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Ragioni Karma per messaggio concreto

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GIANPAOLO

    Degustatore di ananassi
    Diego Armando Maradona
    Post: 26268
  • Karma: 197

ti quoto in pieno. Questa gente , probabilmente, non ha mai vissuto in realtà del nord. Io da ragazzino, ho dovuto litigare, mi sono dovuto scontrare, anche fisicamente, per la "caccia al napoletano" che si era creata (ho più di 40 anni, erano i tempi di Dios , e vincevamo, e per questo ci odiavano ancora di più). E sono nato a Milano da madre milanese, ed ho l'accento milanese. In seconda superiore 4 ragazzi di quinta della curva dell'Inter all'intervallo hanno chiuso la porta della classe all'intervallo, mi hanno sbattuto a terra, e mi hanno tenuto il braccio girato per 5 minuti fino a quando mi è mancato il respiro.. Dire "Milano in fiamme" non è la stessa cosa, e lo sappiamo tutti. Cosi come dire "Vesuvio bruciali" o "Vesuvio LAVALI con il fuoco " non è la stessa cosa. L'unica cosa che faccio fatica a condividere è la punizione collettiva, che mette in mezzo anche chi non c'entra un cazzo. E ci sono ancora molte persone che , per fortuna, non condividono queste bestie
Il fatto è che certe cose, se non si vivono sulla propria pelle, difficilmente si capiscono. Chi ha sempre vissuto in Campania tra la maggioranza di tifosi napoletani non capisce quanto odio e razzismo c'è fuori verso di noi al di là delle questioni di calcio. Proprio negli anni di Maradona la squadra che vinceva non era solo un motivo di gioia sportiva, ma era anche un riscatto nazionale contro la società razzista del Nord (e non solo). Lo stesso Maradona e compagni sentivano molto questa cosa ed erano amati anche perché ci difendevano fuori e dentro al campo contro quegli stessi cori che oggi qualcuno vuole passare per normali. Nemmeno la storia si ricorda più e questa è la cosa più brutta. Sentire che li giustificano anche chi in quegli anni si riempiva la bocca nel Maradona che ci difendeva (Auriemma) è la cosa più schifosa che esista. Posso in qualche modo tentare di giustificare qualche giovane che non ha vissuto quegli anni, ma non chi li ha vissuti. Eppure non basta andare molto lontano per trovare razzismo nei nostri confronti. Oltre a vivere al nord da bambino, ho vissuto dal 2006 al 2011 a Roma e anche in quella città così vicina a noi c'è tanta discriminazione nei nostri confronti.

La verità è che questi anarchici che si fanno chiamare ultras, non gli interessa nulla del razzismo e della discriminazione che erano pretesti per accoltellare o per bastonare il tifoso della squadra avversaria di turno. La verità è che a loro interessa poter sfogare la propria natura violenza come per hanno gli è stato permesso e che adesso vedono sempre di più limitata (vedi tessera del tifoso). Sono dei criminali non dei paladini a supporto della squadra. Della loro a parole "amata squadra" non gliene frega nulla. Prima la gente lo capisce e meglio è.
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