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Non è grazie ad internet che se ne parla. L'Etica d'impresa è materia d'esame in alcune università, si fanno convegni, congressi e ci sono anche professionalità specializzate nella realizzazione del bilancio sociale. Purtroppo le azioni etiche talvolta non sono un fine, ma un mezzo per far passare un'immagine migliore dell'azienda in modo da assecondare i clienti che sono sempre più attenti a temi sociali ed ambientali. E' già qualcosa.
Faccio il consulente direzionale, per lavoro consiglio linee strategiche alle imprese e parlo col top management o con gli imprenditori, da un lato è un lavoro gratificante, perchè ti senti utile al tuo territorio e credi che il tuo lavoro possa essere in grado di aumentare la ricchezza della tua terra. L'altro lato della medaglia è che sono ruota di un meccanismo capitalista che è spietato. Ci sono imprenditori che considerano i dipendenti come membri della famiglia e fanno di tutto per cercare di essere corretti con loro, altri imprenditori considerano i dipnendenti alla stregua degli schiavi e se la legge consentisse le frustate non esiterebbero a dargliele. Nelle imprese, come in qualsiasi attività umana, sono le persone che prendono le decisioni e "ce' stann e buon e i malament". In Campania bisogna stare attenti due volte, perchè non sai con chi potresti avere a che fare ed è meglio perdere un lavoro che perdere la libertà per un lavoro. Capisc' a me! Su internet concordo, ma c'è anche in questo caso il risvolto della medaglia. Internet è spesso autoreferenziale e non c'è alcun controllo sulle informazioni. Umberto Eco in una bustina (l'articolo che scrive alternandosi con Scalfari nell'ultima pagine dell'Espresso) diceva come la sua voce su wikipedia portasse episodi falsi e distorti e veniva ripresa da decine e decine di siti con le medesime informazioni fasulle. In pratica internet crea un sapere diffuso errato ed autoreferenziale. Se scrivo una "puttanata" su internet ed essa viene ripresa col copia incolla da tanti altri siti il solo fatto di ritrovare quella fonte in vari documenti mi porta a credere che sia vera, invece è sempre una puttanata. I libri, almeno una buona parte, ha il pregio di avere informazioni precise e citazioni che consentono la verificabilità dell'informazione. Il signoraggio bancario (così come adesso lo raccontano) è la classica bufala nata su internet e portata avanti su internet da soggetti contigui all'estrema destra che hanno interesse a far passare un concetto semplice. Ci sono dei soggetti che mentre tutto crolla ed il mondo sta facendo sacrifici si arricchiscono in maniera assurda senza alcuno sforzo, perchè stampano soldi dal nulla e governano l'economia, un giorno governeranno anche le persone. Questi soggetti sono di origine ebraica. Questo è il messaggio. Logicamente questo messaggio passa in tutti quei soggetti che non conoscono il complesso meccanismo di funzionamento della politica monetaria. Non basta mica la laurea in economia per capire a fondo il meccanismo, quindi la stragrande maggioranza degli individui tende a credere, tantopiù se il nemico è odiato come le banche. Basterebbe ricordare che in economia non esistono pasti gratuti per spiegare che si tratta di un'enorme bufala costruita su internet ed alimentata su internet.Il problema è che qualsiasi economista a domande sul signoraggio (che magari riguardo al tema del convegno non c'entrano) decida di non rispondere e di non perdere tempo su una bufala gigantesca venga subito accusato di essere contiguo alle banche o di temere questi poteri forti (manco sparassero le persone per un'affermazione)Un economista più che dire che il Signoraggio Bancario non è quello che viene raccontato su internet non può fare. Può dimostrare a chi ne abbia voglia e volontà perchè è un'enorme bufala, ma non può mica combattere contro i mulini a vento. Tanto chi governa l'economia, chi decide, chi opera, sa bene come funzionano le cose.
Il PIL non misura la felicità di una nazione e nemmeno la sua reale ricchezza, visto che i redditi percepiti in nero non ricadono nel suo conteggio.......La ricchezza vera di una nazione secondo me va misurata anche tenendo presente altri parametri come la qualità dei servizi erogati, la tutela dell'ambiente, il grado di trasparenza e correttezza politica, la libertà di espressione e di impresa, l'assistenza agli anziani, ai disoccupati ed ai ceti disagiati.......se dovessimo considerare anche tali indicatori, sono convinto che questo Paese si troverebbe in compagnia degli stati africani nelle ultime posizioni.....