Ora che ci penso, fra abbuffate natalizie e occhi persi causa editing di Serial Kinder, non vi ho mai raccontato quel che avvenne nella mia magione durante la finalissima di Doha. Anzitutto sono tornato da lavoro alle 18:10 con la bava alla bocca e, diamine, ho trovato mia moglie che osava guardare un fottutissimo film su Sky. Sosteneva di essersi dimenticata della partita! Vabbè, le ho detto che alla fine il padre della tizia moriva, si è incazzata per averle rovinato
il finale e ho sintonizzato la TV
sulla finale.
Vabbè, che ve lo dico a fare, la disposizione tattica in salotto era quella delle partite di cartello. Io a centrocampo sul trono imperiale (i miei figli, memori delle sberle delle ultime settimane, hanno capito che il loro posto è sul divano). Rutto e jastemma liberi. Ma siccome nel titolo di questo topic appare uno juventino e, per di più, vi ho anticipato la sua presenza nella mia dimora durante la partita, eccovi una bella analessi. Che poi sarebbe un modo figo, pardon da Accademia della Crusca di definire il flashback.
Quella mattina, ore 8:00
Ci eravamo alzati con un piccolo, mica tanto, problema: uno dei miei pargoli, il mediano, aveva un febbrone da cavallo e, dato che le mamme si accorgono di tutto, anche un rantolo sospetto dietro la schiena e un fischio quando respirava. Diagnosi del papà: «Vabbè, dai, magari è soltanto un raffreddore.»
Diagnosi di mammà: «Invece secondo me è bronchite.»
«Uh Maronna, e come sei drastica!»
«No, sei tu che sei facilone. Perché non vai a vedere se può scendere Davide?»
Ora, sappiate che il sopracitato Davide è un bravissimo e gentilissimo medico che abita al piano di sopra. Non è un pediatra, in realtà è chirurgo e dentista, il pediatra è suo padre a essere pignoli, ma ha due figli anche lui e in tanti anni non ha sbagliato un colpo. Sì perché, pur non essendo il nostro medico curante, a lui ci rivolgiamo per qualsiasi cosa. Riguardi noi adulti o i piccolini. E lui, con santa pazienza e una gentilezza infinita, indovina sempre la cura, come il famoso Dott. Arnone di
Io speriamo che me la cavo.
Invece la mia dottoressa e la pediatra, cioè i nostri medici curanti ufficiali, sono due sacchette e somigliano per competenza al Dott. Nicolella del già nominato libro. A proposito, ciao maestro D'Orta
Ma non divaghiamo. Davide ha un unico difetto: è juventino. Ma i bambini io li metto davanti a tutto, così quella mattina sono salito al quinto piano per chiedergli se poteva dare un'occhiata al cucciolo. Purtroppo era già uscito di casa. Allora l'ho whatsappato e mi ha risposto «Ok, vengo nel primo pomeriggio». Ora, nel primo pomeriggio non è venuto e neppure nel secondo o nel terzo. Così quando è cominciata la partita, ho pensato "Vabbuò, Davide non viene più. Figuriamoci se si perde la partita!".
Basta con l'analessi, torniamo in diretta. Diciamo che la Juve ha già segnato il primo, così vi evito una buona dose di bestemmie (non ci tengo a essere bannato pure qui). Al pareggio del Pipita, vi lascio immaginare il mio urlo preistorico: talmente forte che la compianta Virna Lisi, da poco passata al Creatore, mi ha cazziato col tono severo di quando impersonava la suora: «Ohè, ma manc da morta me facite sta' 'ngraz 'e Dddio?». Chissà perché i cari defunti si esprimono nella mia lingua madre quando devono dirmi qualcosa.
Il problema vero è un altro, e voi che siete tifosi come me (e tifose, anche se pochine, quassù) lo conoscete bene: eravamo tutti ormai certi dei rigori, quando a uno sputo dalla fine segna di nuovo quella latrina dell'Apache. Chi di voi non ha pensato che era finita? Di sicuro l'ha fatto il Dott. Davide, perché quando mancavano un paio di minuti al triplice fischio sento suonare il campanello. Chi minchia è che rompe durante il Napoli? Ma poi vedo che mia moglie fa entrare Davide, borsa marrone in mano e stetoscopio d'ordinanza già montato sulle recchie. E allora, con un occhio alla partita e un altro al medico, denudo mio figlio affinché possa auscultarlo. Dice: «Tanto ormai abbiamo vinto la coppa!», e ride.
Bene, la scena è stata questa. Gli altri bambini facevano un po' chiasso, e Davide non sentiva bene i bronchi. Allora faccio: «Scccccccc bambini! Fate silenzio, ché Davide deve sentire il respiro di Ale!»
E mentre dico questo, Gargano mette una palla in mezzo.
Silenzio assoluto, sta per parlare, forse finalmente ha sentito qualcosa, quando... «Higuaiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnnnnnnn!!!!!!!!!»
E' Riccardo, il primogenito, e non ha ancora finito le "enne" che mi salta addosso e ci rotoliamo come maiali sul pavimento.
Poi cerco di darmi un contegno, Davide ha la faccia bianca come se avesse visto un fantasma e gli domando: «E' così grave?»
Si mette a ridere. «Eh sì», risponde. «Ti faccio vedere che ora la perdiamo!»
«No, intendevo Alessandro: è grave?»
«Ah! Un principio di bronchite», mia moglie fa la faccia del "te l'avevo detto?", «ora ti prescrivo un antibiotico.»
Prende il blocchetto delle ricette e scarabocchia qualcosa.
«Ci guardiamo i rigori insieme Davide?», oso.
«NO!», ribatte un po' risentito. «Me li guardo sopra... tanto già lo so come va a finire!»
Epilogo
Col senno di poi, sto riflettendo che ho sbagliato. Dovevo farmi venire la guallera pizzaiola e farlo scendere anche domenica scorsa!