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Topic: Papa Francesco-Chiesa Cattolica  (Letto 208386 volte)

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Offline Bud Spencer_da Bari 88

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« Risposta #1605 il: Maggio 21, 2013, 15:49:48 pm »
Quindi tu puoi trollare tutti su qualsiasi argomento e noi non ti possiamo trollare sulla religione?
Ci vorrebbe la faccina :mavirachist:
 :sisi:

io trollo?  :facepalm:
qua 1 troll di montagna sta... ed è nomercy


... PER DIO E PER LO IMPERATORE! RIFEUDALESIMO CONTRO L' INVASIONE DELLO SARACINO ISLAMICO ET LI TRADITORI BOLSCEVICHI!

    Online Nomercy

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    « Risposta #1606 il: Maggio 21, 2013, 16:01:12 pm »


     :asd:


    For those who live inside a myth, it seems a self-evident fact. Human progress is a fact of this kind. If you accept it you have a place in the grand march of humanity. Humankind, is, of course, not marching anywhere. ‘Humanity’ is a fiction composed from billions of individuals for each of whom life is singular and final. But the myth of progress is extremely potent.

      Offline Bud Spencer_da Bari 88

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      « Risposta #1607 il: Maggio 21, 2013, 16:02:33 pm »


       :asd:

       :look:

      Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.


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        « Risposta #1608 il: Giugno 12, 2013, 09:19:26 am »
        Papa Francesco: "C'è una lobby gay in Vaticano"


        Papa Francesco: "C'è una lobby gay in Vaticano"

        E' un sito internet cileno, Reflexion y Liberacion, a sganciare la bomba: Papa Francesco ha ammesso la presenza di una lobby gay in Vaticano. Il Papa ha incontrato il 6 giugno  i vertici della CLAR, la Confederazione Latinoamericana di Religiosi, ricevuti in udienza privata nella biblioteca vaticana. In quell'occasione Francesco avrebbe posto l'accento sui problemi da lui riscontrati nei primi mesi sul soglio pontificio.

        "Nella Curia c'è gente santa, davvero" ma c'è anche una "corrente di corruzione". E poi a questo punto, davanti ai religiosi latinoamericani, Papa Francesco ha accennato alla lobby gay in Vaticano: "Si parla di una "lobby gay" e in effetti c'è... bisogna vedere che cosa possiamo fare". Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana,  ha detto di non avere "alcuna dichiarazione da fare sui contenuti della conversazione", perché si trattava di "un incontro di carattere privato": non vi sono registrazioni né trascrizioni.

        PAPA CONTRO LA CHIESA RICCA: "SAN PIETRO NON AVEVA UN CONTO IN BANCA"

        Il Santo Padre ha chiesto ai religiosi di "avanzare verso nuovi orizzonti", senza paura "di correre rischi andando verso i poveri e i nuovi soggetti emergenti nel continente". Anche se "vi arriva una lettera della Congregazione per la dottrina, affermando che aveva detto questa o quella cosa... Non preoccupatevi. Spiegate quello che dovete spiegare, però andate avanti... Aprite porte, facendo qualcosa là dove la vita chiama. Preferisco una Chiesa che si sbaglia per fare qualcosa che una che si ammala per rimanere rinchiusa...".

        L'ACCUSA DI BERGOGLIO: "I MORTI DI FAME NON CONTANO NIENTE"

        La Presidenza della Consiglio Latino Americano dei Religiosi in una nota non smentisce la notizia. Si limita a lamentare "la pubblicazione di un testo con riferimento alla conversazione mantenuta con il Santo Padre Francesco". I dirigenti del Clar non smentiscono quanto riportato dai siti, ma ricordano che "la conversazione che si è sviluppata a partire da domande poste al Papa dai presenti"



        "Ma veda..."

          Offline rolandofurioso

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          « Risposta #1609 il: Giugno 12, 2013, 09:22:42 am »
          ho paura per l'incolumità di questo papa

            Online el schiatty napoletano

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            « Risposta #1610 il: Giugno 12, 2013, 09:58:41 am »
            na poc...il.tempo.che.riconquista.altri allocchi...poi berrà un caffè corretto o cambia idea :asd:

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              Offline freshvinc

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              « Risposta #1611 il: Giugno 12, 2013, 11:24:28 am »
              na poc...il.tempo.che.riconquista.altri allocchi...poi berrà un caffè corretto o cambia idea :asd:

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              «La sera quando ci fu l'inno della Champions, vedendo 80000 persone fischiarci, mi resi conto in che guaio ci eravamo messi. Qualche partita importante nella mia carriera l'ho giocata, ma quando sentii quell'urlo, fu la prima volta che mi tremarono le gambe. Fu lì che mi resi conto che questa non è solo squadra per loro, che si tratta di un amore viscerale, come quello che c'è tra una madre ed un figlio. Fu l'unica volta che dopo aver perso, rimasi in campo per godermi lo spettacolo» Y.Tourè

              «Il Napoli non è solo una squadra ma è lo stato d'animo di un'intera città» A.Villas Boas

              «Lavoro per il rispetto della professione, chi ama davvero la maglia sono i napoletani» V. Behrami


              "Le crànti shqùatre dévòn impòrr iggiòc!" (cit.)

                Offline Bud Spencer_da Bari 88

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                « Risposta #1612 il: Giugno 12, 2013, 12:15:17 pm »
                na poc...il.tempo.che.riconquista.altri allocchi...poi berrà un caffè corretto o cambia idea :asd:

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                itagliano io ti lovvo


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                  « Risposta #1613 il: Giugno 12, 2013, 12:16:02 pm »
                  itagliano io ti lovvo
                  :stralol:

                  ho seri problemi da cellulare e tablet *dawson*
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                    Offline freshvinc

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                    « Risposta #1614 il: Giugno 12, 2013, 16:17:16 pm »
                    :stralol:

                    ho seri problemi da cellulare e tablet *dawson*

                    Fixed.  :sine: :look:
                    «La sera quando ci fu l'inno della Champions, vedendo 80000 persone fischiarci, mi resi conto in che guaio ci eravamo messi. Qualche partita importante nella mia carriera l'ho giocata, ma quando sentii quell'urlo, fu la prima volta che mi tremarono le gambe. Fu lì che mi resi conto che questa non è solo squadra per loro, che si tratta di un amore viscerale, come quello che c'è tra una madre ed un figlio. Fu l'unica volta che dopo aver perso, rimasi in campo per godermi lo spettacolo» Y.Tourè

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                      « Risposta #1615 il: Giugno 12, 2013, 16:17:30 pm »
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                        « Risposta #1616 il: Luglio 08, 2013, 20:32:32 pm »
                        La propaganda di Francesco, il papa che piace a tutti, fa breccia ovunque. Ecco perché Ratzinger "era meglio di lui".

                        Quella maledetta sera di marzo tutti ci aspettavamo che su piazza San Pietro si sarebbe affacciato Angelo Scola, o comunque un cardinale arcigno e crudele, un implacabile che si sarebbe lanciato in una lotta senza esclusione di colpi contro il secolarismo, che si sarebbe dato un nome tipo Leone XIV, o comunque qualcosa di abbastanza cattivo da convincere il mondo che, in un modo o nell'altro, il dogma è ancora vivo e la parola di Dio non è uno scherzetto. Non il ritorno alla messa in latino, ma almeno un rigido pensatore à la Ratzinger, un uomo incapace di parlare ai cattolici – tanto è inutile – ma perfettamente in grado di produrre qualcosa di rilevante in termini di profondità teologica.

                        E invece no, quella maledetta sera di marzo, su piazza San Pietro si è affacciato un argentino con il nome da stopper del Genoa. Jeorge Mario Bergoglio ha salutato la folla con un cordiale «buonasera», ha parlato dell'Argentina come «mondo alla fine del mondo» manco fosse Sepùlveda e si è dato il nome di Francesco, come il santo che rinunciò a tutto per andare a parlare con gli uccellini nella selvaggia Umbria duecentesca.

                        Ecco, la verità è che, per l'ennesima volta, li avevamo sottovalutati. Ci hanno fregato con un Papa buono, che, di fatto, sta simpatico a tutti, anche agli atei più atei. E continuerà a stare simpatico anche quando si scaglierà contro i gay, la ricerca, il nostro modo di vivere. Si chiama evangelizzazione: va avanti da duemila anni e, piaccia o no, sta sempre almeno un passo davanti a noi.

                        Ludwig Wittgenstein diceva che il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose. Quindi, quando Bergoglio va a Lampedusa per dire che «la società dei consumi ha portato a una globalizzazione dell'indifferenza», non s’intende che donerà tutti i beni della Chiesa ai meno abbienti. Nemmeno che farà qualcosa per combattere la globalizzazione della sofferenza: è solo propaganda. Se un potente segnala un problema, non è detto che si stia battendo per risolverlo. Bergoglio, da buon gesuita, lo sa e sa vendere benissimo la propria immagine, con il brand chiaramente visibile a tutti: «Chiesa Cattolica, noi siamo il bene». Malgrado i libri di storia dicano il contrario, la facciata del credo più diffuso del mondo rimane sempre candida agli occhi di fedeli e non, ora più che mai.

                        La chiave per colmare il gap della dialettica negativa  - l'insormontabile scarto tra la logica e la realtà, tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere – è nei termini puramente concettuali emersi in questi primi mesi di pontificato targato Francesco. Il concetto più espresso, fino a questo momento, riguarda la magnificazione della povertà. Sui giornali e nell'immaginario collettivo, questo passa come «il Papa sta con i poveri», in realtà l'elogio della povertà è una delle affermazioni più ideologiche e reazionarie degli ultimi secoli. Oltretevere lo sanno che la povertà non è un valore ma uno schifo? Lo sanno che la gente, in maniera sempre maggiore, si suicida perché si vergogna della propria miseria?

                        Domande retoriche, ma una risposta c'è: sì, lo sanno. Per questo magnificano il concetto di povertà, perché i poveri si sentano socialmente migliori di quello che sono, anche se in realtà questo non è vero. La società (post)industriale avanzata emargina chi ha meno, e questo è un fatto. Santificare «l'avere meno» è un modo perché tutto rimanga com'è, perché non succeda niente, perché chi ha sempre meno non si ribelli mai a chi ha di più. La Storia, per la Chiesa, non è Storia di lotta di classe. Francesco ne è consapevole, e allora bara. È uno spacciatore di oppio dei popoli. E per certi usi Marx torna utile solo adesso, ché il comunismo storico è quasi scomparso dalla faccia della terra.

                        Joseph Ratzinger era politicamente inaccettabile. Ma era chiaro, non barava. Lui, con una profondità teologica effettivamente non comune, portava avanti le crociate di sempre. Perché la Chiesa è quello che è e non può essere diversa, è un’entità irriformabile, scolpita nel tempo. Dogmatica per definizione. Nell'enciclica scritta a quattro mani da Francesco e Benedetto questo particolare emerge con chiarezza: il primo parla di Madre Teresa di Calcutta – emblema di bontà e sacrificio –, il secondo si lancia in un corpo a corpo con Dostoevskij sul significato di Cristo in Croce. Questo non solo ci chiarisce che Ratzinger è un teologo, mentre Bergoglio è “solo” un parroco; ma ci dà anche un'idea del fatto che mentre il tedesco punta a un predominio teorico – dunque, preferibile anche in termini di dibattito –, l'argentino sfrutta la potenza di fuoco di un'istituzione mastodontica come la Chiesa per affermare un discorso prettamente politico e mantenere lo stato delle cose così com'è: proclamare il cambiamento per non attuarlo mai. Cambiare una religione è impossibile, dacché questa si basa su presupposti immutabili. Tutto il resto è soltanto propaganda.
                        Inviato da una cripta. :schiatty:

                          Online Napolidomina

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                          « Risposta #1617 il: Luglio 08, 2013, 21:48:42 pm »
                          Ma che articolo veramente cattivo...

                          La differenza è che papa Francesco fa le cose che dice, per questo sta simpatico e piace.

                          Questo papa porterà avanti grandi cambiamenti (positivi) nella chiesa... Accetto l'opinione di chi ha scritto l'articolo ma è troppo fazioso e non parla di fatti concreti.

                          Oltretutto vorrei solamente ricordare la grande umanità ed il grande cuore di questo papa che è sempre stato vicino ai poveri, ha sempre rifiutato la mondanità (usava mezzi di trasporto pubblici in Argentina ad esempio) e fa ciò che dice.
                          Mi viene da pensare anche al gesto fatto alla lavanda dei piedi, quando ha baciato i piedi dei carcerati, mi sono commosso.

                          Ho fiducia in lui, anche la visita di oggi a Lampedusa ha fatto capire dove è proiettato il suo sguardo... Sono contento che ci sia un persona cosí a capo della chiesa. La chiesa sebbene abbia problemi che deve assolutamente risolvere, è una delle poche istituzioni che a livello locale aiuta sempre i poveri ed i piú deboli, a volte ripenso a ciò che hanno fatto alcuni preti del sud Italia e ne sono orgoglioso.

                          Poi penso anche che papa Francesco sia stato il primo a voler far chiarezza sulla banca vaticana, poi dite che non vuole cambiare nulla... Bah.
                          magnatv 'o limon

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                            « Risposta #1618 il: Luglio 08, 2013, 22:04:41 pm »
                            magnificano il concetto di povertà, perché i poveri si sentano socialmente migliori di quello che sono, anche se in realtà questo non è vero. La società (post)industriale avanzata emargina chi ha meno, e questo è un fatto. Santificare «l'avere meno» è un modo perché tutto rimanga com'è, perché non succeda niente, perché chi ha sempre meno non si ribelli mai a chi ha di più. La Storia, per la Chiesa, non è Storia di lotta di classe.

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                              « Risposta #1619 il: Luglio 08, 2013, 22:09:44 pm »
                              :sisi:
                              Ma dai... Ma chi cazz santifica la povertà!! Dice da mesi che la chiesa deve ritornare ad essere povera, nel senso che bisogna badare all'essenziale, alla concretezza delle cose.
                              Non ha mai detto che la povertà è qualcosa da ammirare...
                              Non dice è bello e giusto essere poveri, ma bensi dice è sbagliato pensare esclusivamente al denaro, all'avidità ed all'egoismo... Poi interpretate come volete ma la realtà dei fatti è questa.
                              magnatv 'o limon

                                 

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