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Topic: E' giusto mangiare Carne?  (Letto 97600 volte)

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Offline Rosa Luxemburg

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« Risposta #1440 il: Aprile 03, 2013, 00:11:39 am »
:stralol:

Buonissima *_* mi sono fatta 3 panini con la salsiccia e la carne mangiata cosi :sbav:

mi fai morire di fame!!! dalla foto la carne aveva una faccia bellissima!!!


    Scugnizza

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    « Risposta #1441 il: Aprile 03, 2013, 00:42:42 am »
    mi fai morire di fame!!! dalla foto la carne aveva una faccia bellissima!!!

    Era buonissima :sisi:

      Offline Rosa Luxemburg

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      « Risposta #1442 il: Aprile 03, 2013, 00:51:20 am »


        Scugnizza

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        « Risposta #1443 il: Aprile 03, 2013, 00:52:48 am »
        ma li dove siete??

        Nel Cilento, Oasi del fiume alento .. stupendo.

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          « Risposta #1444 il: Aprile 03, 2013, 03:52:53 am »
          Ci sono stato spesso anche io, visto che meraviglia?

          Inviato dal mio GT-I9000 con Tapatalk 2


            Offline Alnitak

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            « Risposta #1445 il: Aprile 03, 2013, 11:09:27 am »
            Nel Cilento, Oasi del fiume alento .. stupendo.

            Azz, siete arrivati un attimo all'Oasi? Saranno più di 150 km da Napoli. :sisi:

              Scugnizza

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              « Risposta #1446 il: Aprile 03, 2013, 11:55:42 am »
              Azz, siete arrivati un attimo all'Oasi? Saranno più di 150 km da Napoli. :sisi:

              Non è poi lontanissimo anche se noi siamo partiti la sera prima :)

                Offline Diedorf

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                « Risposta #1447 il: Aprile 03, 2013, 12:20:03 pm »
                Mini OT ma ho una curiosità e qui c'è gente che può rispondere,chi è il terrone più ricco?Aponte? :look:

                Credo Del Vecchio (che dovrebbe essere Pugliese), ma ormai non ha più nulla del terrone. Altrimenti Pessina (abruzzese) che con questo ritmo credo scalerà in futuro parecchie posizioni ( oppure finirà in galera visto che si trova nel business della sanità).

                Aponte è sicuramente uno dei più ricchi, ma ormai per lui non possiamo neppure parlare di "italiano" visto che sono decenni che vive in Svizzera per motivi fiscali.

                  Offline bonovoxpride

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                  « Risposta #1448 il: Aprile 03, 2013, 12:44:32 pm »
                  Credo Del Vecchio (che dovrebbe essere Pugliese), ma ormai non ha più nulla del terrone. Altrimenti Pessina (abruzzese) che con questo ritmo credo scalerà in futuro parecchie posizioni ( oppure finirà in galera visto che si trova nel business della sanità).

                  Aponte è sicuramente uno dei più ricchi, ma ormai per lui non possiamo neppure parlare di "italiano" visto che sono decenni che vive in Svizzera per motivi fiscali.
                  Natuzzi a che posto è?
                  12-02-2011
                  25-02-2016

                  Ogni poeta è un ladro ogni artista un cannibale tutti uccidono la loro ispirazione e ne cantano il dolore

                    Offline Diedorf

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                    « Risposta #1449 il: Aprile 03, 2013, 13:08:40 pm »
                    Non saprei dire.

                    Comunque la Natuzzi non naviga in buone acque. Però non conosco realmente la realtà aziendale, quindi non saprei dire se è crisi "vera" o volontà di ridurre i costi con la scusa della crisi.

                      Offline Alnitak

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                      « Risposta #1450 il: Aprile 03, 2013, 13:11:16 pm »
                      Non è poi lontanissimo anche se noi siamo partiti la sera prima :)

                      Avete fatto bene, altrimenti la grigliata mi sa che l'avreste fatta sulla statale nel traffico. :asd:

                        Scugnizza

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                        « Risposta #1451 il: Aprile 03, 2013, 16:41:39 pm »
                        Avete fatto bene, altrimenti la grigliata mi sa che l'avreste fatta sulla statale nel traffico. :asd:

                        Nooo, un nostro amico ci ha messo un paio di ore :sisi:

                          Offline Alnitak

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                          « Risposta #1452 il: Aprile 03, 2013, 18:24:24 pm »
                          Nooo, un nostro amico ci ha messo un paio di ore :sisi:

                          Addirittura? Di solito quella è una strada micidiale...

                            Online Nomercy

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                            • Aurelio De Laurentiis
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                            « Risposta #1453 il: Aprile 08, 2013, 23:17:23 pm »
                            Oceani, “oltre 400 zone morte, riserve di pesce al limite, barriere coralline in pezzi”

                            Stime della Fao, della Banca mondiale e della National Geographic Society fotografano uan grande malattia. Da alcune settimane al centro delle discussioni di scienziati, ex Capi di Stato ed ex ministri, economisti, giuristi e organizzazioni non governative, riunite in un nuovo organismo indipendente, la Global Ocean Commission

                            L’80 per cento delle riserve di pesce sfruttate fino a raggiungere o superare il loro livello massimo di sostenibilità, con il rischio estinzione per molte specie. Più di 400 zone morte, che coprono una superficie pari a 250mila chilometri quadrati, dove la maggior parte degli organismi marini non riesce più a sopravvivere. Il 35 per cento delle foreste di mangrovie e il 20 per cento delle barriere coralline distrutte a causa dell’urbanizzazione delle coste. Sono le cifre che raccontano di un malato grave: l’oceano. Stime della Fao, della Banca mondiale e della National Geographic Society (schematizzate in questo grafico), da alcune settimane al centro delle discussioni di scienziati, ex Capi di Stato ed ex ministri, economisti, giuristi e organizzazioni non governative, riunite in un nuovo organismo indipendente, la Global Ocean Commission. Un gruppo di studio che nei prossimi mesi dovrà formulare delle proposte, da sottoporre nel 2014 all’attenzione dell’Assemblea generale dell’Onu, per invertire lo stato di degrado in cui versano gli oceani e fermare la corsa allo sfruttamento indiscriminato delle loro risorse naturali.

                            Insediatasi lo scorso 12 febbraio sotto la guida di José María Figueres, ex presidente del Costa Rica, Trevor Manuel, dello staff della Presidenza del Sudafrica e David Miliband, ex ministro degli Esteri britannico, la commissione si è data appuntamento in questi giorni a Cape Town, in Sudafrica, per il suo meeting inaugurale. “In questo primo incontro di lavoro abbiamo ascoltato il parere di molti esperti e discusso dei principali problemi degli oceani – afferma Trevor Manuel, a fare gli onori di casa -. Nessuno di noi è stupido abbastanza da pensare che sarà semplice delineare un futuro per la salute e la salvaguardia dei nostri oceani. Ma al punto in cui ci troviamo non è azzardato affermare che la situazione può solo migliorare”. Gli fa eco David Miliband: “La commissione produrrà solo proposte capaci di tradursi in azioni concrete. Ho fatto parte di numerose commissioni e ho, pertanto, imparato a mie spese – precisa l’ex responsabile della politica estera inglese – che quando i gruppi di studio producono troppe raccomandazioni vuol dire che hanno fallito nel compito per cui erano stati creati”.

                            Molte sono le questioni aperte, a partire dall’inquinamento degli ecosistemi marini. Come dimostra la cosiddetta “Isola dei rifiuti”, una discarica nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, formatasi negli anni grazie alle correnti, la cui estensione non è nota con precisione – si stima che le sue dimensioni oscillino tra quelle della penisola Iberica e l’intera superficie degli Stati Uniti -. Eppure solo il due per cento della superficie degli oceani costituisce un area marina protetta, contro il dodici per cento delle corrispondenti regioni terrestri. 

                            Non si tratta solo di rivendicazioni ambientaliste. La salvaguardia degli oceani e della loro biodiversità ha profonde ricadute economiche e sociali. “Noi tutti dipendiamo dagli oceani – sottolinea José María Figueres -. Che ci danno cibo, ossigeno e catturano l’anidride carbonica responsabile del surriscaldamento del pianeta”. Basta scorrere alcuni dati della Fao o della Banca Mondiale. Gli oceani, che coprono il 71 per cento della superficie della Terra, hanno, infatti, un ruolo fondamentale nella regolazione globale del clima. Assorbono calore, catturano un quarto dell’anidride carbonica emessa dalle attività dell’uomo – una quantità cinque volte superiore a quella delle foreste tropicali – e liberano quasi la metà dell’ossigeno che respiriamo. Per un miliardo di persone che vivono nei paesi in via di sviluppo, inoltre, la pesca rappresenta la fonte primaria di proteine. Il ricavato del commercio di pesce per i paesi in via di sviluppo è pari a circa 25 miliardi di dollari l’anno, due volte quello del caffè. Solo dalla pesca e commercializzazione del tonno derivano, ad esempio, dieci miliardi d’introiti e nove dall’ecoturismo subacqueo. Sono 85 le nazioni coinvolte nel commercio internazionale di pesce, stimato complessivamente in 102 miliardi di dollari l’anno e 350 milioni i posti di lavoro legati alla salute degli oceani.

                            “Sfortunatamente, però, molte evidenze scientifiche dimostrano che la pressione dell’uomo sugli oceani è in continua crescita. Basti pensare alla pesca illegale o all’incremento delle emissioni di anidride carbonica che rende le acque più acide – denuncia José María Figueres -. La salute degli oceani rappresenta sia un imperativo etico che un’opportunità economica. Si tratta di una questione di cui è assolutamente necessario interessarci, se vogliamo che i nostri figli e i nostri nipoti ottengano da essi gli stessi benefici di cui ha goduto la nostra generazione”.

                            La commissione si occuperà delle acque internazionali, il 45 per cento circa della superficie del pianeta, che non rientrano nella giurisdizione dei Governi, ma sono soggette alla cosiddetta “Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare” nata trent’anni fa allo scopo di definire i diritti e le responsabilità degli Stati nell’utilizzo dei mari e degli oceani. Un trattato che, secondo gli esperti, però, a causa dello sviluppo tecnologico non sempre ha frenato lo sfruttamento delle risorse naturali. Ne è un esempio la corsa che si è aperta negli ultimi anni tra i Paesi che si affacciano sul Circolo polare artico, Usa e Russia su tutti, per il controllo e l’estrazione delle riserve energetiche rese accessibili dal progressivo scioglimento dei ghiacciai a causa dei mutamenti climatici. “Il trattato delle Nazioni Unite è stato un grande successo – spiega Miliband -, ma adesso abbiamo bisogno di una nuova governance, che guidi gli obiettivi indicati trent’anni fa adattandoli agli scenari attuali”.

                            http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/07/oceani-oltre-400-zone-morte-riserve-di-pesce-al-limite-barriere-coralline-in-pezzi/549963/



                            For those who live inside a myth, it seems a self-evident fact. Human progress is a fact of this kind. If you accept it you have a place in the grand march of humanity. Humankind, is, of course, not marching anywhere. ‘Humanity’ is a fiction composed from billions of individuals for each of whom life is singular and final. But the myth of progress is extremely potent.

                              Offline Onisco

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                              « Risposta #1454 il: Aprile 08, 2013, 23:20:38 pm »
                              :facepalm:

                                 

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