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Topic: Polemiche arbitrali, probabile cambio del designatore arbitrale  (Letto 571 volte)

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Offline N3w

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« il: Febbraio 27, 2014, 13:58:39 pm »
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Si vocifera che stanno pensando di sostituire Braschi con Rosetti dopo la polemica sollevata dalla Fiorentina che sostiene l'idea che nel referto si sia scritto il falso Su B. Valero.
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    « Risposta #1 il: Febbraio 27, 2014, 13:59:11 pm »
    Rosetti :asd:

      Scugnizza

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      « Risposta #2 il: Febbraio 27, 2014, 14:18:13 pm »
      Io chiamarei the beatles ad arbitrare :sine:

        Offline popaye

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        « Risposta #3 il: Febbraio 28, 2014, 11:42:27 am »
        http://www.sportmediaset.mediaset.it/rassegnastampa/primepagine/2014/fotogallery/1003582/i-giornali-28-febbraio.shtml
        GUARDATE PAGINA 14
        in sostanza è un articolo del quotidiano "LIBERO" che dice che la FIAT e la Bassetti di Buffon sono tra gli sponsor dell'AIA dai quali sponsor attingono i fondi per i pagamenti degli arbitri... non scherziamo che sono a loro libro paga, maalla fine è la realtà dei fatti...
        ma dove vogliamo andare... lo schifo è sempre maggiore :facepalm:
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        "meglio tacere e dare l'impressione di essere stupidi che aprir bocca e fugare ogni dubbio"

          Offline popaye

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          « Risposta #4 il: Marzo 01, 2014, 16:40:27 pm »
          http://www.liberoquotidiano.it/news/11558371/La-Fiat-e-la-Bassetti-di.html

          La Fiat e la Bassetti di Buffon tra gli sponsor degli arbitriI

          fischietti di serie A costano alla Federcalcio 5 milioni all’anno, Rizzoli, Orsato e Doveri fra i più retribuiti

          28 febbraio 2014
           
          La Fiat e la Bassetti di Buffon tra gli sponsor degli arbitri
          «Gli arbitri italiani sono tra i migliori al mondo, dobbiamo rispettare quello che fanno. Ve lo dice uno che ha sbagliato in maniera anche grossolana andando a protestare perché al 94’, a mio avviso, non ci era stato dato un rigore. Da allora ho cambiato atteggiamento e ho grande rispetto del lavoro degli arbitri, del lavoro di Braschi e di Nicchi che cercano di farli migliorare». Parole che stemperano, quelle di Antonio Conte, pronunciate alla vigilia del match di Trebisonda e pochi giorni dopo il derby che ha visto il Torino lamentarsi per gli errori di Rizzoli, la Fiorentina incendiarsi per le quattro giornate a Borja Valero e quel referto di Gervasoni definito «bugiardo», l’Inter arrendersi all’ennesimo penalty non concesso, stavolta da Russo contro il Cagliari.

          Certo, qualcuno può obiettare che è facile parlare da lassù, anche se l’intento di Conte è da leggere come ecumenico messaggio di serenità rivolto a tutta la serie A, fischietti compresi, primo passettino di avvicinamento al caldissimo Milan-Juve di dopodomani, in quel San Siro in cui, nonostante il tempo trascorso, è ancora vivo il ricordo del gol-non gol di Muntari, e dove il direttore di gara, Guida, sarà osservato speciale.

          Già, ma quanto guadagnano gli arbitri per un lavoro così esposto e molto spesso ritenuto insoddisfacente? Ieri il Corriere dello sport ha pubblicato un esaustivo articolo che spiega come, al lordo degli emolumenti, i fischietti costino circa 5 milioni di euro all’anno, suddivisi in 3,8 milioni per le 38 gare di serie A (circa centomila a giornata), cui vanno aggiunti la Supercoppa Italiana e tutta la Coppa Italia. Una bella somma, in assoluto, poca roba se si considera che l’ultimo fatturato della serie A è stato di oltre 1,4 miliardi.
          Nel dettaglio, gli internazionali hanno un “fisso” (gli ex diritti d’immagine) di 80mila euro l’anno più l’ingaggio Uefa, dunque un arbitro di medio-alto livello può arrivare a 200mila euro lordi a stagione. Mica male, ma va sottolineato come la loro carriera sia più breve in relazione ai calciatori, non hanno il posto fisso (se sbagliano e vengono puniti saltano partite e non incassano) e devono avere un lavoro che gli consenta di gestirsi elasticamente. Rizzoli, ad esempio (finora 77.600 euro guadagnati, viste le varie apparizioni internazionali che culmineranno, unico italiano, con il Mondiale), è architetto, molti altri sono liberi professionisti. In stagione, in testa ai guadagni ci sono Orsato e Doveri con 62.400 euro (13 partite di A, una di Coppa Italia e 12 volte giudice d’area).

          Ora, chi paga gli arbitri? La Figc, visto che l’Associazione Italiana Arbitri è la settima componente della Federcalcio. Bene, niente di nuovo, eppure è curioso che oltre a Tim e alla finanziaria Compass fra i main sponsor di Figc e Coni ci siano la Fiat e Iveco, la divisione dei veicoli industriali dell’azienda. Le cose sono un po’ cambiate negli ultimi anni, ma non è difficile leggere «Fiat uguale Agnelli uguale Juventus». Non entriamo in polemiche e dietrologie da bar, ma non vi pare un conflitto d’interessi? È giusto sostenere che al mercato non si comanda, la Casa torinese si sta espandendo, è entrata prepotentemente negli Usa acquisendo Chrysler e ha grandi interessi in Brasile, dove nel 2014 si disputeranno i Mondiali. Ed è anche doveroso ricordare che la sponsorizzazione non è una notizia di ieri ma che il sodalizio va avanti fin dal 2000 (con l’intermezzo 2006 quando invece il partner era Volkswagen, a Calciopoli esplosa e Mondiale vinto) ed è stato rinnovato nel 2011 con scadenza quest’anno: la presenza del marchio Fiat sull’abbigliamento sportivo e la fornitura esclusiva di auto e mezzi per gli spostamenti, frutterà alla Federcalcio 3 milioni a stagione (12 milioni in 4 anni) che potranno salire fino a 18 a seconda dei risultati.

          Fin qui il business, ma come si può non sorridere se qualcuno obietta: «Pensate se al posto di Fiat ci fosse scritto Mediaset, o Saras!». Ad aggiungere pepe alla faccenda già intricata c’è perfino Bassetti, storico marchio tessile italiano, che fa parte del Gruppo Zucchi. E chi è titolare della maggioranza (56,26%) del capitale? Gigi Buffon, capitano di Juve e Nazionale.
          Certo, l’idea che «io ti pago, e tu non mi tocchi» non sta in piedi, bisogna ricordare che ad Antonio Conte i quattro mesi di sospensione a causa del Calcioscommesse, sono stati comunicati su fogli con l’intestazione Figc. E poi c’è sempre la causa contro la Federcalcio da 443 milioni presentata al Tar del Lazio da Andrea Agnelli per i danni di Calciopoli: insomma, un’azienda che ne porta in tribunale un’altra da lei stessa supportata. È tutto regolare, ma lasciateci sorridere.

          di Tommaso Lorenzini

          ho recuperato l'articolo intero :facepalm: :shock: *dawson*
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