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Topic: È morto Paolo De Crescenzo maestro della pallanuoto italiana  (Letto 1091 volte)

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Online Abi

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« il: Giugno 02, 2017, 21:32:40 pm »
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È scomparso alle 4 di stanotte Paolo De Crescenzo, maestro della pallanuoto italiana. Napoletano, 67 anni, è stato stroncato da un male incurabile nella casa di Varcaturo, assistito dalla compagna Cinzia, dai figli Brunella e Francesco e dal fratello Massimo, come lui allenatore di pallanuoto.
De Crescenzo è stato uno dei protagonisti della Canottieri Napoli allenata di Fritz Dennerlein che vinse 4 scudetti e la Coppa dei Campioni negli Anni Settanta. Diventato allenatore, a 33 anni prese la guida del Posillipo, con cui vinse il primo di nove scudetti nel 1985, battendo in finale proprio la Canottieri. Sulla panchina rossoverde avrebbe vinto anche due Coppe dei Campioni, due Coppe delle Coppe, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa europea. Nel suo curriculum anche la Nazionale, il Recco e la terza squadra napoletana, l'Acquachiara presieduta da uno dei suoi allievi, Franco Porzio. Nello scorso autunno De Crescenzo aveva assunto la supervisione tecnica del centro pallanotistico Aqavion di Brusciano, diretto dai suoi allievi Fabio Bencivenga e Fabio Violetti.
I funerali di De Crescenzo domani, sabato 3 giugno, presso la Parrocchia di Santa Maria della Libera in via Belvedere



Scusate eh ragazzi, ma una notizia del genere meritava un topic dedicato. Se n'è andato uno degli sportivi napoletani più importanti della storia. RIP.

    Online GIANPAOLO

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    « Risposta #1 il: Giugno 02, 2017, 21:39:18 pm »
    Hai fatto bene ad aprire il topic e visto che è stato aperto così tardi temo che ci saranno pochi che ricorderanno questa scomparsa.

    Un campione dentro e fuori la vasca. Peccato non aver vinto quell'oro olimpico contro comunque una delle nazionali più forte di tutti i tempi.

    Addio campione.
    FORZA NAPOLI!!! SEMPRE... *_*
     
     

      Online Alexio.cue

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      « Risposta #2 il: Giugno 02, 2017, 21:52:23 pm »
      Addio. :facepalm:

        Offline Ford Perfect

        • A un bivio, nel dubbio, vai dritto!
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        « Risposta #3 il: Giugno 02, 2017, 21:53:11 pm »
        rip, un mito
        ou kalon esti to kalon, alla kalon, kalon, kalon

        Assioma di Cole: l'intelligenza nel mondo è una costante.... la popolazione è in aumento.

        FORZA NAPOLI!!!!!!

          Offline Torexx

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          « Risposta #4 il: Giugno 02, 2017, 21:56:30 pm »
          Rip

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            Offline Yavonz™

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            « Risposta #5 il: Giugno 03, 2017, 01:09:03 am »
            Rip

              Offline Nick Fury

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              « Risposta #6 il: Giugno 03, 2017, 01:13:31 am »
              Se ne va un monumento ragazzi.

              R.I.P
              "Io ero da poco sindaco, mi chiama il presidente De Laurentiis e mi dice ‘Sindaco, ti devo parlare con molta urgenza. C’è una cosa urgentissima’. Io risposi: ‘Sì presidente, oggi però purtroppo non posso perché ho un’agenda fittissima. L’ultimo appuntamento ce l’ho alle 22, vieni alle 22.30 a Palazzo San Giacomo. Se è urgentissimo, ci mancherebbe altro, anche di notte’. Lui viene (ve la faccio breve perché lui ha premesse e preamboli abbastanza lunghi, a volte anche piacevoli perché senza tensioni abbiamo fatto anche chiacchierate piacevoli) e mi dice: ‘C’è un problema, si è rotto il telone che copre il prato quando piove. Si tratta di poco più di mille euro che bisogna mettere e secondo la convenzione questi soldi li deve mettere il comune’. Io dissi: ‘Aurè scusami, mi hai detto che era una cosa urgentissima, pensavo che se ne stesse cadendo lo stadio‘. Là capii che sarebbero stati dieci anni non facili”.

              Luigi De Magistris

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                « Risposta #7 il: Giugno 03, 2017, 14:23:57 pm »
                Ricordo ancora la finale ( una delle finali ) con la Canottieri.
                Ero ragazzo.
                A fine gara tutti int a piscina......a me m'hanno semp fatt schif e piscine.....poi s steven ittann e meglio zulù, ci pensai un attimo e poi : ma che me ne fotte...........m iett pur io.........no aspetta..........lasciamo stare, teng pur e sord int a sacca...... :look:

                De Crescenzo erà lì, tutto bagnato, coi suoi atleti che lo alzavano........testimoni di un mondo sportivo napoletano eccezionale in un periodo in cui si pensava solo al calcio ( perchè invece ora ? ) e la Scandone si riempiva solo per le finali.

                Già......perchè alla fine....pure io, nun m iett a verè solo la finale ?
                Ed ero più colpevole di tanti altri perchè avrei dovuto rispettare le mie origini un pò di più.
                Il Posillipo è la squadra della mia infanzia, al circolo Posillipo la mia famiglia ha donato una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Roma del 60........col fratello di mio padre, mio zio.
                E sono orgoglioso di dire al circolo Posillipo, non all'Italia, così ci ripetiamo in famiglia da sempre, anche ora che pure mio zio non c'è più.

                De Crescenzo era un protagonista di quella storia.....lo è anche dopo morto.
                Come zio Antonio.

                Le loro foto rimarranno per sempre all'ingresso del club.
                Le loro anime per sempre legate a ciò che più gli appartiene.....l'acqua......il mare.

                Non veniamo forse da lì tutti ?
                Noi napoletani credo, più di altri.

                  Online diegol

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                  « Risposta #8 il: Giugno 03, 2017, 14:39:43 pm »
                  Grande uomo, grande sportivo, un esempio per i suoi atleti e per Napoli nel mondo. Riposa in pace Paolo!

                    Online Abi

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                    « Risposta #9 il: Giugno 03, 2017, 18:59:55 pm »
                    Questo è un bell'articolo della Repubblica, di 10 anni fà, per far capire meglio chi sia stato Paolo De Crescenzo


                    Vallo a spiegare che questo signore garbato, colto, misurato nei modi e nelle espressioni, è un pezzo di storia dello sport italiano. Prova a far capire che per vincere tutto non sono indispensabili le urla o la prosopopea di qualche illustre collega, e che una frase sussurrata mettendo una mano sulla spalla a chi ti sta a fianco può fare più effetto di mille rimproveri.
                    Lo scaffale dei trofei di Paolo De Crescenzo, gentleman della pallanuoto, vacilla sotto il peso di 13 scudetti (4 da giocatore, 9 da allenatore), 3 Coppe dei Campioni (unico italiano a esserci riuscito), 1 Coppa delle Coppe, 2 Coppe Italia, una Supercoppa europea, una medaglia d´argento ai campionati del mondo, 17 finali scudetto conquistate su 17 campionati disputati. Una vita passata con l´odore del cloro nelle narici, cercando di imporre i valori umani prima ancora che quelli sportivi. Sempre. Continuerà a farlo, De Crescenzo, con i bambini della piscina di Siano, la struttura comunale in provincia di Salerno che gestisce con l´allievo-collega Carlo Silipo.
                    Da giugno, è quella l´attività principale: l´addio alla pallanuoto è arrivato a 57 anni, al termine di una delle poche stagioni chiuse senza trionfi. "È stata una decisione serena: ora, a distanza di due mesi, posso dire di non aver avuto il minimo ripensamento. Mi sono detto: hai vinto tutto quello che c´era da vincere, hai vissuto le sconfitte che bisognava vivere. Ho capito che il mio percorso si era concluso". Un percorso lunghissimo, cominciato nel settembre del 1961: "Mio padre portò me e mio fratello Massimo alla leva di nuoto della Canottieri Napoli, a quel tempo tenuta da Bubi Dennerlein, fratello di Fritz. Dopo averci visto, disse a mio padre: "Ma dove li tenevi nascosti, sotto la mattonella?". In realtà noi eravamo sportivi di natura, sulla spiaggia del Lido Virgilio a Miseno non ci fermavamo finché non faceva buio. Il nuoto era una passione innata, agli inizi mi dedicai soprattutto a quello, anche con discreti risultati. Poi, poco alla volta, la pallanuoto cominciò a prendere sempre più spazio e alla fine debuttai in prima squadra a 15 anni con Fritz Dennerlein in panchina".
                    L´incontro con Dennerlein è il momento che cambia la vita, il segno che resta indelebile: "È la persona più importante che abbia incontrato nel mondo dello sport e non solo. Lo considero un secondo padre. Mi ha fatto conoscere lo sport, mi ha dato la possibilità di viaggiare che è rimasto poi uno degli aspetti più belli di questa attività", ricorda De Crescenzo, che a quindici anni si ritrova in tournée in Egitto, a far visita ai club dove si giocava la pallanuoto. E poi Germania, Ungheria. Viaggi straordinari per un ragazzino che si trovava in mezzo a uomini e grandi campioni. "Partivamo in pullman, con le teglie di parmigiana di melanzane da conservare per l´intero viaggio e dopo venti minuti erano già vuote". In quella squadra c´erano Enzo D´Angelo, Gualtiero Parisio, Notarangelo, Criscuolo: un gruppo forte, con il quale si è cementata un´amicizia che dura tutta la vita. "Ricordo le serate a tavola da don Salvatore alla Riviera, con una quantità di piatti che non riuscivano neanche a stare tutti sulla tavola. C´era la goliardia fuori della piscina, in vasca venivano fuori la disciplina, la concentrazione e la voglia di vincere".
                    Dennerlein guida un gruppo, lo rende compatto in vasca e fuori. E, al momento giusto, sceglie il suo erede: è il 1983, Dennerlein dovrebbe allenare il Posillipo ma arriva la chiamata della nazionale. Il nome che indica per guidare il club appena arrivato in serie A è quello di Paolo De Crescenzo. A 33 anni, il ragazzo del Vomero cresciuto al Molosiglio affronta la sua prima stagione a bordo vasca e conquista la prima finale scudetto, mettendo a frutto gli insegnamenti di Dennerlein: primo, costruire un gruppo. "Credo che tutti siano disposti ad accettare la possibilità di vincere molto e di stare bene insieme. Divertirsi facendo sport, andare oltre il discorso sportivo e far coincidere i successi con la solidità dei rapporti umani. Raramente ho incontrato atleti a cui questo discorso non stava bene, quando è successo non hanno fatto parte del mio gruppo", spiega De Crescenzo, mentre sulla terrazza del Circolo Posillipo un socio lo saluta con una sola frase: "Grazie di tutto, lei è un vero signore". "Nel privato io non sono diverso da quando lavoro. Sono i contenuti a cambiare, ma il modo di essere è lo stesso. Non ho mai avuto bisogno di forzare le situazioni, non ritengo necessario alzare la voce per imporre le proprie convinzioni: è il mio stile di vita, in piscina e fuori. Qualcuno pensa che la signorilità sia sinonimo di debolezza o mancanza di carattere: non è il mio modo di pensare".
                    C´è stato un momento in cui il nome di De Crescenzo fu accostato anche al calcio: nel Napoli avrebbe avuto un ruolo simile a quello di Julio Velasco alla Lazio, con compiti legati soprattutto alla capacità di motivare i giocatori. Non se ne fece nulla, però arrivarono altre esperienze lontano da Mergellina. Il primo gennaio del 2003, nel giorno del suo 53esimo compleanno, De Crescenzo diventa allenatore dell´Italia di pallanuoto. "In azzurro ho provato la gioia massima e la delusione più cocente". Il massimo è la finale ai mondiali di Barcellona: imbattuta per tutto il torneo, la nazionale è sconfitta 11-9 ai supplementari contro l´Ungheria. L´amarezza arriva alle Olimpiadi in Grecia l´anno dopo: "I giochi olimpici, però, sono un´altra esperienza indimenticabile: è la rappresentazione di come dovrebbe essere la vita, con le diversità che convivono e si misurano lealmente, in una sana competizione dove a vincere è solo il migliore".
                    Un mondo ideale, lontano mille miglia dalla realtà quotidiana. È un discorso che porta, inevitabilmente, al rapporto di De Crescenzo con la sua città: "Viviamo quotidianamente il senso della sconfitta, il disagio di non poter lasciare ai nostri figli spazi vivibili e normali in una città in cui è negato di fatto il diritto all´esistenza. Non vedo più il senso del rispetto per l´altro, c´è un livello di sottocultura e di menefreghismo spaventoso. Lo sport, in questo senso, può far capire ai giovani, ai bambini, che esistono delle regole che vanno rispettate e che se non le rispetti sei fuori dal gioco". Confessa il suo pessimismo, ammette di aver conosciuto un´altra Napoli: "Era comunque una città con mille problemi, ma sapeva ancora sognare. E non vivevi con la sensazione della paura che ti accompagna tutti i giorni. Abbiamo ricchezze naturali e culturali inarrivabili. Abbiamo tutto, manchiamo solo noi". I vincenti nello sport piacciono spesso anche alla politica, De Crescenzo - una laurea in economia e commercio - non ha rappresentato l´eccezione: "Hanno tentato più volte di coinvolgermi, ma non credo faccia per me. Non mi piace dover bussare alle porte, non lo saprei fare".
                    Resta il futuro. Una vacanza, subito, per staccare e ricaricarsi. Poi la piscina di Siano: "Mi sta prendendo molto, il Comune vuole creare una realtà sportiva dove fino a poco fa c´era poco o nulla. Abbiamo aperto da poco e già ci sono tanti bambini che vogliono fare nuoto da noi". Accanto a lui c´è Carlo Silipo, erede designato sulla panchina del Posillipo: "Sarebbe la prosecuzione naturale: è stato un atleta formidabile, bisogna solo lasciarlo lavorare tranquillo cercando di capire che vincere non è la priorità assoluta". Vallo a spiegare che a parlare così è uno che ha vinto tutto. Senza mai alzare la voce.

                      Offline Nick Fury

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                      « Risposta #10 il: Giugno 03, 2017, 20:40:26 pm »
                      Bellissimo
                      "Io ero da poco sindaco, mi chiama il presidente De Laurentiis e mi dice ‘Sindaco, ti devo parlare con molta urgenza. C’è una cosa urgentissima’. Io risposi: ‘Sì presidente, oggi però purtroppo non posso perché ho un’agenda fittissima. L’ultimo appuntamento ce l’ho alle 22, vieni alle 22.30 a Palazzo San Giacomo. Se è urgentissimo, ci mancherebbe altro, anche di notte’. Lui viene (ve la faccio breve perché lui ha premesse e preamboli abbastanza lunghi, a volte anche piacevoli perché senza tensioni abbiamo fatto anche chiacchierate piacevoli) e mi dice: ‘C’è un problema, si è rotto il telone che copre il prato quando piove. Si tratta di poco più di mille euro che bisogna mettere e secondo la convenzione questi soldi li deve mettere il comune’. Io dissi: ‘Aurè scusami, mi hai detto che era una cosa urgentissima, pensavo che se ne stesse cadendo lo stadio‘. Là capii che sarebbero stati dieci anni non facili”.

                      Luigi De Magistris

                        Online Napolidomina

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                        « Risposta #11 il: Giugno 03, 2017, 20:44:56 pm »
                        R.i.p.
                        magnatv 'o limon

                          Offline chuck

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                          « Risposta #12 il: Giugno 08, 2017, 22:00:58 pm »
                          davvero mi spiace :pianto:

                             

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