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Topic: NBA  (Letto 375910 volte)

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Online chughino

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« Risposta #3945 il: Febbraio 04, 2025, 17:46:44 pm »
Doncic non ha mai vinto l'anello :look:

Ad oggi i Lakers è quasi impossibile vincere.

Luka è tanto fenomale quanto un pessimo uomo squadra e pessimo professionista.
Mi auguro che cambi.

Hai ragione!
I mavs sono arrivati in finale ma non hanno vinto.

Doncic è uno mezzo matto ma se lo coinvolgi da tutto
« Ultima modifica: Febbraio 04, 2025, 17:49:03 pm da chughino »

    Online chughino

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    « Risposta #3946 il: Febbraio 04, 2025, 17:53:02 pm »

    Purtroppo la NBA con il free Agent e la introduzione del mercato selvaggio, é diventata ormai la massima espressione dello sport al servizio del soldo

    Una follia collettiva, avallata dal fatto che il pubblico continua a seguire un evento sportivo che é diventato un circo, e che é si é trasformato in una accozzaglia di giocate spettacolari, dove l'aspetto tattico e di disciplina agonistica sta scomparendo

    Onestamente, faccio fatica a divertirmi nel guardare le partite

    Andrebbe chiesto agli appassionati delle rispettive squadre se trovano divertente ed appassionante tutto cio'

    Garmacho 70 milioni, Cambiaso 80, Dorgu e Comuzzo 40, credo che il problema del mercato pazzo sia dello sport in generale.
    Comunque l' NBA adesso è questa.
    Non piace nemmeno a me.

      Offline Silk1982

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      « Risposta #3947 il: Febbraio 04, 2025, 19:16:23 pm »
      Concordo l'NBA è diventata un circo in cui il risultato è l'ultima cosa che conta, ma numeri alla mano agli americani pare piaccia molto questo tipo di spettacolo che con lo spirito sportivo oramai ha poco a che vedere!
      "Sarebbe stato bello affrontare gli azzurri in finale perché sarei uscito dal campo comunque contento"

      Maurizio Sarri 19/04/2019

        Online Habana

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        « Risposta #3948 il: Febbraio 04, 2025, 19:19:29 pm »

        Purtroppo la NBA con il free Agent e la introduzione del mercato selvaggio, é diventata ormai la massima espressione dello sport al servizio del soldo

        Una follia collettiva, avallata dal fatto che il pubblico continua a seguire un evento sportivo che é diventato un circo, e che é si é trasformato in una accozzaglia di giocate spettacolari, dove l'aspetto tattico e di disciplina agonistica sta scomparendo

        Onestamente, faccio fatica a divertirmi nel guardare le partite

        Andrebbe chiesto agli appassionati delle rispettive squadre se trovano divertente ed appassionante tutto cio'
        in parte sono d’accordo
        però bisogna anche pensare che il mercato free agent serve ad equilibrare i valori di un movimento che altrimenti sarebbe troppo legato al draft
        che a sua volta porta disfunzioni come il tanking al netto che con la lottery hanno cercato di rivedere ma certi meccanismi ma comunque non basta

        il vero problema della nba è che una squadra si può fare intorno a 2-3 elementi
        basta che 2-3 big si mettono d’accordo tra loro e vanno dove vogliono (i big three di Miami da questo punto di vista hanno tracciato una strada da cui ad oggi risulta difficile uscirne)
        e il risultato poi è anche che i giocatori prendono per le palle le rispettive franchigie (ed in particolare quelli dei piccoli mercati) che tolto il supermax non hanno molto a cui aggrapparsi

        soluzioni? a me piace un casino il meccanismo della quota salario garantita della nfl però li poi si assiste al meccanismo opposto di giocatori trattati come fossero bestie e costretti magari pure a scendere in campo con commozioni celebrali per “salvare “ il loro stipendio (perché non sono tutti fenomeni purtroppo)

        ogni strada ha i suoi pro e i suoi contro…
           


          Online SANJUAN70

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          « Risposta #3949 il: Febbraio 04, 2025, 20:05:17 pm »
          Garmacho 70 milioni, Cambiaso 80, Dorgu e Comuzzo 40, credo che il problema del mercato pazzo sia dello sport in generale.
          Comunque l' NBA adesso è questa.
          Non piace nemmeno a me.

          infatti Chughi, sottolineavo il fatto che la NBA é la massima espressione... il calcio ha preso la stessa piega

          Duran, 21 anni, che va a giocare in Arabia é uno squallore mai visto
          Defecatio matutina bona tam quam medicina

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            « Risposta #3950 il: Febbraio 04, 2025, 20:16:21 pm »
            in parte sono d’accordo
            però bisogna anche pensare che il mercato free agent serve ad equilibrare i valori di un movimento che altrimenti sarebbe troppo legato al draft
            che a sua volta porta disfunzioni come il tanking al netto che con la lottery hanno cercato di rivedere ma certi meccanismi ma comunque non basta

            il vero problema della nba è che una squadra si può fare intorno a 2-3 elementi
            basta che 2-3 big si mettono d’accordo tra loro e vanno dove vogliono (i big three di Miami da questo punto di vista hanno tracciato una strada da cui ad oggi risulta difficile uscirne)
            e il risultato poi è anche che i giocatori prendono per le palle le rispettive franchigie (ed in particolare quelli dei piccoli mercati) che tolto il supermax non hanno molto a cui aggrapparsi

            soluzioni? a me piace un casino il meccanismo della quota salario garantita della nfl però li poi si assiste al meccanismo opposto di giocatori trattati come fossero bestie e costretti magari pure a scendere in campo con commozioni celebrali per “salvare “ il loro stipendio (perché non sono tutti fenomeni purtroppo)

            ogni strada ha i suoi pro e i suoi contro…


            secondo me Haba, sono andati via tutti un po' di testa

            Gli sport, tutti, sono il risultato di investimenti, di infrastrutture, di politiche. Voglio dire, senza le società e senza le infrastrutture, non esisterebbero gli sportivi
            Il loro successo é possibile perché in un paese esiste una piattaforma che permette loro di sviluppare le loro capacità atletiche, altrimenti per mangiare sarebbero costretti a studiare o andare in fabbrica
            Uno sportivo, cestista, calciatore o pallavolista che sia, dovrebbe essere prima di tutto un appassionato di quello che fa, e che gli permette di guadagnare più di qualsiasi professionista medio che ha studiato, e che probabilmente assume dei rischi e delle responsabilità ben superiori a quelle di uno sportivo
            Medici, avvocati, contabili, Ingegneri, etccc

            Qui si é perso il senso della misura, e si fa passare per giusto e normale che uno sportivo pretenda di guadagnare 5 o 10 milioni l'anno definendolo professionista
            Le professioni sono altre, che richiedono sforzi e tempi molto più lunghi della pratica sportiva

            Poi, é vero che esistono personaggi sportivi che attirano su di se sponsor e denari tal da definirli professionisti/imprese
            ..ma dietro questa punta dell'iceberg si é creato un comune pensare che anche uno sportivo mediocre, cestista o calciatore, debba essere definito professionista
            E questo é stato permesso dal fatto che di sport, televisivamente parlando, se ne fa una indigestione

            Quantità di partite di calcio, di basket, di tennis, in cui spesso la qualità dello "spettacolo sportivo" é semplicemente scadente

            la società dovrebbe tornare a praticare di più sport, e vederne meno alla TV

            C'é un impazzimento generale, e lo si sta facendo passare per normalità
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              « Risposta #3951 il: Febbraio 04, 2025, 23:42:55 pm »
              infatti Chughi, sottolineavo il fatto che la NBA é la massima espressione... il calcio ha preso la stessa piega

              Duran, 21 anni, che va a giocare in Arabia é uno squallore mai visto

              Il punto è che si è acuito un fenomeno che nelle leghe professionistiche americane e UEFA esiste ormai da decenni.
              Finita l' epoca delle franchigie e squadre costruite per durare e vincere (uniche eccezioni Real, Celtics, Yankees e parte con Steelers e Patriots), ci sono squadre e franchigie nate con l' intenzione di piazzare figurine e forse vincere qualcosa tipo i Lakers post Kobe o il City.
              Ma soprattutto ormai gli atleti si muovono dove ci sono i soldi.
              Non importa se la squadra/franchigia è attrezzata per vincere, importa solo se ti dà i soldi come ha fatto Duran andato a morire per denaro in Arabia.
              Io e te, come molti qui sopra siamo dei romantici ancora attaccati all' immagine di un Wilt simbolo di Philadelphia che si scontra con Russell,  dello Show time contrapposto a the Legend, i bad boys che fanno la guerra.
              Ai Bulls stellari che fanno dannatamente fatica contro dei Jazz mostruosi.
              Ad un Allen Iverson che da solo cerca di piegare Shaq and Kobe e quasi co riesce, alle vittorie degli Spurs che ti chiedi cosa avranno di più Tim Duncan, Manu Ginobili, e Parker rispetto agli altri che vincono sempre loro.
              Fino a quello che credo l' ultima nota di romanticismo data da un crucco con una bizzarra ma efficace tecnica di tiro che riesce a portare in Texas un anello.
              In questo senso la vittoria dei Nuggets con un Jovic che è tutto tranne un atleta mi riscalda il cuore (e lo scudetto del Napoli contro tutto e tutti).
              Però si sono ancora legato alle squadre rappresentate dalle bandiere.
              Sono ancora convinto che un giorno potrò rivedere 206 (Two-o-six), perché secondo me la magia data da cose del genere dovrebbe essere la base di tutto e non necessariamente i soldi.

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                « Risposta #3952 il: Febbraio 05, 2025, 12:25:09 pm »
                Il punto è che si è acuito un fenomeno che nelle leghe professionistiche americane e UEFA esiste ormai da decenni.
                Finita l' epoca delle franchigie e squadre costruite per durare e vincere (uniche eccezioni Real, Celtics, Yankees e parte con Steelers e Patriots), ci sono squadre e franchigie nate con l' intenzione di piazzare figurine e forse vincere qualcosa tipo i Lakers post Kobe o il City.
                Ma soprattutto ormai gli atleti si muovono dove ci sono i soldi.
                Non importa se la squadra/franchigia è attrezzata per vincere, importa solo se ti dà i soldi come ha fatto Duran andato a morire per denaro in Arabia.
                Io e te, come molti qui sopra siamo dei romantici ancora attaccati all' immagine di un Wilt simbolo di Philadelphia che si scontra con Russell,  dello Show time contrapposto a the Legend, i bad boys che fanno la guerra.
                Ai Bulls stellari che fanno dannatamente fatica contro dei Jazz mostruosi.
                Ad un Allen Iverson che da solo cerca di piegare Shaq and Kobe e quasi co riesce, alle vittorie degli Spurs che ti chiedi cosa avranno di più Tim Duncan, Manu Ginobili, e Parker rispetto agli altri che vincono sempre loro.
                Fino a quello che credo l' ultima nota di romanticismo data da un crucco con una bizzarra ma efficace tecnica di tiro che riesce a portare in Texas un anello.
                In questo senso la vittoria dei Nuggets con un Jovic che è tutto tranne un atleta mi riscalda il cuore (e lo scudetto del Napoli contro tutto e tutti).
                Però si sono ancora legato alle squadre rappresentate dalle bandiere.
                Sono ancora convinto che un giorno potrò rivedere 206 (Two-o-six), perché secondo me la magia data da cose del genere dovrebbe essere la base di tutto e non necessariamente i soldi.

                condivido tutto

                Sottolineo che io ero tifoso di Jabbar e del coast-to-coast di Worthy, e che mi faceva impazzire Dr. J...
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                  Online Aries

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                  « Risposta #3953 il: Febbraio 05, 2025, 14:01:59 pm »
                  Il punto è che si è acuito un fenomeno che nelle leghe professionistiche americane e UEFA esiste ormai da decenni.
                  Finita l' epoca delle franchigie e squadre costruite per durare e vincere (uniche eccezioni Real, Celtics, Yankees e parte con Steelers e Patriots), ci sono squadre e franchigie nate con l' intenzione di piazzare figurine e forse vincere qualcosa tipo i Lakers post Kobe o il City.
                  Ma soprattutto ormai gli atleti si muovono dove ci sono i soldi.
                  Non importa se la squadra/franchigia è attrezzata per vincere, importa solo se ti dà i soldi come ha fatto Duran andato a morire per denaro in Arabia.
                  Io e te, come molti qui sopra siamo dei romantici ancora attaccati all' immagine di un Wilt simbolo di Philadelphia che si scontra con Russell,  dello Show time contrapposto a the Legend, i bad boys che fanno la guerra.
                  Ai Bulls stellari che fanno dannatamente fatica contro dei Jazz mostruosi.
                  Ad un Allen Iverson che da solo cerca di piegare Shaq and Kobe e quasi co riesce, alle vittorie degli Spurs che ti chiedi cosa avranno di più Tim Duncan, Manu Ginobili, e Parker rispetto agli altri che vincono sempre loro.
                  Fino a quello che credo l' ultima nota di romanticismo data da un crucco con una bizzarra ma efficace tecnica di tiro che riesce a portare in Texas un anello.
                  In questo senso la vittoria dei Nuggets con un Jovic che è tutto tranne un atleta mi riscalda il cuore (e lo scudetto del Napoli contro tutto e tutti).
                  Però si sono ancora legato alle squadre rappresentate dalle bandiere.
                  Sono ancora convinto che un giorno potrò rivedere 206 (Two-o-six), perché secondo me la magia data da cose del genere dovrebbe essere la base di tutto e non necessariamente i soldi.

                  Bellissimo post mi sono venuti i brividi leggendo, e aggiungo che una delle ultime squadre che mi hanno emozionato sono stati Celtics dei big three
                   

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                    « Risposta #3954 il: Febbraio 05, 2025, 14:20:38 pm »
                    Il punto è che si è acuito un fenomeno che nelle leghe professionistiche americane e UEFA esiste ormai da decenni.
                    Finita l' epoca delle franchigie e squadre costruite per durare e vincere (uniche eccezioni Real, Celtics, Yankees e parte con Steelers e Patriots), ci sono squadre e franchigie nate con l' intenzione di piazzare figurine e forse vincere qualcosa tipo i Lakers post Kobe o il City.
                    Ma soprattutto ormai gli atleti si muovono dove ci sono i soldi.
                    Non importa se la squadra/franchigia è attrezzata per vincere, importa solo se ti dà i soldi come ha fatto Duran andato a morire per denaro in Arabia.
                    Io e te, come molti qui sopra siamo dei romantici ancora attaccati all' immagine di un Wilt simbolo di Philadelphia che si scontra con Russell,  dello Show time contrapposto a the Legend, i bad boys che fanno la guerra.
                    Ai Bulls stellari che fanno dannatamente fatica contro dei Jazz mostruosi.
                    Ad un Allen Iverson che da solo cerca di piegare Shaq and Kobe e quasi co riesce, alle vittorie degli Spurs che ti chiedi cosa avranno di più Tim Duncan, Manu Ginobili, e Parker rispetto agli altri che vincono sempre loro.
                    Fino a quello che credo l' ultima nota di romanticismo data da un crucco con una bizzarra ma efficace tecnica di tiro che riesce a portare in Texas un anello.
                    In questo senso la vittoria dei Nuggets con un Jovic che è tutto tranne un atleta mi riscalda il cuore (e lo scudetto del Napoli contro tutto e tutti).
                    Però si sono ancora legato alle squadre rappresentate dalle bandiere.
                    Sono ancora convinto che un giorno potrò rivedere 206 (Two-o-six), perché secondo me la magia data da cose del genere dovrebbe essere la base di tutto e non necessariamente i soldi.
                    Potevi riassumerlo nel tipico:
                    Ai miei tempi era tutto meglio.

                    Sbagliando, naturalmente.

                    :look:


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                      « Risposta #3955 il: Febbraio 05, 2025, 21:24:55 pm »
                      Potevi riassumerlo nel tipico:
                      Ai miei tempi era tutto meglio.

                      Sbagliando, naturalmente.

                      :look:

                      Ma assolutamente no!
                      Ai miei tempi era spesso uno stilicidio tattico e fisico, semplicemente era tutto meno studiato e regolare.
                      Oggi ci stupiamo di Jovic e Doncic che non sono assolutamente degli atleti che dominano l' NBA ed hanno caratteri molti "personali" .
                      Semplicemente chi viene dai miei tempi si sorprende meno per cose del genere.
                      Adesso purtroppo l' esasperazione del gioco da fuori sta uccidendo il gioco stesso, ma non lo dico io ma il calo drastico di persone che segue la lega.

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                        « Risposta #3956 il: Febbraio 05, 2025, 21:42:03 pm »
                        condivido tutto

                        Sottolineo che io ero tifoso di Jabbar e del coast-to-coast di Worthy, e che mi faceva impazzire Dr. J...

                        Kareem è il mio prototipo di cestista, MJ era Dio, meraviglioso da vedere però a Kareem hanno tolto la possibilità di schiacciare, hanno messo regole su regole per arginarlo e lui che fa'?
                        Si inventa il tiro in bloccabile ci costruisce una carriera e vittorie.
                        38.000 punti superato solo 35 anni dopo da le Bron, che ci ha impiegato solo 20 anni e una mezza milionata di tiri e punti tripli.
                        Ai tempi di Kareem manco esisteva l' arco, quando fu' introdotto lui comunque continuava a tirare dal pitturato, in pratica i 42.000 punti di Le Bron sarebbero almeno poco più della metà se fossero solo da due.
                        Kareem e Wilt sono stati gli unici due a dover fare cambiare le regole del basket all' fine di limitarli e non ci sono riusciti.

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                          « Risposta #3957 il: Febbraio 05, 2025, 22:05:39 pm »
                          Bellissimo post mi sono venuti i brividi leggendo, e aggiungo che una delle ultime squadre che mi hanno emozionato sono stati Celtics dei big three

                          Qualsiasi squadra in cui ci siano:
                          He got a game, The kid, The Truth (uno sopravvissuto ad 11 pugnalate), non può che essere qualcosa che non emozioni.
                          E lo dico da ex (ma solamente perché le assurdità NBA li hanno cancellati), tifoso dei Super Sonic (Seattle meriterebbe una squadra e un titolo solo per come e stata tratta, e Seattle è una delle migliori e più belle città americane).

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                            « Risposta #3958 il: Febbraio 05, 2025, 23:11:11 pm »
                            Kareem è il mio prototipo di cestista, MJ era Dio, meraviglioso da vedere però a Kareem hanno tolto la possibilità di schiacciare, hanno messo regole su regole per arginarlo e lui che fa'?
                            Si inventa il tiro in bloccabile ci costruisce una carriera e vittorie.
                            38.000 punti superato solo 35 anni dopo da le Bron, che ci ha impiegato solo 20 anni e una mezza milionata di tiri e punti tripli.
                            Ai tempi di Kareem manco esisteva l' arco, quando fu' introdotto lui comunque continuava a tirare dal pitturato, in pratica i 42.000 punti di Le Bron sarebbero almeno poco più della metà se fossero solo da due.
                            Kareem e Wilt sono stati gli unici due a dover fare cambiare le regole del basket all' fine di limitarli e non ci sono riusciti.

                            E per Kareem il goat è stato Earl Manigault :look:

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                              « Risposta #3959 il: Febbraio 06, 2025, 08:18:15 am »
                              Ma assolutamente no!
                              Ai miei tempi era spesso uno stilicidio tattico e fisico, semplicemente era tutto meno studiato e regolare.
                              Oggi ci stupiamo di Jovic e Doncic che non sono assolutamente degli atleti che dominano l' NBA ed hanno caratteri molti "personali" .
                              Semplicemente chi viene dai miei tempi si sorprende meno per cose del genere.
                              Adesso purtroppo l' esasperazione del gioco da fuori sta uccidendo il gioco stesso, ma non lo dico io ma il calo drastico di persone che segue la lega.
                              La famosa notizia del calo di spettatori uscita in questi giorni era riferito solo agli ascolti tv delle tv via cavo americane.
                              Calo degli ascolti che, secondo me, incide anche dal fatto che attualmente nono c'è alcun americano come volto NBA.
                              La lega ad oggi è di Doncic, Giannis, Jokic, e nel futuro del Freak francese :look:


                              Per me a livello di gioco dovrebbero semplicemente essere più permissive con le difese per riequilibrare il tutto.

                                 

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