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Ragioni Karma per messaggio concreto

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Quentin

    Diego Armando Maradona
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  • Karma: 1337

Avevo scritto un post attinente in merito alla stagione attuale nel tipico di Napoli-Roma, ripropongo :look:

Questo genere di stagioni sono figlie di più fattori predisponenti. Partiamo, nell'ordine, dalle variabili esterne (e quindi meno controllabili) per finire con quelle interne, più controllabili e sulle quali si possono addebitare delle colpe agli addetti ai lavori.
- decisioni arbitrali: è fuori discussione che una parte dei punti lasciati per strada sia stata persa per episodi a nostro sfavore (es. Roma-Napoli e Napoli-Milan), resta comunque una percentuale minima impattante sul rendimento;
- infortuni: una miriade, la maggior parte dei quali di natura muscolare (quindi indipendente da traumi o scontri di gioco) e quindi troviamo già le prime responsabilità dello staff medico ed atletico;
- scelte tattiche: i cambi di Spalletti a partita in corso lasciano spesso e volentieri perplessi. Ieri il cambio Lobotka-Zielinski è stata la chiara dimostrazione che il pelato vive di raptus che incidono negativamente sulle sorti di una gara e che forse ci sono già costati uno scudetto nel 2018 (leggasi Inter-Juve). Come se non bastasse, si rinuncia a priori a quello che forse è l'unico uomo che fa la differenza, nonostante l'età, relegandolo alla panchina e impiegandolo negli ultimi 10-15 minuti di partita;
- mancanza di gioco: come sopra, responsabilità dell'allenatore. In una stagione intera, siamo riusciti a trovare una quadra che ci desse un'alternativa di gioco ai lanci lunghi. Si campa sulle folate di un sempre più isolato Osimhen, si vanifica il contributo delle ali (non eccelse, per carità, ma qui subentra una contraddizione tattica... Sono lontani i tempi dei lanci di Insigne per i tagli di Callejon), si by-passa il centrocampo (che peraltro l'abbiamo anche dai piedi buoni). Questa mancanza di costruzione di gioco ha creato un cortocircuito anche in fase difensiva, con la squadra che non riesce a tenere palla e subisce troppo;
- limiti caratteriali: intesi come quelli dei calciatori, non abituati (evidentemente) a gestire la pressione in determinati frangenti. Quello che non ci si spiega è come sia possibile che cambiando le individualità negli anni, questa rimanga una costante... La spiegazione a tutto ciò ci porta al punto successivo, forse quello più determinante;
- assenza di ambizioni societarie: la SSC Napoli è solo una macchina da soldi, a parità di entrate economiche un primo o un terzo posto in campionato non hanno alcuna differenza agli occhi della dirigenza. Non esiste un progetto sportivo, non ci si reputa mai in corsa per una vittoria finale. Si ha sempre l'idea che essere in lotta per qualcosa sia più casuale e per demeriti altrui, piuttosto che per volontà e meriti propri. La capacità di comunicazione è rimasta ai tempi di Reja e la competitività è tornata a quelli di Mazzarri (se siamo fortunati).
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