatore, ha capito anche lui che Maradona non tornerà più a Napoli. E per evitare l’ intervento della commissione Fifa per lo statuto del calciatore: sarebbe stato inutile”

FONTE: REPUBBLICA

Ferlaino prova a resistere, ma la frattura è insanabile e l’11 settembre 1992, il fantasista argentino dichiara:

“Se non posso debuttare a Siviglia entro il 20 settembre, lascio il calcio. Spero che questa non sia un’ altra illusione. Un mese fa, il mio procuratore, Franchi, mi fece sapere che potevo considerarmi libero. Brindai con champagne. Stavolta brinderò solo sulla scaletta dell’ aereo che mi porterà a Siviglia”.

FONTE: REPUBBLICA

Il 15 settembre, Maradona si allena a Siviglia, ospite del club, pur essendo ancora sotto contratto con il Napoli.

Così parlò il Cabezas, vicpresidente del club andaluso:

“E’ stato Maradona a cercarci, è stato Maradona a decidere di venire qui. Non potevamo mandarlo via, lo abbiamo accolto come avrebbe fatto chiunque”.

FONTE: REPUBBLICA

Il 18 settembre, forte del suo impatto mediatico, minaccia il ritiro (cosa che spaventa i vertici del calcio mondiale, che vogliono usare l’argentino come testimonial dei mondiali di USA 94):

“Basta, ora basta. Martedì, giovedì, venerdì. Non posso più vivere in questo modo. Domenica sarò a Buenos Aires, nella mia fattoria. Chiudo col calcio, smetto, la domenica andrò a fare il tifo per il Boca. Non ne posso più. Il calcio non mi vuole, e il potere di Ferlaino è stato più forte di tutto”.

FONTE: REPUBBLICA

Il 22 settembre, a Zurigo, Maradona ottiene la cessione al Siviglia, dove si trasferisce per 7,5 milioni di dollari.
Così Diego commentò la conclusione della vicenda:

Su Ferlaino:

“Sono ad un passo dalla libertà. Quello che mi ha fatto non lo auguro al mio peggior nemico. Ho visto l’ inferno molto da vicino. Un giorno Ferlaino avrà il suo castigo, anche se credo che la punizione più grande, per lui, sia sapere che Maradona continua a vivere. E’ un uomo che non conosce l’ amore, nemmeno quello per le sue figlie. Un uomo che mi fa pena”.

Sulla vicenda:

“Sono felice, è la fine di un incubo. Sono pronto a partire anche subito. Se la situazione non si fosse risolta entro la settimana avrei abbandonato il calcio”.

FONTE: REPUBBLICA

Maradona Napoli: la beffa finale
Di quanto dovuto per l’addio di Maradona, il Napoli riceverà solo 4 milioni di dollari, con la FIFA che autorizzerà il Siviglia a non completare il pagamento del giocatore. Ora, come allora, la colpa venne data al presidente del Napoli. Per metterla con le parole di Karl Marx:

“La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”.

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