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Topic: NBA  (Letto 342391 volte)

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Offline Sonny Boy

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« Risposta #1065 il: Luglio 04, 2012, 19:28:01 pm »
Delle fin troppo precoci previsioni – gli Steal

Nel precedente episodio abbiamo descritto gli errori di sopravvalutazione che più frequentemente sono commessi dai decision-makers dell’NBA nel processo del draft, e le motivazioni per cui credo che giocatori come Harrison Barnes e Austin Rivers siano stati scelti troppo in alto. In questo articolo facciamo il processo inverso ed andiamo a vedere quali sono i motivi per cui le qualità di alcuni giocatori non vengono riconosciute immediatamente e come questo li porti a scivolare giù, giù nel draft fino a che una data franchigia NBA (di solito gli Spurs), per astuzia o fortuna, finalmente li sceglie e si porta a casa uno steal, cioè un furto per il rapporto qualità/bassa scelta.

Sorvolando sugli steal del draft 2011 come Kenneth Faried e Isaiah Thomas (22° e 60° l’anno scorso) che sono già stati nominati nell’articolo sui bust, nel draft 2010 è famoso il caso di Landry Fields (scelto con la 39) e diventato in brevissimo tempo titolare dei Knicks ed idolo personale di Spike Lee; nel 2009 c’è invece una coppia di playmaker titolari in Jrue Holiday e Ty Lawson (17° e 18°) ed un Chase Budinger (44esimo, fresco di trade ai Timberwolves). Il draft del 2008 merita quasi un capitolo a parte per la ricchezza di talento nelle parti basse del draft, con una coppia di centri interessante e diametralmente dissimile in Roy Hibbert e Javale McGee (di nuovo 17° e 18°), un Most Improved Player in Ryan Anderson (21°), ed un trio di giocatori internazionali giovani e fortissimi in Serge Ibaka, Nicolas Batum e Goran Dragic (rispettivamente 24°, 25° e 45°). Altri casi particolarmente clamorosi sono Marc Gasol (48° nel 2007), Rajon Rondo e Paul Millsap (21° e 47° nel 2006), Monta Ellis, Lou Williams e Marcin Gortat (40°, 45° e 57° nel 2005).

no, non stiamo parlando di questo tipo di furti.

Ma quali sono le ragioni per cui dei futuri All-Star finiscono alla fine del primo giro o addirittura al secondo? I front office della maggior parte delle franchigie NBA sono forse composti esclusivamente da pisquani, incapaci di valutare il talento di giovani giocatori? Questa è certamente una possibilità, dato che, come nel caso degli errori di sopravvalutazione, anno dopo anno vengono sistematicamente commessi alcuni errori, sempre gli stessi, di sottovalutazione.

Uno degli errori a me più evidente è quando un giocatore viene trascurato esclusivamente sulla base di una sua carenza di centimetri. Attenzione però a dare il giusto peso alla grassettatura sulla parola “esclusivamente”. Molti dubbi vengono spesso (e giustamente) profusi quando un giocatore è undersized, ed ha già altre lacune (tecniche o atletiche) che vengono quindi accentuate dalle sue carenze fisiche: ad esempio viene in mente Jared Sullinger nel draft di quest’anno. Le critiche diventano ingiuste quando l’abilità tecnico/atletica di un giocatore è tale da compensare la mancanza di qualche centimetro. Isaiah Thomas (178 cm) è un esempio lampante di questo errore e dopo esser stato scelto dai Kings con l’ultima scelta possibile (la 60°) del draft 2011, ci ha messo solo pochi mesi per far capire a tutti che valeva molto di più dell’altra scelta, questa in lotteria, di Sacramento, cioè Jimmer Fredette (10°), un prototipo della trappola della falsa equazione “star al college = star in NBA”. I sopra nominati Monta Ellis e Lou Williams (entrambi fra i 185 ed i 190 cm, pochi, dato che non sono pointguard) sono altri esempi, così come può anche esserlo Paul Millsap (200 cm, pochi per un’ala grande), ma anche Kenneth Faried (200 cm), Ty Lawson (180cm scarsi) ed andando più indietro nel tempo, Ben Wallace, che nel draft 1996 non fu scelto da nessuno in quanto un centro di appena 2 metri non era appetibile, tranne poi andare a vincere il titolo del 2004 con i Pistons e collezionare titoli di Defensive Player of the Year ed NBA All-Defensive First Team. Andando ancora più indietro troviamo un tizio con un curriculum simile (e per simile intendo migliore), scelto al secondo giro al draft del 1986, un tizio che prendeva 19 (avete letto bene) rimbalzi a partita di media pur non arrivando ai 2 metri d’altezza. Insomma anche se sei un futuro Hall of Famer, se sei troppo basso è molto probabile che verrai snobbato.

che ci crediate o no, questo prendeva più rimbalzi di Mutombo, Robinson e Olajuwon.

Ma chi sono i giocatori ingiustamente ignorati per via della loro altezza nel recente draft 2012? Io ne vedo principalmente tre, di cui due sono stati scelti al secondo giro ed uno, pur essendo presente alla cerimonia al Prudential Center di Newark, è rimasto undrafted ed ha lasciato l’arena con i parenti in lacrime. Inizio proprio da quest’ultimo, tale Kevin Jones, ala grande di 2 metri esatti e senior da West Virginia. Compensa l’altezza con un’ottima apertura alare (218 cm) e sapienza del gioco, è estremamente efficiente nei pressi del ferro, possiede un buon tiro dalla media (60% da 2 e 78% ai liberi) e va a rimbalzo con cattiveria (11 a partita); ha pagato, oltre alla mancanza di centimetri, il fatto di aver assunto suo fratello maggiore come agente. Come abbiamo visto nell’articolo precedente, il caso di Dion Waiters mostra che un buon agente fa tutta la differenza del mondo. Riassumendo, Kevin Jones ricorda un ibrido fra Chuck Hayes e Carl Landry e sono sicuro che riuscirà ad entrare in qualche roster NBA da qualche via alternativa, perché giocatori di ruolo come lui servono sempre.

Gli altri due giocatori sono Marcus Denmon e Jae Crowder e ne parliamo proprio in questo ordine. Marcus Denmon è una shooting guard di 190 cm scarsi scarsi, senior da Missouri. La sua principale caratteristica è il tiro (46 fg%, 41% da tre, 90 ft%), ma è atletico e penetra abbastanza da non essere definito solo un tiratore puro. Ricorda Gary Neal e non è un caso che sia stato scelto dagli Spurs (e solo questo dovrebbe essere indicativo della sua qualità) con la penultima chiamata disponibile, la 59; quando hanno chiesto dei suoi pro e contro a Buford (general manager degli Spurs), per i “contro” ha semplicemente risposto “dovrebbe crescere di 7/8 centimetri”.

Jae Crowder è un senior da Marquette, un’ala grande al college ma che dovrebbe giocare in ala piccola in NBA dati i 197 centimetri circa di altezza; fresco vincitore del premio di Big East Player of the Year, è probabilmente il giocatore più atipico del draft. Ha una forza ed un fisico da giocatore di football che ricordano quelli di Artest o di LeBron, uniti a degli istinti ed un QI cestistico di primo livello. È stato inoltre uno dei giocatori più completi dello scorso panorama collegiale, come dimostrano le sue statistiche: 18 punti con il 50%, il 35% da tre, 74% ai liberi, 8 rimbalzi, 2 assist, 2.5 rubate, 1 stoppata, 1 palla persa a partita. Inoltre al college marcava efficacemente tutte e 5 le posizioni, anche se in NBA è molto difficile che riesca a tenere le pointguard più veloci e sopratutto i centri più alti. Non è uno scorer di primo livello e non lo sarà mai, ma d’altronde in NBA si può dominare anche senza esserlo come ha dimostrato la drag queen il tizio con i capelli colorati di cui abbiamo già parlato sopra. Crowder è scivolato fino alla 34esima scelta, cioè ai Dallas Mavericks (scelta ottenuta con la trade di Cleveland per Zeller), solo perché è undersized e solo perché gli Spurs non sceglievano prima. Personalmente lo ritengo uno dei migliori giocatori disponibili a questo draft e credo che Mark Cuban si sia portato a casa lo steal più grosso di quest’anno. Per finire, dentro a questa categoria ci voglio infilare anche Will Barton, finito a Portland con la 40; lui è alto abbastanza (198 cm per una guardia) ma è molto leggerino (80 kg), stesso motivo per cui probabilmente Jeremy Lamb ha perso qualche posizione. Ma insomma, i casi di Iverson e Durant non hanno insegnato proprio nulla?

San Jeremy, patrono di tutti i sottovalutati.

Passiamo ora ad un’altra tipologia d’errore, cioè quando un giocatore viene sottovalutato perché gioca in una conference minore dell’NCAA (o in un piccolo college) e quindi, secondo gli scout, le sue ottime prestazioni e statistiche devono essere ridimensionate in quanto sarebbero state ottenute contro avversari di livello inferiore; questa è una regola generale che nella maggior parte dei casi è più vera che falsa, ma i problemi sorgono quando viene utilizzata “a tappeto”, senza criterio, così che un giocatore veramente forte viene snobbato solo perché non ha giocato in un top college. Negli ultimi due draft ci sono tre esempi ben noti di questo errore, l’anno scorso infatti MarShon Brooks, pur avendo finito la stagione come il secondo migliore scorer dell’NCAA giocando per Providence, fu scelto solo con la 25esima chiamata. Landry Fields è un altro che scivolò molto in basso, dato che giocava in un college non molto prestigioso (ma solo se parliamo di basket…), cioè a Stanford.  L’esempio più clamoroso è però quello di Jeremy Lin, laureato ad Harvard (Ivy League), totalmente ignorato nel draft 2010 tanto da rimanere undrafted. Quest’anno vedo due possibili esempi di questo errore, più un contro esempio, cioè Damian Lillard. Lillard infatti, pur giocando a Weber State (Big Sky), ha impressionato tutti nei vari workout e nella Combine, così tanto da essere selezionato con la 6° chiamata assoluta; forse gli scout stanno iniziando ad imparare dai propri errori. Gli altri due esempi sono Andrew Nicholson e Scott Machado. Nicholson è un power forward, scelto con la 19esima chiamata dagli Orlando Magic ed a mio parere è uno dei migliori lunghi dell’intero draft. Uno scorer estremamente efficiente, sia in post alto che basso, ha già un ottimo footwork ed anche un tiro morbidissimo con buon range (57 fg%, 43% da tre, 77 ft%). Deve migliorarsi soprattutto a rimbalzo ed in difesa dove comunque mostra buone statistiche (8.4 rimbalzi, 2.0 stoppate a partita), ha un’apertura alare enorme (224 cm) e taglia prototipica per la posizione (208 cm). Io credo che abbia pagato principalmente il fatto di aver giocato a St. Bonaventure, non proprio Duke o UNC, e che i Magic si siano portati a casa uno steal. Scott Machado invece è un playmaker, il primo della nazione per assist a partita (9.9), senior di Iona, college nella Metro Atlantic Athletic Conference; se non avete mai sentito parlare di questa Conference avete già capito il motivo principale per cui Machado è rimasto undrafted. L’altra critica che spesso si fa su di lui è sul suo atletismo, soprattutto la sua velocità laterale che potrebbe metterlo in difficoltà sul lato difensivo in NBA. Insomma, un playmaker undrafted di un college minore di cui criticano le doti atletiche. Vi ricorda nessuno?

Altra errore per scout e GM è quando valutano un giocatore al college senza considerare il contesto in cui questo è inserito. Un esempio che mi viene in mente è quello di Kendall Marshall. Siamo sicuri che sarebbe stato scelto alla 13° e che le sue doti di playmaker sarebbero state apprezzate così tanto se non avesse giocato insieme ad altri tre futuri first-rounder (Barnes, Henson, Zeller)? Se lui e Machado si fossero scambiati di college, chi sarebbe considerato il miglior prospetto? Un altro caso clamoroso è quello di Baylor, college che ha fornito ben tre giocatori all’ultimo draft ma due dei quali ben più in basso di quanto ci si sarebbe aspettato. Perry Jones e Quincy Miller hanno tutto per sfondare in NBA, fisico, tecnica ed atletismo, ma sono stati ingiustamente “puniti” dal sistema cestistico di Baylor, in entrambi i lati del campo. Da una parte, il loro atletismo è stato minimizzato nella zona 1-3-1 di coach Scott Drew, mentre dall’altra, invece di sfruttare il talento dei propri due fuoriclasse, Baylor preferiva far passare l’attacco dalle mani di Pierre Jackson, un playmaker shoot-first con capacità decisionali minime. Jones (28°) e Miller (38°) potrebbero essere due dei più grossi steal di quest’anno.

I believe I can flyyy, I believe I can touch the skyyyy....

L’ultimo capitoletto degli errori al draft unisce due “trappole”: la prima è quando l’abilità cestistica di un giocatore viene giudicata in base alla sua personalità o ad altri problemi extrasportivi. “Non è cattivo abbastanza”, “non è determinato abbastanza”, sono tipiche frasi che escono dalla bocca dello scout che sta per fare una ca***ta. Jeremy Lamb e lo stesso Perry Jones sono due giocatori che sono scivolati ingiustamente anche per questo motivo. Royce White invece, un talento da top 10, è stato scelto solo alla 16 perché molti si sono spaventati riguardo al suo disturbo d’ansia ed alla sua (superata?) paura di volare. L’ennesima prova che negli USA non seguono tanto il calcio e che quindi non hanno mai sentito parlare di Dennis Bergkamp. La seconda trappolina è quella per cui un infortunio di un giocatore o un problema fisico viene ingigantito al punto che il suo vero talento viene trascurato. Famoso è il caso di DeJuan Blair, i cui problemi – o meglio la quasi assenza – dei legamenti crociati anteriori lo ha reso protagonista di una caduta libera al draft 2009 fino alla 37esima scelta, indovinate di chi? Quest’anno ci sono stati due giocatori che sono stati scelti molto più in basso del previsto in base a veri o presunti infortuni. Uno è Sullinger (problemi alla schiena), preso da Boston con la 21°, l’altro è, ancora una volta, Perry Jones. Se nel primo caso ho già parlato di come la sua caduta sia giustificata da altre difficoltà nel suo passaggio da college a NBA, per Jones (presunti problemi al menisco?) le voci dei suoi disturbi fisici hanno tutta l’aria di una voce messa in giro pochi giorni prima al draft da qualcuno che aveva tutti i vantaggi nel vederlo cadere giù nel draft (sei proprio un furbacchione Sam Presti!).

Insomma ricapitolando, la caduta di Perry Jones, uno che l’anno scorso sarebbe stato scelto nella top 5 se si fosse dichiarato eleggibile, sembra causata dall’allineamento di diversi errori di valutazione da parte degli scout e ritengo lui e Jae Crowder i due migliori candidati a Steal of the Draft 2012.

Per chiudere questi due articoli sul draft lancio una provocazione. Sono state migliori le scelte al draft di New Orleans (1° Davis, 10° Rivers, considerato che a scegliere Davis era brava anche mia nonna) oppure quelle di Portland (6° Lillard, 11° Meyers, 40° Barton) o di Houston (12° Lamb, 16° White, 18° Jones)?

Per ogni tipo di ardua sentenza, dovremo aspettare almeno un anno.
« Ultima modifica: Luglio 04, 2012, 19:29:52 pm da Voodoo_child »

    Offline 'Lucas

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    « Risposta #1066 il: Luglio 04, 2012, 22:34:54 pm »
    New York would send Iman Shumpert, Toney Douglas and Dan Gadzuric to the Suns for Steve Nash in a sign-and-trade.

    Se al posto di Shumpert c'era Fields era un bijoux di trade...Mi dispiace per Iman, però Nash  *_*

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      « Risposta #1067 il: Luglio 05, 2012, 09:29:03 am »
      New York would send Iman Shumpert, Toney Douglas and Dan Gadzuric to the Suns for Steve Nash in a sign-and-trade.

      Se al posto di Shumpert c'era Fields era un bijoux di trade...Mi dispiace per Iman, però Nash  *_*
      Fino a qualche giorno fa sembrava un giocatore dei Raptors. Iera sera i Knicks erano i favoriti numero 1. Nella notte però qualcosa è cambiato: Steve Nash è volato a Los Angeles per giocare con i Lakers! Il miglior playmaker della prima decade del nuovo millennio ha deciso di “portare i suoi talenti” in California per provare a vincere quel dannato titolo NBA che gli è sempre sfuggito.
      Il canadese approda ai Lakers tramite una sign-and-trade che porterà ai Suns due prime scelte (2013 e 2015) e due seconde scelte (2013 e 2014); nelle tasche del due volte miglior giocatore della Lega andranno invece 27 milioni di Dollari in tre anni (in parte “assorbibili” dalla trade exception ricevuta con lo scambio di Lamar Odom), contratto tutto sommato compatibile con le tutt’ora straordinarie cifre del 38enne (anche se superati i 40 sarà dura).

      Ai microfoni di ESPN Nash ha dichiarato:

      “Dopo aver parlato con Robert (Sarver, il proprietario, NDR) e Lon (Babby, responsabili del mercato, NDR) abbiamo convenuto che era il momento per entrambi di muoversi in nuove direzioni. Mi si avvicinarono e mi chiesero se dovevano cercare un accordo sign-and-trade con LA. Non potrei essere più grato all’organizzazione e a Robert in particolare“.


      La compatibilità con il gioco di Mike Brown e Kobe Bryant è tutta da verificare, ma certamente un giocatore dell’intelligenza di Steve riuscirà ad adattarsi a qualsiasi situazione portando leadership, tiro da tre punti e creatività con la palla in mano, ad un livello che a L.A. sponda Lakers non si vedeva dai tempi di Magic Johnson.
      Sicuramente i motivi che hanno influito sulla scelta di Nash sono il ritorno in una zona che già conosce (Steve fece il College a Santa Clara), gli stimoli che Hollywood può trasferire ad un futuro regista cinematografico come sarà lui tra qualche anno, il grande calcio dei Galaxy di Beckham, e  soprattutto la maggior possibilità di vincere un titolo rispetto a piazze come New York e Toronto.
      A 38 anni pensavamo di aver visto tutto di Nash, invece anche questa volta è riuscito a sorprenderci, ora caro Steve, vai e vinci un titolo per la storia!


      http://www.huffingtonpost.com/2012/07/04/steve-nash-lakers-los-angeles-trade-suns_n_1649953.html

      « Ultima modifica: Luglio 05, 2012, 09:32:17 am da Voodoo_child »

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        « Risposta #1068 il: Luglio 05, 2012, 11:15:05 am »
        Azz, mi toccherà schifare Nash  :superbanana:

        Perso Nash, Kidd che sembra rifirmi per Dallas, adesso so' cazzi; si paregia l'offerta di Houston per Lin, però poi rimarrebbe poco spazio per fare altro
        « Ultima modifica: Luglio 05, 2012, 11:18:06 am da 'Lucas »

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          « Risposta #1069 il: Luglio 05, 2012, 13:02:47 pm »
          Gio. 05/07/2012, ore 09:50 – Perso Nash i Suns si consolano con Micheal Beasley e Goran Dragic in attesa di Eric Gordon.

          Secondo ESPN i Suns avrebbero trovato un accordo con Goran Dragic per un quadriennale da 34 milioni di Dollari. In arrivo anche la talentuosa ala ex Miami Heat Michael Beasley che ha accettato un triennale da 18 milioni complessivi.

          Fonte: iamagm.com






          Gio. 05/07/2012, ore 08:51 – Hasheem Thabeet ha firmato un contratto biennale con gli Oklahoma City Thunder. Il centro, seconda scelta assoluta al draft 2009, è alla sua quarta squadra in carriera.

          Fonte: Yahoo! Sports

            Offline Zupus™

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            « Risposta #1070 il: Luglio 05, 2012, 13:42:06 pm »
            Nash.   :look4:

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              « Risposta #1071 il: Luglio 05, 2012, 17:11:48 pm »
              La Giornata Tipo di Guido Bagatta
              Spiacente, ma non sei autorizzato a visualizzare il contenuto degli spoiler.

               :look4:

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                « Risposta #1072 il: Luglio 05, 2012, 17:14:35 pm »

                "da tredici anni da quando ho la capacità di capire qualcosa di pallacanestro"
                 :facepalm:

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                  « Risposta #1073 il: Luglio 05, 2012, 20:11:22 pm »
                  guido bagatta ‏@bagatta
                  NBA steel of the draft will barton (memphis) 40esima di portland.supernba ready,doveva andare in lottery!!!!!! segnatevelo x anno prox


                  Sicuro comm 'a mort che non supera manco il training camp  :asd:

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                    « Risposta #1074 il: Luglio 05, 2012, 20:18:25 pm »
                    Gio. 05/07/2012, 20:10 – I Toronto Raptors hanno acquisito il playmaker di Houston Kyle Lowry.Al momento non sono noti tutti i dettagli dello scambio ma ai Rockets dovrebbe andare almeno una scelta al 1° giro protetta, probabilmente una scelta in lotteria (1-14).

                    Nel frattempo i Los Angeles Clippers hanno trovato un accordo con Chauncey Billups e Jamal Crawford, annullando allo stesso tempo l’incontro previsto con Ray Allen. Le destinazioni più probabili per Allen a questo punto si riducono a due: i Celtics o gli Heat.

                    Fonte: twitter



                    Gio. 05/07/2012, ore 17:44 – I Milwaukee Bucks hanno presentato un’offerta di 5 anni da 40 milioni di dollari a Ersan Ilyasova. L’ala turca è uno dei free agent più apprezzati di questa estate, con Nets e Cavaliers molto interessati.

                    Fonte: iamagm.com

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                      « Risposta #1075 il: Luglio 05, 2012, 20:40:40 pm »
                      Nash ai Lakers?

                        Online la vile strada maestra

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                          « Risposta #1077 il: Luglio 05, 2012, 20:42:40 pm »
                          Fino a qualche giorno fa sembrava un giocatore dei Raptors. Iera sera i Knicks erano i favoriti numero 1. Nella notte però qualcosa è cambiato: Steve Nash è volato a Los Angeles per giocare con i Lakers! Il miglior playmaker della prima decade del nuovo millennio ha deciso di “portare i suoi talenti” in California per provare a vincere quel dannato titolo NBA che gli è sempre sfuggito.
                          Il canadese approda ai Lakers tramite una sign-and-trade che porterà ai Suns due prime scelte (2013 e 2015) e due seconde scelte (2013 e 2014); nelle tasche del due volte miglior giocatore della Lega andranno invece 27 milioni di Dollari in tre anni (in parte “assorbibili” dalla trade exception ricevuta con lo scambio di Lamar Odom), contratto tutto sommato compatibile con le tutt’ora straordinarie cifre del 38enne (anche se superati i 40 sarà dura).

                          Ai microfoni di ESPN Nash ha dichiarato:

                          “Dopo aver parlato con Robert (Sarver, il proprietario, NDR) e Lon (Babby, responsabili del mercato, NDR) abbiamo convenuto che era il momento per entrambi di muoversi in nuove direzioni. Mi si avvicinarono e mi chiesero se dovevano cercare un accordo sign-and-trade con LA. Non potrei essere più grato all’organizzazione e a Robert in particolare“.


                          La compatibilità con il gioco di Mike Brown e Kobe Bryant è tutta da verificare, ma certamente un giocatore dell’intelligenza di Steve riuscirà ad adattarsi a qualsiasi situazione portando leadership, tiro da tre punti e creatività con la palla in mano, ad un livello che a L.A. sponda Lakers non si vedeva dai tempi di Magic Johnson.
                          Sicuramente i motivi che hanno influito sulla scelta di Nash sono il ritorno in una zona che già conosce (Steve fece il College a Santa Clara), gli stimoli che Hollywood può trasferire ad un futuro regista cinematografico come sarà lui tra qualche anno, il grande calcio dei Galaxy di Beckham, e  soprattutto la maggior possibilità di vincere un titolo rispetto a piazze come New York e Toronto.
                          A 38 anni pensavamo di aver visto tutto di Nash, invece anche questa volta è riuscito a sorprenderci, ora caro Steve, vai e vinci un titolo per la storia!


                          http://www.huffingtonpost.com/2012/07/04/steve-nash-lakers-los-angeles-trade-suns_n_1649953.html


                          Nash ai Lakers?
                          :sisi:

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                            « Risposta #1078 il: Luglio 06, 2012, 09:21:00 am »
                            Jabari Parker, il ‘prescelto’ dai Mormoni


                            Per uno finito sulla copertina di Sports Illustrated a 17 anni, rappresentare la propria Nazionale ai Mondiali Under 17 in Lituania è un gioco da ragazzi. Il talento in questione è Jabari Parker, fenomeno classe 1995, junior a Simeon High School, Chicago, la stessa di Derrick Rose, che è stato immortalato dal celebre settimanale americano e indicato come il miglior prospetto liceale dai tempi di LeBron James. Come LeBron, anche Parker, un esterno di 205 cm con ball handling da guardia e incantevole tiro da fuori, è salito alla ribalta da underclassmen, ovvero nel terzo dei suoi quattro anni di liceo.

                            Ora Parker è impegnato con Team Usa ai World Championship in Lituania e già dalle prime gare ha mostrato il suo immenso talento, viaggiando a quasi 14 punti e 5 rimbalzi di media. Nell’ultima stagione ha condotto Simeon HS ad un record di 33 vittorie e una sola sconfitta con medie di 19.5 punti, 8.9 rimbalzi, 4.9 assist, 3.3 stoppate e 1.4 recuperi. Ovvio che con questi numeri, le offerte di borse di studio sono tantissime. Secondo Espn, le università che hanno contattato Jabari sono: Connecticut, DePaul, Duke, Illinois, Kansas, Kentucky, Louisville, Michigan State, North Carolina, Northwestern, Ohio State, Stanford.

                            Al momento pare che coach Mike Krzyzewski sia in vantaggio sulla concorrenza per poterlo portare a Durham e fargli vestire la casacca biancoblu di Duke, ma è notizia di qualche giorno fa che i genitori di Jabari, Sonny e la signora Lola, hanno vietato al figlio di tenere contatti con gli allentori di college, che durante il reclutamento sono troppo aggressivi con i loro messaggi e le loro chiamate. Ah, a proposito di Sonny e della signora Lola, da loro, o per lo meno dalla mamma, deriva la grande particolarità di Jabari: appartiene alla fede religiosa dei Mormoni.

                            Il ragazzo si alza ogni giorno alle 5 del mattino per pregare e nello zainetto, oltre all’iPod con il rap e l’r'n’b, ha una copia del Book of Mormon. La fede gli è stata trasmessa dalla madre, originaria di Tonga, il cui nonno fu battezzato da alcuni missionari mormoni. Degli oltre 6 milioni di mormoni negli Usa, solo il 3% sono neri: ecco perchè quando la gente scopre che Jabari Parker appartiene a questo credo, resta scioccata. Jabari ha avuto il talento dal padre, ex giocatore Nba che conobbe la signora Lola, studentessa a Utah University, proprio a Salt Lake City, dopo una gara tra Warriors e Jazz, e la fede religiosa dalla mamma.

                            Jabari è molto credente e come tutti i mormoni, dovrebbe partire e andare in missione per due anni. Lui però sogna l’Nba, come tutti i talenti della sua età. Nella primavera 2014, quando sarà un freshman all’università, dovrà prendere una decisione: o dichiararsi al Draft diventando il primo mormone afro-americano a giocare in Nba, o andare in missione. “Vorrei andare ma ho dei dubbi. L’Nba è il più grande sogno di ogni giocatore di pallacanestro, e vale anche per me“, ha detto Jabari Parker.

                             :look:
                            « Ultima modifica: Luglio 06, 2012, 09:31:46 am da Voodoo_child »

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                              « Risposta #1079 il: Luglio 06, 2012, 09:52:45 am »
                              Ormai ci stiamo abituando a svegliarci ogni mattina con notizie di mercato importanti che provengono dall’NBA; l’inizio di questa finestra di mercato è stata senza dubbio una delle più incredibili degli ultimi anni, con giocatori anche molto importanti che hanno preso decisioni fondamentali per le loro carriere. Se Deron Williams è tornato ai Nets per giocare con Joe Johnson, Steve Nash ha deciso di andare ai Lakers per cercare il titolo in coppia con Bryant.
                              Ma anche stanotte non ha fatto difetto, con Clippers e Minnesota protagoniste, e con la notizia di Kidd che torna a New York, stavolta sponda Knicks!
                              Per il playmaker campione NBA con i Dallas Mavericks la decisione è stata presa, sono solo da capire le migliori condizioni di trasferimento: Kidd è free agent, ma per favorire il suo approdo nella Grande Mela Knicks e Mavs stanno studiando una sign-and-trade che comunque porterà nelle tasche di Jasone 9.7 milioni in tre anni, tantissimo tenendo conto dell’età di J-Kidd, nato il 23 marzo del 1973!
                              I grandi colpi della notte però li hanno fatti Clippers e Timberwolves. Alla corte di Chris Paul torna Chauncey Billups, che ha firmato un contratto annuale da 4.3 milioni di Dollari, ma soprattutto arriva Jamal Crawford, uno dei migliori realizzatori dalla panchina degli ultimi anni. L’ex Knicks, Hawks e Blazers dovrebbe firmare un accordo vicino ai 25 milioni complessivi per le prossime 4 stagioni.
                              Ancora meglio hanno fatto i T-Wolves che si portano a casa con un quadriennale di una cifra tra i 45 ed i 50 milioni le prestazioni di Nicolas Batum! Il francese, lasciato partire Beasley, sembra il giocatore perfetto da inserire in un quintetto con Rubio e Love. Ma non è finita qui perchè a Minneapolis è in arrivo anche Brandon Roy! Lo sfortunatissimo giocatore ex Blazers si è allenato duro per tornare su un parquet NBA e lo farà proprio con i T-Wolves grazie ad un biennale di poco superiore ai 10 milioni totali.

                              Nella notte si sono consumati altri matrimoni: Kyle Lowry è un giocatore dei Toronto Raptors, mentre Brandon Bass, dopo dei grandi playoff, è riuscito a strappare la conferma dai Celtics dove resterà per altre tre stagioni. A Boston dovrebbe rimanere anche Jeff Green, non però Ray Allen che ieri ha avuto un incontro con i Miami Heat.
                              Chi resta dov’è è invece JJ Redick: i Magic hanno infatti esercitato l’opzione da 6 milioni di Dollari per il prossimo anno.

                              Colpaccio anche per Jeremy Lin che lascia New York per firmare un contratto da sogno con gli Houston Rockets: il giocatore da Harvard percepirà 5 milioni il primo anno, 5.2 il secondo e 9.3 il terzo (il quarto, sempre a 9.3, è a discrezione della squadra).

                              Rumors importanti girano anche intorno a Rashard Lewis, che dopo essere stato “amnestizzato” dagli Hornets è libero di cercarsi un’altra squadra. Pat Riley, come sempre sul pezzo, avrebbe già adocchiato il 32 di Pineville come pezzo utile da inserire nel complesso puzzle degli Heat. Stesso discorso si può fare per Josè Calderon: la sua permanenza a Toronto, visto l’arrvio do Lowry, è appesa ad un filo, e dopo l’eventuale taglio potrebbe essere proprio la Florida la destinazione preferita dallo spagnolo.

                              Chissà cosa ci riserveranno le prossime ore: stay tuned.

                              p.s.James White a.k.a. "the flight" avrebbe raggiunto un accordo per un contratto garantito con i New York Knicks.

                              Come ha confermato lui stesso su Twitter, White dopo un paio di stagioni da dominatore in Italia, torna nella NBA che aveva soltanto assaporato nelle precedenti esperienze a Houston e San Antonio.

                              Fonte: twitter

                                 

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