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Topic: Crisi Economica [CORONAVIRUS EDITION]  (Letto 350563 volte)

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Offline diobrando77

  • Attila Sallustro
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« Risposta #540 il: Gennaio 03, 2012, 13:40:09 pm »
oltre alle colpe di un'intera classe politica inadeguata e disonesta, nella quale pure un presunto difensore dell'onestà come Di pIetro si sta dimostrando uno sporco opportunista, il problema va ricercato anche nella nullità di intervento che caratterizza l'Unione Europea...

Il fatto stesso che ogni membro applici politiche personalistiche, svuotate da ogni interesse verso gli altri stati, con assoluto nessun organo di controllo che abbia potere di intervento vero, ci lascia inermi di fronte a sistemi federali collaudati e funzionali come gli Stati Uniti o totalitarismi come la Cina. La stessa Germania ha cominciato, dopo esser stata forse l'unica a perseguire un sogno di unione federale europea, ad avere un forte ripensamento nel suo ruolo e delle possibilità che gli stati membri possano lavorare in concerto per obbiettivi comuni, che sia in ambito economico, fiscale, sociale, etc. La stessa Gran bretagna si sta smarcando in maniera convinta, forte della sterlina e delle possibilità offerte dalla svalutazione della moneta in caso di recessione, oltre a poter viaggiare sulla ripresa facendo debito pubblico senza incorrere in particlari ammonimenti da parte dell'EU, cosa che non fa altro che favorire il rilancio economico. 

Sono un profano di economia, ma credo che la realtà delle cose sia più o meno questa. Per il momento mi ritengo fortunato che abbiamo una tecnocrazia in sala comando, per portare questa nave in salvo. Molti vorrebbero le elezioni, ma ritengo gli italiani parecchio immaturi politicamente. Si continua a dare credito alle forze politiche che hanno già ampiamente dimostrato la loro fallacia e si inveisce contro chi, forte di un credito internazionale, di preparazione e di un curriculum da grandi uomini di scienza prima che politici, si sono insediati per salvare la baracca, sapendo che ne avrebbero per lo più raccolto gli oneri e che la loro esperienza, non per tutti ma per tanti, sarebbe stata temporanea.

Se mi si chiedesse se rivorrei un governo tecnico anche nei prossimi anni risponderei senza tema di si, non tanto perchè un governo politico non abbia tecnici a disposizione, ne ha sempre avuti, ma perchè i ruoli chiave sono occupati da politici che debbono, loro malgrado o meno, spesso meno, fare i conti con compromessi di varia natura, dal più disonesto al più semplice interesse della categoria elettorale di riferimento, che se la potrebbe prendere a male nel caso la politica per cui hanno votato non fosse applicata, benchè foriera di problemi. Ecco, se ci rendessimo conto che, in generale, certe scelte vanno fatte secondo un piano che sia scevro da particolarismi, forse anche i politici un poco di più potrebbero cercare di far qualcosa, sempre ne avessero voglia... Ma tanto stiamo a discutere del nulla, noi continueremo a votare quello che ci promette mari e monti (non l'attuale presidente, fosse altrimenti voterei anche io), anche se sono decine di anni che sentiamo qualcosa che ci vien spinto su per l'ano, e una voce ansimante dietro la nuca che dice: grazie per avermi votato... Ma imparare a camminare rasenti ai muri, no eh?



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    • Aurelio De Laurentiis
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    « Risposta #541 il: Gennaio 03, 2012, 18:04:03 pm »
    !

    il sommo ha parlato  :brr:
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      Offline Diedorf

      • Degustatore di ananassi
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      « Risposta #542 il: Gennaio 06, 2012, 12:45:28 pm »
      Concordo a grandi linee col post di diobrando77.

      Aggiungerei che la scelta politica della Gran Bretagna è di brevissimo respiro. Hanno scelto di poter "galleggiare" per un altro paio di lustri prima di eclissarsi. Non hanno alcuna politica industriale, hanno smantellato il loro tessuto produttivo, se accettassero delle regole sul sistema finanziario e fiscale (cosa che prima o poi, se l'intera umanita non vuole essere schiava dei mercati finanziari avverrà) si saranno bruciati una grossa fetta di PIL.

      Credo che nessuno sano di mente potesse pensare che questi sacrifici richiesti per rimettere i conti in ordine non avessero un effetto recessivo (che è anche autorealizzante). E' chiaro che i conti si dovevano rimettere in ordine in periodi migliori (cosa che fece il Governo Prodi con avanzo primario al 5% e Debito/Pil tendente al 100%), ma come diceva diobrando77 non siamo un Paese maturo dal punto di vista politico (direi che nessun Paese lo è, ma il nostro in modo particolare). Quando si andava in pensione con 14 anni 6 mesi ed un giorno (statali donne con figli) o con 19 anni 6 mesi ed un giorno (tutti gli statali) o con 24 anni 6 mesi ed un giorno (tutti i dipendenti di enti locali) nessuno si lamentava, ci si lamenta adesso. Ricordo che coi miseri contributi versati si aveva l'80% dell'ultimo stipendio. La riforma attuale ha riportato equità nel sistema pensionistico. Capirei un vecchio che si incazza, ma un giovane forse non ha colto il tentativo di spostamento del peso dai giovani agli "anziani".

      Anche il contratto di lavoro deve essere rivisto, l'articolo 18 è un tabù che a mio avviso dovrebbe essere rivisto con serenità e senza pregiudizi, soprattutto per avvantaggiare i giovani. Oggi fra un lavoratore non licenziabile che costa 100 ed uno flessibile che costa 80 quale viene scelto? Naturalmente il secondo perchè "accorpa" due vantaggi. Se il primo fosse un po' meno non licenziabile e costasse 90 ed il secondo fosse un po' meno precario e costasse 100 la scelta per l'impresa sarebbe diversa, anche perchè una persona valida conviene vincolarla alla struttura, non rischiare di perderla (è chiaro che il lavoratore poco qualificato ha poche armi di contrattazione, se perdi un montatore di bulloni non è una gran perdita per l'impresa, diverso se perdi un ottimo impiegato o un operaio specializzato).

      Personalmente auspico un ripensamento complessivo e collettivo del nostro modello economico. Parliamoci chiaro, ci lamentiamo di una situazione disastrosa, ma SKY ha superato i 5 milioni di abbonati (con una "famiglia" media di 3-4 persone abbiamo un terzo o un quarto del Paese che si guarda sky) ed anche Mediaset Premium ha numeri discreti. Gli smartphone non vanno tanto male calano alcuni consumi (ma non crollano) e lo spreco che vedo in giro talvolta è osceno. Sarà perchè sono cresciuto con valori inculcatimi da chi la miseria l'ha veramente vissuta sulla pelle (alcuni per me usano il termine tirchio, io preferisco risparmiatore  :asd:), ma mi accorgo che l'essere considerato tirchio perchè si guadagna bene e non si possiede la BMW, l'Iphone, l'Ipad, non si veste firmato etc. non è una mia distorsione, ma una distorsione della società. C'è gente che si indebita per preservare uno stile di vista troppo elevato  per il suo reddito. Oggi il "povero" è colui che non ha una tv, non va al ristorante, non compra high tech, non si fa qualche week end fuori etc. Il povero per l'istat è chi guadagna meno di 900 e rotti euro, cifra che ad uno straniero basta per mantenere tutta la famiglia e per mandare i soldi in patria.

      Siamo stati educati ad una continua crescita di ricchezza e di stile di vita, anzi - meglio - di consumi. Ora appare chiaro che, considerando gli abitanti dei BRICS, questa crescita non è sostenibile per l'intero pianeta, o ripensiamo il modello o andremo, nel lungo periodo (IMHO) verso un incremento della conflittualità, in un mondo sempre più interrelato e globale. In pratica ci dirigiamo, secondo la mia lettura, verso un paradosso. Ognuno dovrà pensare sempre di più ai propri interessi particolari nonostante un mondo che dovrebbe muoversi in maniera unitaria a causa della globalizzazione.

      Questa è a mia chiave di lettura. Un problema statunitense (quello del debito pubblico e dell'eccesso di liquidità) è stato esportato per salvare il sistema interno (molti forse non hanno ancora capito che gli USA hanno rischiato di implodere in pochi giorni nel 2008). La liquidità, che è diffusa nelle mani di tanti soggetti, desidera (se non pretende) una remunerazione di un certo tipo ed aggredisce tutto ciò che uò garantirla, penalizzando il resto. Gli USA e la GB, i Paesi più finanziarizzati del mondo, hanno mosso questi capitali verso (contro naturalmente) i Paesi più deboli. Non pensiamo che la finanza sia fatta da "gnomi" che nelle segrete caverne mouvono le sorti del mondo. Se l'Unicredit nella quale Tizio ha investito non porta a casa imponenti utili (quindi un buon dividendo e dei capital gain) l'azionista Tizio si incazza e vende le azioni. Tizio non è il grande finanziere, ma è la casalinga di voghera che investe. Da noi c'è ancora molta ignoranza finanziaria, ci si affida alle banche ed alle poste, ma all'estero è diverso.

      Siamo tutti molto avidi, ma è chiaro che se Tizio investe 50.000 euro, Caio 200.000 ed uno che partecipa al Bilderberg 10.000 volte tanto la colpa la diano a quest'ultimo, ma il meccanismo decisionale è identico ed è logico che il più debole soccomba. E' giusto? Assolutamente no! Ma chi vuole un sistema competitivo (e l'umanità è sempre stata più competitiva che cooperativa) deve accettare questo andazzo.

        Online el schiatty napoletano

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        « Risposta #543 il: Gennaio 09, 2012, 14:39:04 pm »
        L'AUTARCHIA UNGHERESE
        di Andrea Rényi - 7 gennaio 2012
        Dall'aprile 2010 l'Ungheria è guidata dal governo monocolore di Viktor Orbán. Un rigurgito nazionalista contro cui centomila persone, di recente, sono scese in piazza. In Italia queste informazioni sono filtrate poco; ma l'Ungheria ha bisogno di aiuto per ristabilire le regole democratiche

         


        Com'è cambiata la situazione in Ungheria negli ultimi 2 anni? Con quali presupposti si è giunti alla condizione attuale?

        "Dopo otto anni di governo di coalizione sotto l'egida del partito socialista, segnato da scandali e difficoltà economiche, dall'aprile 2010 l'Ungheria è guidata dal governo monocolore Fidesz-Kdnp di Viktor Orbán che detiene 262 seggi parlamentari su 368. Giovane leader dell'opposizione anticomunista, poi della transizione del 1989, in seguito primo ministro dal 1998 al 2002, Orbán ha rivinto le elezioni del 2010 in un paese fortemente preoccupato per i problemi economici: tra il 2002 e il 2009 il PIL è passato dal +4,5% al -6,8%, mentre la disoccupazione è cresciuta dal 5,8% al 10%.
        Alle ultime elezioni il partito di estrema destra, Jobbik, fondato nel 2003 e sostenuto dalla formazione paramilitare Magyar Gárda, ha ottenuto il 12,2% dei voti e dopo il 15,3% del partito socialista, Mszp, è la terza forza politica del paese.
        Screditato agli occhi dei più e costretto a difendersi dagli attacchi pressanti della maggioranza (tra l'altro di recente è stata revocata l'immunità a Ferenc Gyurcsány, ex primo ministro, accusato di abuso di potere e di danni allo Stato), il partito socialista con i suoi 59 deputati è solo una ininfluente presenza in Parlamento e l'opposizione è demandata alla società civile. Il governo ha approfittato di questa situazione per approvare una serie di provvedimenti, fra i quali la legge sull'informazione, in vigore dal luglio scorso, che ha istituito un'autorità nazionale delle telecomunicazioni di nomina governativa, che ha la facoltà di sanzionare i media in caso di diffusione di informazioni che violino l'interesse pubblico. L'approvazione di questa legge ha comportato il licenziamento di centinaia di giornalisti, ufficialmente per riduzione del personale dovuta a difficoltà economiche.
        Il governo ha varato anche una nuova Costituzione definita legge fondamentale, in vigore dal 1 gennaio 2012, senza il coinvolgimento delle opposizioni e dopo soli nove giorni di dibattito parlamentare. Ufficialmente sono stati inviati dei questionari alla popolazione, ma appena due settimane dopo l'invio, quindi senza aspettare l'esito della consultazione popolare, la bozza della Costituzione era già pronta. Questa ridefinisce la Repubblica Ungherese con il solo nome di Ungheria, pur dichiarando il paese una repubblica nel testo, e stabilisce una scala di valori cristiano-conservatori, estendendo il diritto a partecipare alle elezioni politiche agli ungheresi residenti all'estero, scoprendo le ambizioni irredentiste che vorrebbero ristabilire i confini nazionali della Grande Ungheria dell'inizio del Novecento. La Costituzione non vieta l'omofobia, esclude il matrimonio fra persone dello stesso sesso, protegge solo l'embrione aprendo in questo modo alla proibizione dell'aborto; diversi diritti sociali infine vi sono menzionati solo come obiettivi.
        Viene ridotto il potere della Corte Costituzionale ed eliminata la possibilità del singolo individuo di farvi ricorso. La Costituzione non garantisce l'indipendenza dei tribunali e riserva ad una maggioranza parlamentare di due terzi le normative in materia fiscale e pensionistica. In tal modo, la Costituzione riscritta da un solo partito vuole mettere al riparo da ogni iniziativa o sorpresa il nuovo assetto politico."

        L'ondata "nazionalista" che ha travolto il suo Paese potrebbe diffondersi in Europa?

        "Il nazionalismo, o meglio l'irredentismo, era già comparso nei discorsi del premier eletto con le prime elezioni libere dopo la caduta del Muro. József Antall si riteneva primo ministro non solo dei dieci milioni di ungheresi d'Ungheria, ma anche dei cinque milioni residenti nei paesi confinanti, realtà peraltro già allora consolidate da settanta anni. I governi ungheresi fra il 1995 e il 2004 hanno attuato però a tempo di record gran parte del programma richiesto dall'Unione Europea per poterne far parte. Sono state abbandonate le rivendicazioni territoriali e i due terzi della popolazione erano favorevoli all'ingresso nell'UE.
        Lo scenario cambia dal 2005 in poi, a precipitare gli eventi è la scoperta che il premier socialista Ferenc Gyurcsány aveva nascosto al paese l'entità esatta della crisi economica, aggravata anche dal progressivo ritiro del capitale estero investito nella produzione, a causa della crisi economica mondiale; molti ungheresi cominciano a convincersi che i governi postcomunisti e neoliberali - che spesso si sono rivelati simili - si erano limitati a servire gli interessi dei capitali internazionali in cambio del sostegno finanziario dell'occidente. La popolazione si sente stanca di subire passivamente e in gran parte approva un progetto diverso, che promette indipendenza dalla finanza mondiale e dal capitale straniero.
        Tornato al potere nel 2010, Orbán si scontra subito con Bruxelles, principalmente per la legge sull'informazione che entra in vigore malgrado il veto dell'Europa, poi affronta senza mezze misure le questioni più delicate. Sulla base di un concetto di sovranità ritenuto ormai esclusivamente nazionale, una nuova legge estende la cittadinanza a tutte le minoranze ungheresi nei paesi vicini, mentre la nuova legge elettorale approvata il 23 dicembre 2011 riduce il numero dei deputati, instaura uno scrutinio a turno unico, aumenta il numero di firme necessarie per presentarsi alle elezioni e ridisegna le circoscrizioni.
        Le risorse interne non permettono però di poter far fronte alle difficoltà economiche e- contraddicendo la linea autarchica - Orbán riprende i negoziati con il FMI, interrotti da quest'ultimo in attesa di ristabilire l'indipendenza della Banca Centrale Ungherese.
        Allo stato attuale l'Ungheria appare incerta davanti al bivio che prevede da una parte una difficile autarchia, dall'altra l'accettazione del compromesso che il Fondo Monetario imporrà in contrasto con la politica nazional-populista al momento maggioritaria."

        C'è un rischio contagio? Ci sono timori per una diffusione anche in Italia?

        "Il nazionalismo è un discorso molto complesso e ha in sé anche numerosi elementi positivi. Basta viverlo come stimolo per coltivare la cultura, le tradizioni nazionali, senza voler intaccare la sovranità degli altri. In Ungheria ora si tratta principalmente di autarchia, frutto dei cattivi risultati dell'apertura verso il mondo, l'Europa. A mio parere l'Ungheria ora avrebbe bisogno di aiuto per ristabilire le regole democratiche e per riavviare l'economia, per poi vedersela da sola con Viktor Orbán e ricostruirsi.
        Nel corso del 2011 l'opinione pubblica italiana è stata poco informata sulle vicende ungheresi. Salvo alcuni articoli delle maggiori testate ed altri piuttosto ben informati pubblicati su giornali on-line, nulla e nessuno se ne occupava. Solo grazie alla recente manifestazione di circa centomila persone a Budapest la sera fredda di un giorno lavorativo riscontro finalmente attenzione, ma credo solo a livello di informazione."

        da cadoinpiedi.it



        se ci rifacciamo alla crisi del '29 portarono alla nascita di totalitarismi...

        la storia si ripete???

        a voi
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          « Risposta #544 il: Gennaio 09, 2012, 15:04:08 pm »
          Io ho una ricetta semplicissima per uscire dalla crisi in pochi giorni, ma se ve la dico vengo lapidato.
          E per di più sarebbe inutile perché la conoscono tutti ma nessuno può realizzarla, tantomeno in Italia.
           :canna:

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            « Risposta #545 il: Gennaio 09, 2012, 15:49:38 pm »
            Io ho una ricetta semplicissima per uscire dalla crisi in pochi giorni, ma se ve la dico vengo lapidato.
            E per di più sarebbe inutile perché la conoscono tutti ma nessuno può realizzarla, tantomeno in Italia.
             :canna:

            Cioè lo Stato deve diventare spacciatore? :look:

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              « Risposta #546 il: Gennaio 09, 2012, 16:08:40 pm »
              Cioè lo Stato deve diventare spacciatore? :look:

              Lo Stato guadagna già molto sulla pelle dei cittadini. Lucra su sigarette, superalcolici, lotterie, scommesse eccetera eccetera..
              Il punto non è che lo Stato dovrebbe vendere la droga, semplicemente dovrebbe legalizzarla.
              Oltre agli introiti fiscali ci sarebbe anche un enorme risparmio sul fronte delle spese grazie allo svuotamento delle carceri, alla riduzione del numero dei processi e al minore impegno delle forze dell'ordine.
              Inoltre si creerebbero decine di migliaia di posti di lavoro e uscirebbe dal sommerso un giro d'affari enorme.
              Per non parlare dell'incremento del turismo, come in Olanda.
              E non venitemi a dire che aumenterebbe la spesa sanitaria perché non è affatto vero. Potrebbe addirittura diminuire grazie al maggior controllo sulla qualità delle sostanze in circolazione e non c'è nessuna prova del fatto che aumenterebbe il numero di drogati, anzi, ci sono molte teorie che sostengono l'esatto contrario.
              Quindi la questione morale non si pone.
              Il giro d'affari della droga è di circa 24 miliardi di euro l'anno, tutto nelle mani della criminalità organizzata. Glielo vogliamo lasciare? Penso che il problema sia proprio questo :sisi:

              Intendiamoci, non sto dicendo che drogarsi fa bene o che si debba incentivare il consumo di droga. Ma quando vedo le pubblicità del lotto o del gratta e vinci in televisione mi viene da vomitare di fronte all'ipocrisia di chi ci governa.

              Ecco, ora potete iniziare a lanciarmi le pietre :maronn:

              Vai Super Mario, usa i funghetti :look:

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                « Risposta #547 il: Gennaio 09, 2012, 16:09:55 pm »
                Ma io sono d'accordo :look: magari venderla in farmacia, così da dare pure un contentino all'ordine dei farmacisti prima di aumentare le licenze

                  ziofrank1974

                  • Visitatore
                  « Risposta #548 il: Gennaio 09, 2012, 16:15:49 pm »
                  Quello che sta accadendo in Ungheria altro non e' che la logica conseguenza delle politiche liberticide, impopolari e criminali dell'UE......l'1 marzo verra firmato il nuovo patto di bilancio......visto che e' una cosa che ci riguarda da vicino perché non ce la sottopongono a democratico referendum? O il loro concetto di democrazia e libertà e' basato solo ed esclusivamente sulla negazione dei nostri più elementari diritti, visto che il nostro nuovo premier non e' mai stato eletto dai cittadini? Per me gli ungheresi fanno benissimo a sganciarsi da questi plutocrati........dovremmo prendere piuttosto esempio dall'Islanda, dove il governo di quel paese ha mandato in galera i responsabili del disastro ed ora arrivano chiari segnali di ripresa, così come dall'Argentina che si e' liberata della tenaglia usuraia del FMI! Resettiamo tutto e torniamo ad essere padroni del nostro destino!

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                    « Risposta #549 il: Gennaio 09, 2012, 16:17:18 pm »
                    Quello che sta accadendo in Ungheria altro non e' che la logica conseguenza delle politiche liberticide, impopolari e criminali dell'UE...

                    Quello è un dittatore che chiude le TV e licenzia i giornalisti, che c'entra l'UE?

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                      « Risposta #550 il: Gennaio 09, 2012, 16:18:02 pm »
                      Ma io sono d'accordo :look: magari venderla in farmacia, così da dare pure un contentino all'ordine dei farmacisti prima di aumentare le licenze
                      :asd:

                        ziofrank1974

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                        « Risposta #551 il: Gennaio 09, 2012, 16:18:27 pm »
                        Perché quella che abbiamo qui cosa credi possa essere? I giornali che sviolinano per un governo illegittimo come me la definisci?
                        « Ultima modifica: Gennaio 09, 2012, 16:20:08 pm da ziofrank1974 »

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                          • Squadra del cuore:
                          « Risposta #552 il: Gennaio 09, 2012, 16:20:06 pm »
                          Perché quella che abbiamo qui cosa credi possa essere?

                          Uno che massimo tra 1 anno va a casa, dopo di che anche i caproni potranno votare per scegliere il proprio successore

                            Online el schiatty napoletano

                            • Aurelio De Laurentiis
                            • *****
                            • Post: 133961
                            • Karma: 1397
                            • Squadra del cuore:
                            « Risposta #553 il: Gennaio 09, 2012, 16:21:48 pm »
                            ziofrank mi sà che l'islanda ha fatto tutto sto casino per non pagare i guai che hanno fatto..

                            come se io prendo tutto a rate e po ne pav chiù dicendo "o nonn ha votato contro il pagamento dei debiti" :asd:
                            Inviato da una cripta. :schiatty:

                              ziofrank1974

                              • Visitatore
                              « Risposta #554 il: Gennaio 09, 2012, 16:23:12 pm »
                              Dopo che ha distrutto la nostra economia, come la peggiore mandria di cavallette.......certo, un modo molto democratico di rovinarci visto che fra le altre cose non ce la siamo nemmeno scelta noi la morte......sta compiendo l'ultimo assalto alla diligenza, con il placet dei politici canaglia e delle lobby, consapevole che la moneta unica sta crollando giorno dopo giorno e l'economia si sta avvitando su se stessa, in una spirale stagflazionistica tremenda.......

                                 

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