Benvenuto, Ospite. Effettua il login oppure registrati.

Ragioni Karma per messaggio concreto

Messaggio

91design

    Giuseppe Bruscolotti
    Post: 16100
  • Karma: 433

«Napoli colera», i tifosi si auto-insultano
Ma è il codice di solidarietà ultras

Dopo la curva del Milan chiusa per cori anti-partenopei, scatta la rivendicazione del diritto alla «goliardia nera»


NAPOLI - «Ho sempre vissuto in maniera scomoda, contro tutto e contro tutti. Perché l’avversario è sempre un nemico, ma ‘il blu’ sarà sempre il ‘primo’ nemico». Gli avversari sono i tifosi delle altre squadre; il blu è quello delle divise dei poliziotti, e in generale lo Stato. L'esternazione è di Cosimo Villari, ultras e autore del libro Primo nemico (Boogaloo publishing) sulle regole del mondo delle curve. Nelle parole di Villari - forse - si possono decriptare due recentissimi episodi che hanno lasciato interdetti parecchi tifosi napoletani «comuni». Il primo: il coretto «Senti che puzza, scappano i cani, stanno arrivando i napoletani...» intonato all'aeroporto di Capodichino probabilmente dagli stessi partenopei visto che il gruppo era in partenza per Londra (partita con l'Arsenal). Due: lo striscione esposto in curva «Napoli colera, e ora chiudeteci la curva» durante il match di ieri, domenica, col Livorno.

IL «SEGNALE» - Auto-sfottò? Ironia? Si brancola nel buio. E si liquida la vicenda con un «mah, boh». In realtà, bisognerebbe conoscere, e bene, il codice non scritto degli ultras, di tutti i gruppi italiani e stranieri, per provare ad interpretare lo strano segnale lanciato in curva B. Divisi e arci-nemici nello scontro ma uniti contro l'intromissione del Palazzo. Quale, ad esempio, è stata avvertita dagli ultras (italiani, tutti) la chiusura della curva milanista per i cori razzisti contro i napoletani. Lo stesso ritornello cantato a Capodichino, e «citato» in curva B nello striscione al San Paolo, nel particolare contro il Giudice sportivo Gianpaolo Tosel. Come se interisti e milanisti esponessero cartelli «Milano in fiamme», refrain tradizionale anti-meneghino. Rivali sì, ma evidentemente solidali quando il giudice sportivo, «primo nemico» di cui sopra, interviene a sanzionare il loro «diritto allo scontro» e alla goliardia nera, dai contorni macabri (i cori su Gabbo Sandri, sull'Heysel, su Morosini, ecc.) o razzisti. Una sorta di libertà di odiare, senza interferenze esterne.

«MENTALITA'» - In un post sul codice ultras del blog «Blogging around my soul» si rileva che ad interessare davvero i tifosi organizzati «è la distinzione fra “mentalità ultras” e teppismo puro e semplice. Dal punto di vista di Cosimo Villari la violenza nel pallone somiglia più a una disciplina estrema, un fight club con suo codice di comportamento, riassumibile nella formula: affrontare solo avversari consenzienti e non tifosi normali, non usare “lame”, non abbandonarsi a saccheggi ed essere in numero pari rispetto agli avversari. Regole tanto semplici quanto spesso disattese».

TESSERA DEL TIFOSO - E i gruppi napoletani (apolitici rispetto ad esempio ai destrorsi laziali e romanisti o i filocomunisti livornesi) tengono a rispettare molto quello che abbiamo chiamato «codice ultras». Basti pensare che nonostante i successi degli azzurri nelle ultime stagioni l'ala dura e pura non va più in trasferta (in Italia) per protestare contro la Tessera del tifoso introdotta tre anni fa dall'allora ministro dell'Interno Bobo Maroni. In occasione delle elezioni politiche del febbraio 2013 a decine bruciarono i certificati elettorali in piazza Plebiscito per chiederne il ritiro.

Alessandro Chetta

fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2013/7-ottobre-2013/napoli-colera-tifosi-si-auto-insultanoma-codice-solidarieta-ultras--2223438012255.shtml#.UlL0TXqm1uI.facebook

Senza parole.
Cambiato Cambia Ragione Data
SimplePortal 2.3.7 © 2008-2024, SimplePortal