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io devo ancora capire perchè se si pagano le tasse sullo stipendio e dopo mi compro una casa devo pagare altre tasse su un immobile comprato con soldi già tassati se poi cerco trarre un guadagno dalla casa pagata con soldi già tassati dello stipendio affittandola mi tassano anche quello cioè mi tassano 3-4 volte la stesssa cosa l'esempio lo posso fare pure per la macchina
non è proprio così.... ci sono dei bug che sono le tasse di possesso.... il resto è valore, quindi lo paghi perchè altrimenti non si produrrebbero beni:se io faccio una tv e per farla mi costa 50 eurola vendo a 80 al distributore che mi paga 80 a me e il 21% di iva (imposta valore aggiunto) sempre a me ma che verserò come tassa per il valore aumentato del singolo prodotto che genera guadagno ed è quello che è tassato.... il distributore a sua volta vende il mio tv a 100 più l'iva... ma mi verserà solo l'iva differenziale tra quella che ha già versato a me produttore e quella riscossa dal negoziante.il negoziante quindi ha pagato il tv 121 euro comprensivo di iva e lo vende a te cliente finale a 150 euro comprensivo di iva...tu paghi la tassa che colpisce l'aumento del valore del singolo tv nei passaggi per le varie mani, ma ognuno poi si paga i singoli redditi. che poi tu lo faccia con soldi già tassi non significa nulla, tu sei tassato per la ricchezza che produci sullo stipendio... il bug è la casa che invece è una tassa di possesso, se io pago l'ira di dio per comprarla (con relative tasse) o per averla in eredità perchè devo anche pagare ogni anno che la possiedo? di contro invece è ovvio e giusto tassare il reddito che mi procura...
infatti io mi riferisco alla tassa di possesso che poi si va ad aggiungere ad altre piccole tasse
beh il reddito che ti arriva da una casa non è tassa di possesso.... l'ici o il bollo della macchina si e sono profondamente ingiusti... ma mai quanto poi le tasse di successione o donazione.
evidentemente mi sono spiegato male (anche perchè non sono ferratissimo in materia) ma quello che intendevo dire è proprio ciò che tu hai evidenziato .
A questo punto, inevitabile (non dimentichiamoci che siamo tutti italioti) la domanda classica: “ehhh…ahhhh…e allora, quale sarebbe la vera manovra?”.Elementare: garantire la tenuta del paese salvaguardando i cittadini che contano, cioè i 2.324.000 proprietari di passaporto della Repubblica Italiana che vivono di politica. Questo, infatti (relazione dell’ultimo rapporto Censis presentato dieci giorni fa dall’esimio –quella sì che è una persona colta- prof. Roma) i quali, complessivamente, costano intorno ai 250 miliardi di euro l’anno. Questa è la cifra calcolata, suddivisa in quota parte, tra tutti i partiti, al governo, di maggioranza, di opposizione, laterali, del nord, del centro e del sud. Una burocrazia solida composta da 14.567 enti, fondazioni, e società che non producono nulla, se non stipendi per 278.000 connazionali, ciascuno dei quali rappresenta almeno cinque persone del nucleo familiare, ciascuno dei quali garantisce almeno dieci voti, per cui ogni stipendio finisce per essere calcolato dai vari capi-bastone dei partiti come il prezzo del biglietto per avere il pacchetto dei voti necessario per poter aspirare a sedersi in uno dei tavoli buoni dove si gioca alto. Soltanto nella regione Emilia-Romagna esistono 1.056 tra riviste, giornali e case editrici che nel 2010 hanno prodotto un profitto equivalente a zero euro, zero dollari, zero franchi svizzeri. In compenso assorbono 14.780 addetti, i cui stipendi, emolumenti, sovvenzioni, privilegi, vengono pagati al 40% dalla regione e dal 60% dallo stato centrale. Sommando tutte le regioni si raggiunge la cifra di 18.970 società per complessivi 6,8 miliardi di euro all’anno pagate dallo stato, che assorbono la cifra complessiva di circa 250.000 persone inutili, perché non producono lavoro, non producono cultura, non producono mercato. E questo soltanto per l’editoria.Producono, però, consenso. Tutto qui. (tra i più avidi in assoluto quelli di Rifondazione Comunista, da soli incassano una mostruosa cifra che mantiene una pletora di semi-analfabeti e circa 2000 tra riviste, giornali, quotidiani, fondazione studi, che non producono nulla se non perdita economica secca: tanto paga lo stato).
Questo e' un tono degno di una discussione su temi così importanti.....potremo avere concezioni differenti sul come considerare la questione, ma nella pacatezza. Sicuramente non sarò io a giustificare l'evasione (che ripeto soprattutto quando e' voluta a me fa girare e non poco i coglioni), ma ho cercato di porre all'evidenza una situazione oggettiva e non certo frutto di fantasia. E' vero, allo strozzamento di un'impresa concorre anche la mancanza di competitività ma qui apriremmo un altro discorso che va direttamente a toccare ancora una volta l'incapacità cronica e congenita di questo Paese, dove esistono disparità economiche territoriali spaventose. Ciò che si temeva entrando in Europa, e' puntualmente accaduto: le nostre imprese non ce l'hanno fatta a reggere il peso della concorrenza straniera ed ora stiamo raccogliendo i cocci di anni ed anni di scelte politiche dissennate, sopratutto al Sud.
capisco il tuo discorso e in parte lo condivido, ma resto dell'idea che il patrimonio non andrebbe tassato oltre il reddito che produce... sia per una questione di etica morale sia per una mera questione pratica: togliere tutta la liquidità a un subentrante nel patrimonio significa limitarne, se non annullarne la capacità d'investimento... e questo vale sia per le aziende che per gli immobili. la ricchezza si autoridistribuisce grazie alla normale rotazione ciclica delle fortune.... chi ha di più deve partecipare di più ma chi ha di più è anche quello chiamato a spendere per far lavorare gli altri per fare ancora di più, se gli togliamo questa opzione non ha più senso investire (ed è quello a cui siamo arrivati) e poi si che le posizioni si cristallizzano
se troppo capitale si accumula nelle mani di una sola persona, la ricchezza non si redistribuisce...Il ricco spende, ma mediamente accumula più di quanto guadagna, in questo modo si blocca il flusso di denaro e agli altri non arrivano i soldi. In Italia non so quanti patrimoni fermi a marcire ci sono, questi patrimoni non producono ricchezza al paese, ma solo ai proprietari e quindi è giusto che vengano tassati