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Sonny Boy

    Omar Sivori
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Il meeting di martedì scorso, quello che gli addetti ai lavori avevano definito “di vitale importanza”, non aveva sortito gli effetti sperati. Anzi, dopo la coraggiosa proposta di David Stern (la divisione 50-50 tra proprietari e giocatori dei proventi Nba) il sindacato aveva sbattuto la porta mettendo in pratica fine alle negoziazioni. Il commissioner aveva poi dichiarato che se non si fosse trovato un accordo entro lunedì la Nba sarebbe stata costretta a cancellare le prime due settimane di regular season.

NESSUNA NOVITA' — Venerdì sera però il sindacato ha fatto sapere che non ci sarà nessun incontro prima della deadline imposta dallo stesso Stern per cui, salvo clamorosi quanto improbabili dietrofront di Billy Hunter, lunedì mattina il commissioner della Nba renderà ufficiale quello che oramai appare inevitabile. Le prime due settimane della stagione regolare verranno così cancellate. Un triste epilogo ma sicuramente non del tutto inaspettato, soprattutto dopo gli ultimi infruttuosi incontri tra le due fazioni. La Nba, infatti, aveva parlato chiaro al sindacato confermando che avrebbe accettato un nuovo incontro soltanto se l’associazione giocatori avesse accettato la proposta “50-50” di David Stern. Billy Hunter, il numero uno del sindacato, venerdì ha comunicato il suo netto rifiuto, la stagione così, come prevedevano in molti, non potrà partire il primo di novembre. “Abbiamo detto al sindacato che non ci saremmo mossi dalla nostra posizione per quanto riguarda la divisione proventi della Nba - dice al New York Times il vice di Stern Adam Silver - avremmo potuto discutere su altri punti, tipo il salary cap, ma l’associazione giocatori ci ha risposto di no”.

SPACCATURA — Arrivati a questo punto la situazione si fa critica. I proprietari, infatti, vogliono andare fino in fondo e il lockout potrebbe così protrarsi a lungo. Billy Hunter non vuole apparire come troppo accomodante nei confronti di Stern, ma la sua prova di forza di venerdì potrebbe ritorcersi contro. L’unità del sindacato, infatti, sembra essere minata da alcuni giocatori (la percentuale per il momento non è chiara) che, in modo anonimo, hanno fatto trapelare di poter benissimo convivere con la proposta “50-50” di Stern. I proprietari sono conviti che quando i giocatori non percepiranno più lo stipendio (dal primo novembre) il sindacato sarà costretto a scendere a compromessi con David Stern. Hunter giura che non sarà così. Si vedrà, intanto però a inizio novembre il basket Nba non andrà in scena e questa è già una sconfitta per tutti.
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