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Topic: la moneta di hitler  (Letto 1429 volte)

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Online el schiatty napoletano

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« il: Settembre 28, 2011, 18:49:43 pm »
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La moneta nazista di Hitler
pubblicato da sovranidade in data ottobre 31, 2010

di Ellen Brown

Benché Adolf  Hitler sia citato con infamia nei libri di storia, egli fu popolare presso il popolo tedesco. Stephen Zarlenga, in The Lost Science of Money, afferma che ciò era dovuto al fatto che egli salvò la Germania dalle teorie economiche inglesi. Le teorie secondo le quali il denaro deve essere scambiato sulla base delle riserve aurifere in possesso di un cartello di banche private piuttosto che stampato direttamente dal governo. Secondo il ricercatore canadese Henry Makow, questo fu probabilmente il motivo principale per cui Hitler doveva essere fermato; egli era riuscito a scavalcare i banchieri internazionali e creare una propria moneta. Makow cita un interrogatorio del 1938 di C.G.Rakowsky, uno dei fondatori del bolscevismo sovietico e intimo di Trotzky, che finì sotto processo nell’URSS di Stalin. Secondo Rakowsky, “[Hitler] si era impadronito del privilegio di fabbricare il denaro, e non solo il denaro fisico, ma anche quello finanziario; si era impadronito dell’intoccabile meccanismo della falsificazione e lo aveva messo a lavoro per il bene dello Stato. Se questa situazione fosse arrivata a infettare anche altri Stati, potete ben immaginare le implicazioni controrivoluzionarie”                                                                                                                         (Henry Makow, “Hitler Did Not Want War”, www.savethemales.com).

L’economista inglese Henry C.K.Liu ha scritto sull’incredibile trasformazione tedesca: “I nazisti arrivarono al potere in Germania nel 1933, in un momento in cui l’economia era al collasso totale, con rovinosi obblighi di risarcimento postbellico e zero prospettive per il credito e gli investimenti stranieri. Eppure, attraverso una politica di  sovranità monetaria indipendente e un programma di lavori pubblici che garantiva la piena occupazione, il Terzo Reich riuscì a trasformare una Germania in bancarotta, privata perfino di colonie da poter sfruttare, nell’economia più forte d’Europa, in soli quattro anni, ancor prima che iniziassero le spese per gli armamenti“. In Billions for the Bankers, Debts for the People (Miliardi per le Banche, Debito per i Popoli, 1984), Sheldon Hemry commenta: “Dal 1935 in poi, la Germania iniziò a stampare una moneta libera dal debito e dagli interessi, ed è questo che spiega la sua travolgente ascesa dalla depressione alla condizione di potenza mondiale in soli 5 anni. La Germania finanziò il proprio governo e tutte le operazioni belliche, dal 1935 al 1945, senza aver bisogno di oro nè debito, e fu necessaria l’unione di tutto il mondo capitalista e comunista per distruggere il potere della Germania sull’Europa e riportare l’Europa sotto il tallone dei banchieri“.

Il Trattato di Versailles nel gennaio 1919 aveva imposto al popolo tedesco risarcimenti che lo avevano distrutto, con i quali si intendeva rimborsare i costi sostenuti nella partecipazione alla guerra per tutti i Paesi belligeranti. Costi che ammontavano al triplo del valore di tutte le proprietà esistenti nella Germania. La speculazione sul marco tedesco aveva provocato il suo crollo, affrettando l’evento di uno dei fenomeni d’inflazione più rovinosi della modernità. Al suo apice, una carriola piena di banconote, per l’equivalente di 100 miliardi di marchi, non bastava a comprare nemmeno un tozzo di pane. Le casse dello Stato erano vuote ed enormi quantità di case e di fattorie erano state sequestrate dalle banche e dagli speculatori. La gente viveva nelle baracche e moriva di fame. Nulla di simile era mai accaduto in precedenza: la totale distruzione di una moneta nazionale, che aveva spazzato via i risparmi della gente, le loro attività e l’economia in generale. A peggiorare le cose arrivò, alla fine del decennio, la depressione globale. La Germania non poteva far altro che soccombere alla schiavitù del debito e agli strozzini internazionali. O almeno così sembrava.

Hitler e i Nazional-Socialisti, che arrivarono al potere nel 1933, si opposero al cartello delle banche internazionali iniziando a stampare la propria moneta. In questo presero esempio da Abraham Lincoln, che aveva finanziato la Guerra Civile Americana con banconote stampate dallo Stato, che venivano chiamate “Greenbacks“. Hitler iniziò il suo programma di credito nazionale elaborando un piano di lavori pubblici. I progetti destinati a essere finanziati comprendevano le infrastrutture contro gli allagamenti, la ristrutturazione di edifici pubblici e case private e la costruzione di nuovi edifici, strade, ponti, canali e strutture portuali. Il costo di tutti questi progetti fu fissato a un miliardo di unità della valuta nazionale. Un miliardo di biglietti di cambio non inflazionati, chiamati Certificati Lavorativi del Tesoro. Questa moneta stampata dal governo non aveva come riferimento l’oro, ma tutto ciò che possedeva un valore concreto. Essenzialmente si trattava di una ricevuta rilasciata in cambio del lavoro e delle opere che venivano consegnate al governo. Hitler diceva: “Per ogni marco che viene stampato, noi abbiamo richiesto l’equivalente di un marco di lavoro svolto o di beni prodotti“. I lavoratori spendevano poi i certificati in altri beni e servizi, creando lavoro per altre persone.

Nell’arco di due anni, il problema della disoccupazione era stato risolto e il Paese si era rimesso in piedi. Possedeva una valuta solida e stabile, niente debito, niente inflazione, in un momento in cui negli Stati Uniti e in altri Paesi occidentali erano ancora senza lavoro e vivevano di assistenza. La Germania riuscì anche a ripristinare i suoi commerci con l’estero, nonostante le banche estere negassero credito e dovesse fronteggiare un boicottaggio economico internazionale. Ci riuscì utilizzando il sistema del baratto: beni e servizi venivano scambiati direttamente con gli altri paesi, aggirando le banche internazionali. Questo sistema di scambio diretto avveniva senza creare debito nè deficit commerciale. L’esperimento economico della Germania lasciò alcuni durevoli monumenti al suo processo, come la famosa Autobahn, la prima rete del mondo di autostrade a larga estensione.

Di Hjalmar Schacht, che era all’epoca a capo della banca centrale tedesca, viene spesso citato un motto che riassume la versione tedesca del miracolo del “Greenback”. Un banchiere americano gli aveva detto: “Dottor Schacht, lei dovrebbe venire in America. Lì abbiamo un sacco di denaro ed è questo il vero modo di gestire un sistema bancario“. Schacht replicò: “Lei dovrebbe venire a Berlino. Lì non abbiamo denaro. E’ questo il vero modo di gestire un sistema bancario” (John Weitz, Hitler’s Banker Warner Books, 1999).

da http://sovranidade.org/


non son un fan di teorie cervelloidi...però sono curioso su tutto e leggo di tutto...

qui ci vuole diedorf  :mmm:
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    « Risposta #1 il: Settembre 28, 2011, 18:55:43 pm »
    Non me ne vorranno gli economisti del forum, ma è una teoria del tutto rispettabile, se pur degna di un film
    "Voglij girà 'o munn, verè chi more pe' mme!"

      Offline RDKRL

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      « Risposta #2 il: Settembre 28, 2011, 19:48:58 pm »
      ....azzo  :look: .... aspetto pure io con ansia opinioni in merito di chi ne capisce piu' di me.....
      GRANDEZZA E PROGRESSO MORALE DI UNA NAZIONE SI POSSONO GIUDICARE DAL MODO IN CUI TRATTA GLI ANIMALI. MAHATMA GANDHI

      DeLa: "E lo vedi che sei stronzo?"

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        « Risposta #3 il: Settembre 28, 2011, 20:02:42 pm »
        è un po che diedorf non pubblica post; ne leggerei con interesse uno su questo topic



          ziofrank1974

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          « Risposta #4 il: Settembre 28, 2011, 21:10:07 pm »
          Tecnicamente, non fa una grinza.......un paese che non vuole essere schiavo dei banchieri, per come la vedo io, è un paese che è ancora sovrano dal punto di vista economico.......Che poi Hitler sia stato un folle per ben altri motivi, questa è una cosa purtroppo risaputa ed arcinota (anche Stalin si macchiò di orrendi crimini contrò gli ebrei, giusto per ricordarlo)......Del resto, i nazisti hanno saputo sguazzare sulla scelleratezza del Trattato di Versailles del 1919, dove con incredibile miopia e superficialità le potenze vincitrici del primo conflitto mondiale, pensarono bene di ridurre allo stremo il popolo tedesco che da quel momento in poi covò un micidiale sentimento di odio e di vendetta, soprattutto contro i francesi (che pretendevano il pagamento di tutti i danni provocati dalla guerra senza dare alla Germania la possibilità di pagarglieli visto che il sistema economico tedesco era stato letteralmente raso al suolo con l'iperinflazione e la povertà) e gli ebrei (visti come affamatori dal momento che gran parte delle banche erano nelle loro mani)......Tornando all'oggetto del post, ci sono spunti molto interessanti da prendere in considerazione.....il comportamento di certi banchieri si sta ripetendo anche oggi, con le conseguenze con cui tutti abbiamo imparato ad avere a che fare, dal 2008 ad oggi.......
          « Ultima modifica: Settembre 28, 2011, 21:22:24 pm da ziofrank1974 »

            Online el schiatty napoletano

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            « Risposta #5 il: Settembre 28, 2011, 22:09:37 pm »
            i cicli storici si ripetono...le crisi portano povertà,povertà disperazione e la disperazione ti mette spalle al muro...

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              Offline Diedorf

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              « Risposta #6 il: Settembre 30, 2011, 16:06:03 pm »
              Vorrei fare una premessa, perchè altrimenti parliamo di temi importanti senza sapere chi sono i soggetti che li propongono.

              L'idea di Signoraggio, così come enunciato su internet, è un mezzo e non un fine. Attraverso una questione tecnicamente molto complessa si fa passare un messaggio chiaro per avvicinare una platea ad una ideologia di estrema destra.

              Andando oltre la bontà o meno delle cose che si dicono si sappia che dietro ci sono sempre gruppi neonazisti e neofascisti che si avvalgono di personalità di basso livello per spacciare tesi che non sono assolutamente riconosciute dalla comunità economica. Il famoso Auriti, tanto per fare un nome usato da tanti per darsi forza,  è un professore di diritto della navigazione e dalle cose che dice si vede che di economia non ne capiva tanto.

              Detto questo e rientrando in topic sull'articolo noto che c'è, come accade spesso quando si parla di signoraggio, qualche verità incompleta per far passare la solita tesi. Se potessimo stampare denaro saremmo tutti ricchi.
              Il pasto gratuito in economia non esiste e, così come nella vita, se vuoi qualcosa lo devi sudare. Sarebbe facile stampare denaro, ma il denaro è un foglio di carta che ha valore in quanto c'è la fiducia.

              Parto dalla fine. Quando si parla di Autobahn. Premetto che ho vissuto più di 10 anni fa in Germania per circa due anni, quindi è una realtà che ho potuto conoscere ed ammirare da vicino. Le autostrade tedesche sono gratuite ed alcune arterie principali sono anche ampie, ma qualitativamente le considero peggiori rispetto alla nostra rete autostradale (Salerno-Reggio esclusa!), ma a quel costo non c'è paragone. Una volta parlando proprio delle autostrade, delle loro dimensione e dei lasciti del Nazismo un mio amico tedesco fece una battuta che mi fece riflettere. Gli disse che avevano delle autostrade belle larghe e lui rispose che erano state pensate per i Panzer, non per le auto.
              Era una battuta, ma non era ironica, bensì sarcastica. Se leggiamo il Nazismo e la sua politica economica senza leggere il Mein Kampf non comprendiamo tutto il disegno di base.

              Hitler nazionalizzò la banca centrale e rese non convertibile il marco (sia verso l'oro sia verso altre monete). Questo è un chiaro atto dittatoriale, perchè la banca centrale deve essere indipendente, altrimenti possono accadere disastri (ed Hitler è un'ulteriore conferma).

              Hitler eliminò il potere di sciopero, sciolse i sindacati, aumentò l'orario di lavoro, distrusse tutti i diritti dei lavoratori, garantì il licenziamento in tronco agli imprenditori, ma chiese ed ottenne come contropartita l'obbligo di assunzione dei soli tedeschi, l'obbligo di sole sedi tedesche e di capitali che dovevano rimanere in Germania e l'orientamento produttivo all'autarchia. Ciò che si doveva importare lo si barattava. Le commesse fioccavano perchè sia per grandi opere pubbliche sia per imponenti politiche di riarmo. Tutto ciò fu garantito con quattro importanti voci di costo dello stato:
              1) Inflazione, che aumentò nuovamente, seppur in maniera molto limitata rispetto a quella precedente (quella dei miliardi di marchi per il pane);
              2) Debito. Il debito pubblico tedesco non poteva superare una certa cifra perchè doveva dimostrare agli ex nemici la solvibilità della nazione nel pagamento dei debiti di guerra. Hitler si inventò allora i famosi MEFO. In pratica dei bond pubblici che dovevano essere accettati dalle imprese tedesche e potevano essere riscontati alla banca centrale. Le stime degli storici e degli economisti sono varie, e vanno dal 50% ad oltre l'80% di debito su PIL che non era rilevabile perchè era contabilizzato in maniera diversa (ma sempre debito pubblico era).
              3) Moratoria sui danni di guerra;
              4) Esproprio. Hitler costuì l'autostrada obbligando tutti gli studenti ad un mese l'anno di lavoro non retribuito, prese denaro dai conti correnti, requisiva proprietà senza riconoscere indennizzo, chi si rifiutava di aderire alle "regole" sulla "libertà" d'impresa veniva fatto fuori (non dal mercato, ma dalla faccia della terra). A fine guerra si è scoperto che il fondo pensionistico tedesco (il nostra INPS) non aveva fondi perchè erano stati usati per gli investimenti. E poi mica si può credere che gli Ebrei furono fatti fuori solo per un delirio. Puoi rubare dei soldi ad una famiglia, ma non ad un'intera etnia senza una scusa credibile. Attaccare gli ebrei e farli fisicamente fuori significava (anche e soprattutto) incamerare tutto il loro patrimonio e riassegnarlo.

              Adesso se mettiamo insieme questi punti a quanto detto nell'articolo il quadro potrà apparirci più chiaro.

              Ognuno la vede come crede, ma per me una valutazione economica non può prescindere dall'intera storia e dalla strategia di fondo. Lo schema Ponzi (quello di Madoff, per intenderci) funzionava, fino a quando i nodi non sono venuti al pettine. La politica economica di Hitler era sostenibile e coerente con un progetto di tipo bellico. La guerra era necessaria (per chi volesse approfondire c'è tutta la teoria marxista che ne parla), sia perchè l'economia era spinta dai costi bellici (guardatevi i numeri della VW ai tempi di Hitler e vedete quante auto e quanti panzer produceva e poi ne parliamo...) sia perchè Hitler sapeva che determinati nodi con una vittoria non sarebbero mai arrivati al pettine.

                Online el schiatty napoletano

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                « Risposta #7 il: Settembre 30, 2011, 16:10:41 pm »
                grazias diedorf
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