Benvenuto, Ospite. Effettua il login oppure registrati.

Ragioni Karma per messaggio concreto

Messaggio

Viper2000

    Diego Armando Maradona
    Post: 57900
  • Karma: 2211

A trent’anni dal suo approdo a Napoli, Diego Armando Maradona ha rilasciato una intervista ripercorrendo le tappe della sua carriera all’ombra del Vesuvio: “Sono stato felice come uomo e calciatore. Mi sentii finalmente libero di giocare in una squadra che avrebbe esaltato le mie qualità e la mia fantasia con un pubblico unico. Sì, è vero, avevo lasciato il Barcellona che era ed è una delle squadre più blasonate al mondo: me ne rendevo conto perfettamente. Però nel mio periodo in Catalogna quasi non mi sentivo parte di un progetto. Non a caso poi mi hanno ceduto al miglior offerente e per mia gioia era il club azzurro”.

Maradona ha inoltre proseguito rivelando che era blindato in albergo in attesa della chiusura della trattativa col Napoli, ricevendo spesso notizie contrastanti tanto che a un certo punto aveva anche smesso di sperare nell'agognato sì perché l’affare si stava complicando. “Capii ad un certo punto che a Barcellona il clima intorno a me era diventato strano, al minimo errore – spiega Diego - venivo criticato e trovai anche poca solidarietà quando subii il grave infortunio alla caviglia (che gli spezzò Andoni Goicoechea dell’Atletico Bilbao nel settembre dell’83, ndr). Ma superai anche quell’ostacolo. E presi la decisione di andare via”.

Il Pibe de oro ha parlato anche dei suoi primi giorni a Napoli: “Ero pazzo di felicità ed entusiasmo e decisi di accettare il trasferimento al Napoli nonostante molte persone mi consigliassero di non farlo perché Maradona non poteva giocare con una squadra che lottava per non retrocedere. Ma io ho fatto valere il mio sesto senso e non mi sono sbagliato, c'è stata la magia e ha vinto l'istinto”.

Diego ha inoltre spiegato di essersi legato a Napoli per il calore che la città e la tifoseria gli hanno riconosciuto dal primo giorno che il suo nome è stato accostato alla squadra azzurra. “Vi racconto un episodio. Ero a Barcellona nei giorni in cui stavo maturando il desiderio di cambiare aria e – spiega Maradona -non potete capire quanti napoletani mi fermarono lungo le strade di Barcellona chiedendomi di vestire subito la maglia del Napoli. Fantastico. Furono quei gesti a farmi capire come sarebbe stato importante per me venire a Napoli".

Maradona ha inoltre svelato di aver ricevuto proposte da altri club italiani durante la sua permanenza a Napoli. Indirettamente dalla Juventus ma in un periodo in cui la Fiat era in crisi (e Boniperti dovette fare marcia indietro, ndr) e direttamente dal Milan attraverso un rappresentante di Berlusconi. Maradona è sicuro: “Continuo a pensare, e lo penserò sempre, che Napoli sia stata la scelta più corretta: era il mio destino”.

L’argentino ha poi parlato della prima stagione in azzurro: “Inizialmente ero un po’ sfiduciato e insistevo con la società nel pretendere calciatori che ci permettessero non solo di salvarci, ma anche di essere finalmente competitivi. Mi ripetevano sempre che avrei dovuto aspettare la stagione successiva. E devo dire che avevano ragione”.

Un commento sulla perdita del campionato nell’88 ai danni del Milan. Maradona spiega che il Napoli arrivò a fine stagione senza più energie e gran parte della squadra non aveva un rapporto eccellente col tecnico Ottavio Bianchi. Ci fu un calo graduale e il ko contro il Milan nello scontro diretto del 1° maggio. “Provai a caricare l'ambiente chiedendo di vedere solo bandiere azzurre, ma servì a poco perché eravamo stanchi e acciaccati. Purtroppo il Milan, al meglio delle sue condizioni, riuscì a vincere al San Paolo. Fu per me e per tutti noi una grande delusione”.

Maradona ha rivelato il gol siglato con la maglia azzurra che porta nel cuore: quello segnato a Bologna nella sfida che consegnò il secondo scudetto agli azzurri. Il Pibe lo ha scelto per il valore di riscatto che ebbe. Per lui, la squadra e la città. Impossibile poi dimenticare il gol al Verona segnato da centrocampo, quello alla Lazio direttamente da calcio d'angolo e il calcio di punizione alla Juventus diventato un pezzo di storia per il calcio.

Il Pibe in chiusura ha poi spiegato: “Il merito è stato sicuramente di Juliano e di Dino Celentano, i due dirigenti del Napoli rimasti per due settimane a Barcellona nella convinzione che alla fine l'avrebbero spuntata nonostante le mille difficoltà. Ferlaino, invece, non credeva alla possibilità di portarmi al Napoli e aveva già avviato una trattativa con l'Atletico Madrid per prendere Hugo Sanchez al mio posto ma già i napoletani sognavano Maradona”.
Cambiato Cambia Ragione Data
SimplePortal 2.3.7 © 2008-2024, SimplePortal