Io credo che la teoria dell'evoluzione pecchi soprattutto nel passaggio da pesci ad anfibi .
Infatti l'evoluzione si basa su mutazioni casuali che comportano , nell'organismo in cui si manifestano , delle caratteristiche che ne aumentano il tasso di sopravvivenza in un determinato ambiente . Però le mutazioni sono eventi rarissimi , che nel 99% dei casi sono mortali , nello 0,09% sono svantaggiose e solo nello 0,01 % dei casi sono vantaggiose . Ora , per quanto riguarda i pesci , questi per poter sopravvivere sulla terraferma hanno bisogno di svilluppare degli organi respiratori in grado di ricavare ossigeno dall'aria (i polmoni ) ; inoltre , per poter resistere alla forza di gravità , le ossa degli arti posteriori devono trovarsi "legate " alla colonna vertebrale , così da poter scaricare il peso del corpo su di esse (cosa che non avviene nei pesci ) . Queste sono mutazioni radicali  che , se ammettiamo per vere le ipotesi della teoria dell'evoluzione , richiedono un lunghissimo lasso di tempo ( data soprattutto la loro natura rara e  casuale) per poter essere manifestate ; però il pesce , per poter sopravvivere alla forza di gravità e alla necessità di ricavare ossigeno dall'aria , ha bisogno che queste mutazioni avvengano in maniera quasi istantanea ....

Con questo voglio dire che , per me , la teoria dell'evoluzione da sola non basta a spiegare la natura mutevole e dinamica della vita , ma che deve essere integrata con altri concetti o teorie ( Interventismo , presenza di un essere superiore ecc.) .