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Topic: Il Signoraggio Bancario, fra mito e realtà  (Letto 3819 volte)

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Offline Diedorf

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« Risposta #45 il: Agosto 11, 2011, 20:06:40 pm »
Non è grazie ad internet che se ne parla. L'Etica d'impresa è materia d'esame in alcune università, si fanno convegni, congressi e ci sono anche professionalità specializzate nella realizzazione del bilancio sociale.

Purtroppo le azioni etiche talvolta non sono un fine, ma un mezzo per far passare un'immagine migliore dell'azienda in modo da assecondare i clienti che sono sempre più attenti a temi sociali ed ambientali. E' già qualcosa.

    Offline gallettoazzurro

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    « Risposta #46 il: Agosto 12, 2011, 11:00:48 am »
    Non è grazie ad internet che se ne parla. L'Etica d'impresa è materia d'esame in alcune università, si fanno convegni, congressi e ci sono anche professionalità specializzate nella realizzazione del bilancio sociale.

    Purtroppo le azioni etiche talvolta non sono un fine, ma un mezzo per far passare un'immagine migliore dell'azienda in modo da assecondare i clienti che sono sempre più attenti a temi sociali ed ambientali. E' già qualcosa.

    forse mi sono espresso male ma questo volevo dire......resta cmq che grazie ad internet molte piu persona hanno un accesso a informazioni (vere o false che siano) piu globale.

    Cit:
    "Purtroppo le azioni etiche talvolta non sono un fine, ma un mezzo per far passare un'immagine migliore dell'azienda in modo da assecondare i clienti che sono sempre più attenti a temi sociali ed ambientali. E' già qualcosa."

    sinceramente l'etica aziendale per adesso é una pura chimera....i clienti che sono piu attenti ai temi ambientali sono una minoranza della minoranza che stà bene economicamente e che ha un livello di istruzione elevato!
    Siamo lontanissimi da un qualsivoglia risultato positivo in questo ambito.....anche perché per vedere realmente qualcosa che cambia sarebbe necessario che in tutto il pianeta fosssero introdotte normative uguali che non creino uno status di disparità tra i parametri e restrizioni imposte alla produzione industriale e simili! e questa cosa non é neppure agli albori ad oggi.

    tu probabilmente studi o lavori in questo settore e quindi lo difendi ma, come gli avvocati difendono la loro categoria e i bachieri la loro.....visto che alla fine si deve comunque guadagnare la pagnotta gli ideali presto o tardi finiscono nel cassetto e si distorce il proprio pensiero all'utile, come un avvocato che alla fine difenderà il proprio cliente con tutti i sotterfuggi a disposizione anche se colpevole, come il banchiere che speculerà sui CDS scommettendo sul fallimento di un paese e quindi indirettamente farevondone il fallimento, ....come hai detto tu "Purtroppo le azioni etiche talvolta non sono un fine, ma un mezzo per far passare un'immagine migliore dell'azienda" e questo non é gia qualcosa ma solo una temporanea presa per il culo!
    « Ultima modifica: Agosto 12, 2011, 11:03:38 am da gallettoazzurro »
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      Offline Diedorf

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      « Risposta #47 il: Agosto 12, 2011, 13:08:53 pm »
      Faccio il consulente direzionale, per lavoro consiglio linee strategiche alle imprese e parlo col top management o con gli imprenditori, da un lato è un lavoro gratificante, perchè ti senti utile al tuo territorio e credi che il tuo lavoro possa essere in grado di aumentare la ricchezza della tua terra. L'altro lato della medaglia è che sono ruota di un meccanismo capitalista che è spietato. Ci sono imprenditori che considerano i dipendenti come membri della famiglia e fanno di tutto per cercare di essere corretti con loro, altri imprenditori considerano i dipnendenti alla stregua degli schiavi e se la legge consentisse le frustate non esiterebbero a dargliele.

      Nelle imprese, come in qualsiasi attività umana, sono le persone che prendono le decisioni e "ce' stann e buon e i malament".
      In Campania bisogna stare attenti due volte, perchè non sai con chi potresti avere a che fare ed è meglio perdere un lavoro che perdere la libertà per un lavoro. Capisc' a me!

      Su internet concordo, ma c'è anche in questo caso il risvolto della medaglia. Internet è spesso autoreferenziale e non c'è alcun controllo sulle informazioni. Umberto Eco in una bustina (l'articolo che scrive alternandosi con Scalfari nell'ultima pagine dell'Espresso) diceva come la sua voce su wikipedia portasse episodi falsi e distorti e veniva ripresa da decine e decine di siti con le medesime informazioni fasulle. In pratica internet crea un sapere diffuso errato ed autoreferenziale. Se scrivo una "puttanata" su internet ed essa viene ripresa col copia incolla da tanti altri siti il solo fatto di ritrovare quella fonte in vari documenti mi porta a credere che sia vera, invece è sempre una puttanata. I libri, almeno una buona parte, ha il pregio di avere informazioni precise e citazioni che consentono la verificabilità dell'informazione. 

      Il signoraggio bancario (così come adesso lo raccontano) è la classica bufala nata su internet e portata avanti su internet da soggetti contigui all'estrema destra che hanno interesse a far passare un concetto semplice. Ci sono dei soggetti che mentre tutto crolla ed il mondo sta facendo sacrifici si arricchiscono in maniera assurda senza alcuno sforzo, perchè stampano soldi dal nulla e governano l'economia, un giorno governeranno anche le persone. Questi soggetti sono di origine ebraica. Questo è il messaggio. Logicamente questo messaggio passa in tutti quei soggetti che non conoscono il complesso meccanismo di funzionamento della politica monetaria. Non basta mica la laurea in economia per capire a fondo il meccanismo, quindi la stragrande maggioranza degli individui tende a credere, tantopiù se il nemico è odiato come le banche.
      Basterebbe ricordare che in economia non esistono pasti gratuti per spiegare che si tratta di un'enorme bufala costruita su internet ed alimentata su internet.
      Il problema è che qualsiasi economista a domande sul signoraggio (che magari riguardo al tema del convegno non c'entrano) decida di non rispondere e di non perdere tempo su una bufala gigantesca venga subito accusato di essere contiguo alle banche o di temere questi poteri forti (manco sparassero le persone per un'affermazione)

      Un economista più che dire che il Signoraggio Bancario non è quello che viene raccontato su internet non può fare. Può dimostrare a chi ne abbia voglia e volontà perchè è un'enorme bufala, ma non può mica combattere contro i mulini a vento. Tanto chi governa l'economia, chi decide, chi opera, sa bene come funzionano le cose.



        Offline gallettoazzurro

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        « Risposta #48 il: Agosto 12, 2011, 14:30:36 pm »
        Faccio il consulente direzionale, per lavoro consiglio linee strategiche alle imprese e parlo col top management o con gli imprenditori, da un lato è un lavoro gratificante, perchè ti senti utile al tuo territorio e credi che il tuo lavoro possa essere in grado di aumentare la ricchezza della tua terra. L'altro lato della medaglia è che sono ruota di un meccanismo capitalista che è spietato. Ci sono imprenditori che considerano i dipendenti come membri della famiglia e fanno di tutto per cercare di essere corretti con loro, altri imprenditori considerano i dipnendenti alla stregua degli schiavi e se la legge consentisse le frustate non esiterebbero a dargliele.

        Nelle imprese, come in qualsiasi attività umana, sono le persone che prendono le decisioni e "ce' stann e buon e i malament".
        In Campania bisogna stare attenti due volte, perchè non sai con chi potresti avere a che fare ed è meglio perdere un lavoro che perdere la libertà per un lavoro. Capisc' a me!

        Su internet concordo, ma c'è anche in questo caso il risvolto della medaglia. Internet è spesso autoreferenziale e non c'è alcun controllo sulle informazioni. Umberto Eco in una bustina (l'articolo che scrive alternandosi con Scalfari nell'ultima pagine dell'Espresso) diceva come la sua voce su wikipedia portasse episodi falsi e distorti e veniva ripresa da decine e decine di siti con le medesime informazioni fasulle. In pratica internet crea un sapere diffuso errato ed autoreferenziale. Se scrivo una "puttanata" su internet ed essa viene ripresa col copia incolla da tanti altri siti il solo fatto di ritrovare quella fonte in vari documenti mi porta a credere che sia vera, invece è sempre una puttanata. I libri, almeno una buona parte, ha il pregio di avere informazioni precise e citazioni che consentono la verificabilità dell'informazione. 

        Il signoraggio bancario (così come adesso lo raccontano) è la classica bufala nata su internet e portata avanti su internet da soggetti contigui all'estrema destra che hanno interesse a far passare un concetto semplice. Ci sono dei soggetti che mentre tutto crolla ed il mondo sta facendo sacrifici si arricchiscono in maniera assurda senza alcuno sforzo, perchè stampano soldi dal nulla e governano l'economia, un giorno governeranno anche le persone. Questi soggetti sono di origine ebraica. Questo è il messaggio. Logicamente questo messaggio passa in tutti quei soggetti che non conoscono il complesso meccanismo di funzionamento della politica monetaria. Non basta mica la laurea in economia per capire a fondo il meccanismo, quindi la stragrande maggioranza degli individui tende a credere, tantopiù se il nemico è odiato come le banche.
        Basterebbe ricordare che in economia non esistono pasti gratuti per spiegare che si tratta di un'enorme bufala costruita su internet ed alimentata su internet.
        Il problema è che qualsiasi economista a domande sul signoraggio (che magari riguardo al tema del convegno non c'entrano) decida di non rispondere e di non perdere tempo su una bufala gigantesca venga subito accusato di essere contiguo alle banche o di temere questi poteri forti (manco sparassero le persone per un'affermazione)

        Un economista più che dire che il Signoraggio Bancario non è quello che viene raccontato su internet non può fare. Può dimostrare a chi ne abbia voglia e volontà perchè è un'enorme bufala, ma non può mica combattere contro i mulini a vento. Tanto chi governa l'economia, chi decide, chi opera, sa bene come funzionano le cose.

        discussione interessante   :+1:

        ....l'espempio del signoraggio bancario che hai fatto é perfetto per spiegare quanto internet puo essere il veicolo di notizie false o cmq interpretate in modo da far sembrare vero o meglio completo cio che non lo é. La teoria complottistica sul signoraggio bancario é un insieme di concetti veri estrapolati da un discorso piu complesso che, esposti nel modo in cui li vediamo nei vari video di you tube o siti contro il signoraggio, possono far credere che il sistema funziona cosi quando, invece, mancano non pochi tasselli al per spiegare realmente il suo funzionamento (tra i prinipali punti sorvolati c'é secondo me l'aspetto mercato globale per quanto riguarda l'inflazione e deflazione della moneta.....).

        Nota pero che il signoraggio bancario come ogni cosa rispetta sempre la stessa regola che ho esposto prima. Le teorie esistono indipendetemente da internet e quest'ultimo non é che un mezzo di diffusione di massa. Infatti prima che esplosse questa teroria complottistica sul web già erano usciti libri che trattavano l'argomento, anche in maniera alquanto tecnica.....quello che ha fatto internet é solo diffonderla enormemente....al punto che Grillo e addirittura alcuni politici (sicuri Di Pietro.....questo dovrebbe evidenziare che il populismo é utilizzato da tutti anche dai paladini del "bene"  :rofl: ......e il caro Scilipoti  :arale: ) ne hanno parlato apertamente come di un grave problema.

        Resta cmq vero che il sistema monetario attuale ha multiple falle che permettono speculazioni piu o meno forti a seconda del sistema centrale che lo governa e del suo atteggiamento verso i mercati.

        Secondo me il vero punto su cui si dovrebbe discutere non é il cambiamento del sistema che non credo sia possibile ma piuttosto risolvere il pobrema centrale che sta portando al collasso quest'ultimo.

        Tutte i modelli economici vigenti ad oggi nel mondo salvo qualche rara eccezione sono capitalistici da mooooooooolto tempo e il capitalismo per funzionare necessita di 1 cosa essenziale ovvero la crescita! Il problema da risolvere é quello che ha bloccato la crescita nell'ultimo decennio....

        Voglio vedere secondo te quale é questo problema.....
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          Offline Diedorf

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          « Risposta #49 il: Agosto 12, 2011, 14:56:06 pm »
          Ma io andrei anche oltre col tuo ragionamento, che reputo corretto e condivisibile.

          Viviamo sotto la dittatura del PIL. Faccio il mio esempio personale, perchè mi viene più semplice, ma vale per tante persone.
          Il mio lavoro è ricco di soddisfazioni, professionali ed economiche, ma è molto molto impegnativo, mi lascia del tempo quando sto in ufficio, ma comunque mi fa partire per andare al lavoro prima delle sette di mattina e mi fa tornare al lavoro sempre dopo le 20.00. Questo dal lunedì al venerdi, ma sabato e domenica ed anche le festività non sono scontate, se ho da fare si lavora ad oltranza, si fanno le nottate si lavora nei fine settimana o anche nei giorni di festa.
          Questa mia condizione non è così inusuale, direi che per certi lavori è la norma ed è comune a tante categorie lavorative.

          Il fatto che così facendo possa crescere il mio reddito (rapportandolo ad una nazione il PIL) non è che mi rende più felice. Magari poter stare di più con la mia famiglia, leggere, guardare un film etc. mi renderebbe più felice, ma l'ingranaggio nel quale mi trovo e si trova tutta la società, impone delle scelte.

          Il PIL mi dice che la ricchezza del Paese sta crescendo, non mi dice come sta crescendo, a quale costo, come viene distribuita la crescita e la ricchezza e, soprattutto, non misura la felicità, ma la ricchezza. Il PIL nasce da un paradigma che dovrebbe essere superato: Ricchezza=Felicità.
          Parliamoci chiaro, tutti sanno che i soldi non danno la felicità, così come tutti sanno che senza soldi nascono problemi che con i soldi non sarebbero mai insorti o che sarebbero stati superati facilmente, ma raggiunto un certo livello non è che accumulare ricchezze e fortune aggiungano qualcosa di particolare alla vita.

          Quando parlo di PIL e dei suoi problemi non trovo parole che possano esprimere meglio il concetto di quelle pronunciate in questo famosissimo discorso:


            ziofrank1974

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            « Risposta #50 il: Agosto 12, 2011, 19:18:33 pm »
            Il PIL non misura la felicità di una nazione e nemmeno la sua reale ricchezza, visto che i redditi percepiti in nero non ricadono nel suo conteggio.......La ricchezza vera di una nazione secondo me va misurata anche tenendo presente altri parametri come la qualità dei servizi erogati, la tutela dell'ambiente, il grado di trasparenza e correttezza politica, la libertà di espressione e di impresa, l'assistenza agli anziani, ai disoccupati ed ai ceti disagiati.......se dovessimo considerare anche tali indicatori, sono convinto che questo Paese si troverebbe in compagnia degli stati africani nelle ultime posizioni..... :sisi: :sisi:

              Offline Diedorf

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              « Risposta #51 il: Agosto 12, 2011, 19:24:30 pm »
              Concordo in pieno sugli "indicatori" che citi.


                Offline gallettoazzurro

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                « Risposta #52 il: Agosto 13, 2011, 01:42:05 am »
                Il PIL non misura la felicità di una nazione e nemmeno la sua reale ricchezza, visto che i redditi percepiti in nero non ricadono nel suo conteggio.......La ricchezza vera di una nazione secondo me va misurata anche tenendo presente altri parametri come la qualità dei servizi erogati, la tutela dell'ambiente, il grado di trasparenza e correttezza politica, la libertà di espressione e di impresa, l'assistenza agli anziani, ai disoccupati ed ai ceti disagiati.......se dovessimo considerare anche tali indicatori, sono convinto che questo Paese si troverebbe in compagnia degli stati africani nelle ultime posizioni..... :sisi: :sisi:

                non capisco perché introdurre il pil....il pil é uno dei tanti parametri del sistema attuale che non cambierà mai senza che ci siano avvenimenti particolarmente tragici che non credo nessuno si auguri.....non a caso jfk é scomparso rapidamente....aveva idee strane nella testa :asd:

                Un mondo senza pil in cui tutti vivono nel villaggio dei puffi dividendosi pure le femmine (per sbattersi puffetta basta aspettare il proprio turno) non esisterà mai finché ognuno di noi, non una parte ma tutti, non sarà capace di lavorare per gli altri e non per se stesso.....un film :shock:

                Ma signori questo é il comunismo e come tale resta un utopia per una società perfetta costituita da soli boy scouts.

                Io allo stato attuale delle cose mi accontenterei di una nuova fonte di crescita che non sia una guerra....ovvero io spero che un genio trovi infine una cazzo di nuova FONTE ENERGETICA (fusione nucleare ad esempio) O TECNOLOGIA (stoccaggio energetico su grossa scala) che possa sostituire sto cazzo di petrolio....questo secondo me é il solo obbiettivo che potrebbe realmente frenare questa lenta corsa verso scenari poco "incoraggianti"
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                  Offline Vinicio

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                  « Risposta #53 il: Agosto 19, 2011, 00:02:45 am »


                    Offline Diedorf

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                    « Risposta #54 il: Agosto 19, 2011, 02:03:50 am »

                      Offline Vinicio

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                      « Risposta #55 il: Agosto 19, 2011, 03:04:33 am »
                      Diedorf, ho fatto delle considerazioni sull'altro thread in aggiunta.
                      Qui, che è il topic più adatto voglio fare una considerazione sulla riserva frazionaria: dal 15% che era un tempo si sta tendendo ormai ad abbassarla sempre di più e credo che arriverà a 0% quando la spinta ad aprire conti in banca (anzichè tenere i soldi sotto il materasso come facevano i nostri nonni e bisnonni) e ad usare bancomat e carte di credito (che oggettivamente è più utile alle banche che a noi) porterà alla sparizione della moneta intesa come banconota. Anche qui si arriva ad una virtualizzazione molto pericolosa. Il maneggiare i soldi, le banconote, dà un perso ed un significato diverso al denaro quando lo spendi rispetto ad una tesserina di plastica ed un pin. E lo 0% di riserva frazionaria....mah.


                        Offline omostr

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                        « Risposta #56 il: Agosto 22, 2011, 13:02:08 pm »
                        l'ho dovuto vedere 3 volte e ripetere alcuni punti per riuscire a carpire almeno l'iter che fa il denaro, chiaramente non mi fido molto del personaggio, sta omettendo di dire altro... :cyberlook:
                        lasciate stare i commenti in sovraimpressione sono da bimbominkia padano doc :facepalm:



                        ...mai stato al San Paolo...
                        4/11/2012 Napoli-Torino

                          Offline Diedorf

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                          « Risposta #57 il: Agosto 22, 2011, 19:52:06 pm »
                          Parto da una premessa.
                          Non vedo le banche come il male del mondo o dell'economia, le vedo come uno strumento indispensabile per gli scambi e per il commercio, oltre che per il deposito.

                          Lascerei stare i nonni perchè sono quelli che rimpiangono i Buoni fruttiferi postali o i BOT al 20% di una volta senza capire che all'epoca l'inflazione era al 25%. Come quelli che adesso comprano Bund con un rendimento sul decennale del 2% annuo che significa bruciare denaro nella realtà.

                          Il materasso è un'opzione seria solo per chi non tiene ai soldi o non ha denaro da conservare, altrimenti è solo dannosa. In casa i soldi li possono rubare, in banca no (sarebbe facile la battatuta sui costi dei C/C, ma sarebbe anche abbastana "ignorante").

                          Il denaro di plastica sarebbe la cosa che dall'oggi al domani salverebbe l'Italia. L'evasione fiscale sparirebbe e resterebbe da contrastare solo l'elusione (false fatture o sovrafatturazione). Recuperare 100 miliardi di gettitosignifcherebbe averne struturalmente almeno una trentina da impiagare in crescita o altro.

                          Non capisco perchè ci si debba accanire contro l'innovazione. Per carità, è sempre stato così nella storia dell'umanità, ma demonizzare il denaro di plastica mi sembra il voler vedere solo un lato della medaglia.

                          Una volta andare a Napoli per acquisti era un incubo, ti portavi il "malloppo" in giro ed era anche peggio di adesso (anche se molti raccontano una Napoli da sogno rispetto a quella di adesso, ma sono opinioni).
                          Una volta senza i bancomat al venerdì c'erano gli assalti alle banche, altrimenti le persone senza denaro non potevano spendere. Un tempo ti portavi i traveler's cheques per i viaggi, oggi trovi un Bancomat in qualsiasi luogo vai e prendi le somme necessarie volta per volta.

                          La carta di credito può essere un incentivo alla spesa inconsapevole? Penso di sì. Anche un coltello del ceppo da cucina può essere utilizzato per tagliare la gola alla moglie, ma mica possiamo pensare solo al lato negativo.

                          Una persona che non è capace di gestire una carta di credito (da noi si usano pochissimo, il bancomat è cosa diversa) ha un problema di prodigalità, non è certo lo strumento il problema.

                            Offline Vinicio

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                            « Risposta #58 il: Agosto 22, 2011, 22:46:12 pm »
                            Diedorf non sono contro l'innovazione per indole ed anche per lavoro (sono un informatico).
                            L'esempio del materasso era un paradosso.
                            Ma a me fa impazzire il fatto che la borsa si riprende perchè i ribelli sono entrati a Tripoli.
                            E se domani Gheddafi riesce a cacciarli via? Crolla di nuovo?
                            Che le azioni di Unicredit erano arrivate ben al di sotto del loro valore reale.
                            Se avessi avuto una cifra da investire le avrei comprate: avrei guadagnato un 10% in un giorno.
                            C'è troppa emotività, troppo irrazionalità in tutto ciò.


                              Offline Diedorf

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                              « Risposta #59 il: Agosto 24, 2011, 20:52:45 pm »
                              La borsa guarda al futuro, non al presente.

                              Concordo che Unicredit è sotto il valore reale, così come tutte le banche europee, ma l'emotività è parte del gioco.

                              Ci sono alcuni motti in borsa che possono far capire meglio questo mondo:

                              Compra sulle indiscrezioni e vendi sulle notizie (perchè quando esce la notizia il mercato l'ha forse già scontata);
                              Non aver paura, ma se proprio devi avere paura sii il primo ad averla (l'originale è un inglese, ma rende bene anche nella nostra lingua)

                              Il mercato agisce così perchè pochi investono in azioni per tenersele per lungo tempo (io sono uno di quelli).

                              E' logico che soprattutto i piccoli risparmiatori con poca esperienza quando vedono un'azienda in cui avevano investito andar giù del 20%-30% vadano in panico e magari vendano, rendendo quella perdita virtuale in reale.
                              Se invece sono convinti dell'impresa e della sua solidità queste occasioni possono essere positive per aumentare l'esposizione.

                              Recessione o meno, se Campari vende molte bevande non è che possa crollare chi sa quanto anche in caso di una stagnazione, anzi, magari crescerà di più acquistando qualche altra impresa a prezzi di saldo.

                              Il mercato non può essere il cattivo quando scende del 10% ed il buono quando sale del 10%.

                              Bisogna anche dire che questi movimenti eccessivi sono avvenuti ad Agosto, quando il mercato è "sottile" (c'è poco denaro che circola).

                              Se esistono 100.000.000 azioni dell'azienda A ed il prezzo di borsa per azione è 100, basta che sia venduta una sola azione a 90 che il prezzo in borsa crolli del 10%, mentre con un mercato a pieno regime sarebbe stato più difficile far crollare quel prezzo.

                              Ciò che deve preoccupare gli italiani non è la borsa, ma lo spread BTP-BUND. Quello potrebbe rendere troppo costoso rifinanziare il nostro debito e ci potrebbe veramente spingere al fallimento (le cosiddette ipotesi autorealizzanti).

                                 

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