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Topic: Jeff Buckley  (Letto 843 volte)

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Offline markoss83

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« il: Giugno 06, 2011, 12:32:25 pm »
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Jeff Buckley stava per diventare un mito con un solo disco, Grace, destinato a rimanere uno dei capolavori degli anni '90, quando una morte assurda lo portò via. Ma tutta la sua vita è segnata da un destino negativo.

Jeffrey Scott Moorhead nasce il 17 novembre 1966 a Orange County, da Mary Guibert (riconiugata con Ron Moorhead) e da Tim Buckley. Suo padre, uno dei più grandi cantanti e compositori della storia del rock, iniziava proprio in quel periodo la sua carriera, incidendo il primo disco e separandosi, dopo poche settimane, dal piccolo Jeff e da sua madre. Tim morì per overdose all'età di 28 anni, entrando nella leggenda della musica americana e trascinando suo malgrado il figlio, che vide per la prima volta poche settimane prima di morire, inconsapevole di un destino altrettanto avverso che si prospettava anche per Jeff.

A 17 anni Jeff forma il suo primo gruppo, gli Shinehead, a Los Angeles. Nel 1990 ritorna a New York e con l'amico Gary Lucas costituisce i Gods & Monsters. Ma i dissidi interni portano il progetto ben presto al fallimento. Jeff Buckley inizia allora una carriera solista suonando nel circuito del Greenwich Villane e rendendosi noto soprattutto per la partecipazione al concerto tributo in onore del padre, di cui interpreta “Once I Was” (da “Goodbye and Hello”). Le sue prime esibizioni avvengono in un piccolo club dell'East Village di New York chiamato Sin-E'. Nel 1993, dopo alcuni anni di gavetta, Jeff ha la possibilità, tramite la Columbia, di registrare il suo primo disco, inciso dal vivo, proprio nel "suo" club. Live at Sin-E', contiene solo quattro pezzi, due dei quali sono cover, una di Edith Piaf e l'altra di Van Morrison, e due suoi pezzi, "Mojo Pin" ed "Eternal Life".

Per promuovere il disco Jeff e la sua band partono per una tournée nel Nord America e in Europa. Visto il discreto successo, la sua casa discografica avvia una campagna promozionale per il suo primo disco completo Grace, pubblicato negli Usa nell'agosto del 1994. Nell’album si rivela tutto il talento di Jeff: la sua voce invocante sembra prendere coraggio per strada, finendo in un crescendo, intenso e doloroso. I testi - veri tormenti dell'anima e del profondo — pescano nel repertorio del padre Tim, ma anche di Bob Dylan, Leonard Cohen e Van Morrison. Il lavoro contiene dieci tracce: tre composte da Jeff, due in collaborazione con l'amico Gary Lucas, una con Michael Tighe e una con Mick Grondahl e Matt Johnson, più tre cover, tra le quali, da brivido, la meravigliosa "Halleluja" di Cohen.

Nell'album, Jeff Buckley suona chitarra, harmonium, organo e dulcimer, accompagnato da Mick Grondahl al basso, Matt Johnson alla batteria e percussioni, Michael Tighe e l'amico Gary Lucas alle chitarre. Grace risulta davvero un'opera carica di grazia, eseguita da un gruppo di tutto rispetto, con pezzi che esaltano le doti vocali di Jeff (in particolare le altre due cover, "Liliac Wine", "Corpus Christi Carol") tali da raggiungere una struggente intensità. Il canto di Buckley parte piano, modulando le inflessioni nello stile dei folk-singer, ma finisce sempre in un crescendo drammatico e “mistico”, lambendo blues e gospel. Uno stile ad effetto, che lascia senza fiato in ballate come “Lover”, “Ethernal Life” e “Dream Borother”, oltre che nella struggente title track. Musicalmente, sono il tintinnio della chitarra di Gary Lucas e i soffici sottofondi delle tastiere di Buckley a esaltare il senso di religiosità dei brani (meta' dei quali sono di ispirazione liturgica). Arrangiamenti eleganti, a volte sinfonici, in bilico tra folk e rock, pop e soul, si combinano bene con l’esile trama delle melodie.

Nel 1997 viene avviato il progetto per la realizzazione del nuovo disco My sweetheart the drunk, che uscirà postumo, in una veste piuttosto grezza e visibilmente incompleta, con il titolo di Sketches (for my sweetheart the drunk).

La notte del 29 maggio l'artista si reca con un amico a Mud Island Harbor (Tennessee), dove decide di fare una nuotata nel Mississippi e si getta nel fiume completamente vestito. Qualche minuto più tardi, forse travolto dall’ondata di una nave, sparisce tra le acque. La polizia interviene immediatamente, ma senza risultati. Il suo corpo viene ritrovato il 4 giugno, vicino alla rinomata Beale Street Area. Aveva solo 30 anni. Le indagini stabiliranno che il musicista non era sotto l’effetto né di droghe né di alcol.

Nel 2000, la Columbia, dietro la supervisione di Michael Tighe e della madre di Jeff, pubblica Mistery White Boy, una raccolta dal vivo, e Live in Chicago (su dvd e vhs), concerto del 1995, registrato al Cabaret Metro di Chicago. Nel 2001, esce invece Live à l'Olimpya, ritratto del giovane Jeff nella sua Parigi, contenente brani del primo disco e qualche cover.

Emerso dal circuito folkie e bohemien newyorkese, Jeff Buckley si è dimostrato musicista di razza nonché musa ispiratrice di molti artisti rock, anche in epoca recente. Seppur meno geniale del padre, ha saputo in qualche modo tramandarne lo spirito fragile e disperato, rivelandosi uno dei “personaggi” di culto del decennio Novanta.








 

  (cover di Creep dei radiohead...altro che Vasco Rossi!)



Dossena di un tenore ha solo il fisico.

    Offline JoeFalchetto715

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    « Risposta #1 il: Giugno 06, 2011, 20:33:09 pm »
    Un grande!
    «Solo tre persone sono riuscite a zittire il Maracanã:Frank Sinatra,il Papa e io»
    (Alcides Ghiggia)

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      Offline Sonny Boy

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      « Risposta #2 il: Giugno 10, 2011, 10:03:27 am »
      A pure drop in a ocean of noise.Bono Vox

        Offline N3w

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        « Risposta #3 il: Giugno 10, 2011, 10:09:57 am »
        grandissimo
        "Voglij girà 'o munn, verè chi more pe' mme!"

          Offline Torexx

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          « Risposta #4 il: Giugno 10, 2011, 13:03:23 pm »
          Come è crudele la vita...



            Offline JoeFalchetto715

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            « Risposta #5 il: Luglio 18, 2011, 20:55:13 pm »


            Dimenticala

            Mentre questa città è occupata a dormire
            Tutti i rumori sono morti
            Percorro le strade per interrompere il mio pianto
            Ma lei non cambierà mai i suoi modi

            Non ingannarti
            E' stata un dolore dal momento in cui l'hai incontrata
            Il mio cuore si sente ancora così
            Mentre provo a trovare la volontà di dimenticarla in qualche modo
            Oh, penso di averla dimenticata adesso

            Il suo amore è una rosa pallida e morente
            Che perde i suoi petali e, uomo, lo so
            Tutto pieno di vino, il mondo prima di lei
            Ma i sobri non hanno un posto dove andare

            Non ingannarti
            E' stata un dolore dal momento in cui l'hai incontrata
            Il mio cuore si sente ancora così
            Mentre provo a trovare la volontà di dimenticarla in qualche modo
            Lei è da qualche parte qua fuori adesso

            Oh, le mie lacrime sono cessate, mentre provavo a dimenticare
            Il suo amore era uno scherzo dal giorno in cui ci siamo incontrati
            Tutte le parole, tutti i suoi uomini
            Tutto il mio dolore, quando ripenso a quando
            Ricordo i suoi capelli, come brillavano al sole
            Era lì sul letto quando sapevo cosa aveva fatto
            Ripetilo a te stesso più e più volte, non avrai mai più bisogno di lei

            Non ingannarti
            E' stata un dolore dal momento in cui l'hai incontrata
            Il mio cuore si sente ancora così
            Mentre provo a trovare la volontà di dimenticarla in qualche modo
            Lei è da qualche parte qua fuori adesso

            Oh
            E' stata un dolore dal primo giorno in cui l'ho incontrata
            Il mio cuore è ancora congelato
            Mentre provo a trovare la volontà di dimenticarti in qualche modo
            Perché so che sei da qualche parte qua fuori adesso
            « Ultima modifica: Luglio 18, 2011, 20:59:12 pm da JoeFalchetto715 »
            «Solo tre persone sono riuscite a zittire il Maracanã:Frank Sinatra,il Papa e io»
            (Alcides Ghiggia)

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              Offline DestroyEraseImprove

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              « Risposta #6 il: Luglio 20, 2011, 09:12:19 am »
              apprezzo!

                Offline leif

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                L'internazionalizzazione. Un club satellite in cina. La cittadella del cinema da fare a Castelvolturno in cambio delle autorizzazioni a fare la cittadella dello sport. I tabelloni full HD dall'America. La scugnizzeria. La tavola rotonda per lo stadio. Voglio prendere un club inglese. 124,5 milioni di euro. Voglio la Circumvesuviana. I Napoli new yorkers. Se voglio spendo pure 30 milioni di euro per un giovane. La clinica dello sport costruita intorno al dott. De Nicola. Napoli channel. Io come voi voglio vincere.

                  Offline Sonny Boy

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                  « Risposta #8 il: Agosto 10, 2011, 11:46:44 am »
                  Jeff Buckley - We All Fall In Love Sometimes
                  We all fall in love sometimes
                  Wise men say
                  It looks like rain today
                  It crackled on the speakers
                  And trickled down the sleepy subway trains
                  For heavy eyes could hardly hold us
                  Aching legs that often told us
                  It's all worth it
                  We all fall in love sometimes
                  The full moon's bright
                  And starlight filled the evening
                  We wrote it
                  and I played it
                  Something happened
                  it's so strange this feeling

                  Naive notions that were childish
                  Simple tunes that tried to hide it
                  But when it comes
                  We all fall in love sometimes

                  Did we, didn't we, should we couldn't we
                  I'm not sure `cause sometimes we're so blind
                  Struggling through the day
                  When even your best friend says
                  Don't you find
                  We all fall in love sometimes?

                  And only passing time
                  Could kill the boredom we acquired
                  Running with the losers for a while
                  But our Empty Sky
                  was filled with laughter Just before the flood
                  Painting worried faces with a smile


                  Tutti ci innamoriamo a volte
                  I saggi dicono 
                  che sembra che piova, oggi.
                  Crepita sugli altoparlanti
                  e gocciola sui treni sonnolenti della metropolitana.
                  Occhi pesanti potrebbero trattenerci a stento,
                  gambe doloranti che spesso ci hanno detto
                  che tutto valeva la pena
                  Tutti a volte ci innamoriamo.
                  La luna piena risplendeva,
                  la luce delle stelle riempiva la sera.
                  L'abbiamo scritta insieme
                  E l'ho suonata io
                  Accadde qualcosa
                  Una sensazione stranissima

                  Idee ingenue che erano infantili,
                  semplici motivi che cercavano di nascondere,
                  ma quando arriva,
                  Tutti ci innamoriamo a volte.

                  E' vero? No? Dovremmo? Non potremmo?
                  Mah, non so, a volte siamo così ciechi.
                  In lotta tutto il giorno,
                  anche quando il nostro migliore amico dice
                  "non ti sembra
                  che tutti ci innamoriamo a volte?"

                  E solo il tempo che passa
                  potrebbe ammazzare la noia accumulata
                  a correre per un attimo con i perdenti.
                  Ma il nostro cielo vuoto
                  Si è riempito di risate prima dell'inondazione
                  Dipingendo un sorriso su facce preoccupate.
                   
                  « Ultima modifica: Agosto 10, 2011, 11:50:54 am da bastapocho »

                     

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