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Topic: Che libro hai letto/stai leggendo?  (Letto 181609 volte)

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Online el schiatty napoletano

  • Aurelio De Laurentiis
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« Risposta #1440 il: Febbraio 21, 2016, 15:12:00 pm »

leggilo
grazie, gentilissimo :look:


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Inviato da una cripta. :schiatty:

    Online Nomercy

    • Degustatore di ananassi
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    « Risposta #1441 il: Febbraio 21, 2016, 15:16:07 pm »
    grazie, gentilissimo :look:


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    prego :look:


    For those who live inside a myth, it seems a self-evident fact. Human progress is a fact of this kind. If you accept it you have a place in the grand march of humanity. Humankind, is, of course, not marching anywhere. ‘Humanity’ is a fiction composed from billions of individuals for each of whom life is singular and final. But the myth of progress is extremely potent.

      Offline Tokugawa

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      « Risposta #1442 il: Febbraio 21, 2016, 15:17:59 pm »
      Demenza digitale di Manfred Spitzer. Dopo credo che leggerò Il tempo siamo noi di Marc Wittman (me li leggo direttamente dentro la libreria così non caccio soldi :look:).

        Online Arch Stanton

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        « Risposta #1443 il: Febbraio 21, 2016, 15:20:57 pm »
        Demenza digitale di Manfred Spitzer. Dopo credo che leggerò Il tempo siamo noi di Marc Wittman (me li leggo direttamente dentro la libreria così non caccio soldi :look:).
        Non ti hanno mai acchiappato? Di solito succede il burdello se ti sgamano :look:

          Offline Tokugawa

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          « Risposta #1444 il: Febbraio 21, 2016, 15:27:39 pm »
          Non ti hanno mai acchiappato? Di solito succede il burdello se ti sgamano :look:
          Devi prendere tre o quattro libri alla volta e far finta di essere indeciso, e intanto ti leggi 40-50 pagine del libro che ti interessa inframezzando la lettura con poche pagine di un altro  :look:

            Online la vile strada maestra

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            « Risposta #1445 il: Febbraio 21, 2016, 15:48:09 pm »
            Devi prendere tre o quattro libri alla volta e far finta di essere indeciso, e intanto ti leggi 40-50 pagine del libro che ti interessa inframezzando la lettura con poche pagine di un altro  :look:
            :stralol:

              Online Tyrion

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              « Risposta #1446 il: Febbraio 21, 2016, 16:17:19 pm »
              Ma che poverata  :look:

                Offline Camiseta Azul

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                « Risposta #1447 il: Febbraio 21, 2016, 16:21:14 pm »
                Che cosa squallida... non è furbizia, è proprio squallore

                  Online la vile strada maestra

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                  « Risposta #1448 il: Febbraio 21, 2016, 16:38:16 pm »
                  Mi sono ritrovato a leggere Casi di Daniil Charms, uno squilibrato completamente matto. Sono piccoli racconti surreali, spesso viene fatto rientrare nella corrente della patafisica (https://it.wikipedia.org/wiki/Patafisica). Sto pariando tantissimo. :look:

                  Una vecchia, per la troppa curiosità, s’è ribaltata dalla finestra, è caduta e s’è sfracellata.
                  Dalla finestra s’è sporta un’altra vecchia, e ha cominciato a guardare in giù quella che si era sfracellata ma, per la troppa curiosità, s’è ribaltata anche lei dalla finestra, è caduta e s’è sfracellata.
                  Poi dalla finestra s’è ribaltata una terza vecchia, poi una quarta, poi una quinta.
                  Quando s’è ribaltata la sesta vecchia mi sono stancato di guardarle, sono andato al mercato Mal’cevskij, dove, dicevano, a un vecchio cieco avevano regalato uno scialle fatto a mano.

                  Questo è bellissimo:

                  Mio babbo ha sposato mia mamma nel 1902, ma i miei genitori mi han messo al mondo solo alla fine del 1905, perché mio babbo voleva assolutamente che suo figlio nascesse il primo gennaio. Il babbo aveva calcolato che il concepimento dovesse aver luogo il primo di aprile, e solo quel giorno si è avvicinato alla mamma al fine di concepire un bambino.
                  La prima volta il babbo si è avvicinato alla mamma il primo aprile del 1903. La mamma aspettava da tempo questo momento, e se ne è molto rallegrata. Ma il babbo, si vede, era proprio in vena di scherzi, e non si è trattenuto e ha detto alla mamma – Pesce d’aprile!
                  La mamma si è offesa moltissimo, e per quel giorno non ha permesso al babbo di avvicinarsi. È toccato aspettare l’anno successivo.
                  Il primo aprile 1904 il babbo ha ricominciato ad avvicinarsi alla mamma con lo stesso fine. Ma la mamma, ricordando il caso precedente, ha detto che non voleva più far la figura della stupida, e di nuovo non ha permesso al babbo di avvicinarsi. Per quanto il babbo si agitasse, non c’è stato niente da fare.
                  E è stato soltanto l’anno dopo che mio babbo è riuscito a vincere le resistenze di mia mamma e a concepirmi.
                  Così, il mio concepimento ha avuto luogo il primo aprile 1905.
                  Tutti i conti del babbo, però, sono andati a farsi benedire, perché io sono risultato prematuro e sono nato quattro mesi prima del previsto.
                  Il babbo si è infuriato talmente che la levatrice che mi aveva preso si è spaventata e ha cominciato a rificcarmi nel posto da dove ero uscito.
                  Uno studente dell’accademia medico-militare che assisteva al parto ha dichiarato che a rificcarmi dentro non ci sarebbero riusciti. Tuttavia, nonostante le parole dello studente, a rificcarmi dentro ci sono riusciti, ma, per la fretta, non nel posto giusto.
                  A questo punto è cominciata una terribile baraonda. La puerpera grida – Datemi il mio bambino! – E le rispondono: – Il suo bambino, – le dicono, – si trova dentro di lei. – Come, – grida la puerpera, – come sarebbe, dentro di me, se l’ho appena partorito! – E se si sbagliasse? – dicono alla puerpera. – Come, – grida la puerpera,
                  – come faccio a sbagliarmi! Come se potessi sbagliarmi. Ma se un attimo fa ho visto il bambino qui sul lenzuolo!
                  – È vero, – dicono alla puerpera, – però, forse, si è infilato da qualche parte –. In poche parole, non sapevano neanche loro che cosa dire alla puerpera.
                  E la puerpera strepita e chiede che le diano il suo bambino.
                  È toccato chiamare un medico esperto. Il medico esperto ha visitato la puerpera e ha allargato le braccia, poi ha capito la situazione e ha dato alla puerpera una buona dose di sale inglese. Alla puerpera è venuta la diarrea, e in questo modo io sono venuto al mondo per la seconda volta.
                  A questo punto il babbo ha ricominciato a dare in escandescenze, che secondo lui questa, diceva, non si poteva ancora chiamare una nascita, che questo, diceva, non era ancora un uomo ma piuttosto un mezzo embrione e che bisognava rificcarlo dentro, oppure metterlo nell’incubatrice.
                  Allora mi han messo nell’incubatrice.

                  Posso dire modestamente che quando Volodja mi ha picchiato in un orecchio e mi ha sputato in fronte io gli ho dato una di quelle strette che non se la dimentica. Subito dopo l’ho picchiato con il fornello da campo, invece con il ferro da stiro l’ho picchiato di sera. Di modo che non è morto proprio subito. Questo non significa che gli ho strappato la gamba di giorno. Allora era ancora vivo. Andrjuša invece l’ho ucciso per inerzia, e di questo non mi sento di farmi una colpa. Perché Andrjuša e Elizaveta Antonovna mi sono capitati tra i piedi? Non avevano nessun motivo di saltar fuori dalla porta. Mi accusano di essere sanguinario, dicono che ho bevuto del sangue, ma questo non è vero, ho leccato le macchie e le pozze di sangue; è il naturale desiderio di una persona di cancellare le tracce del suo, anche se insignificante, delitto. E poi non ho violentato Elizaveta Antonovna. Prima di tutto, non era più vergine, e secondo io ho avuto a che fare con un cadavere, che non si lamentava. E cosa c’entra il fatto che era incinta? L’ho estratto io il bambino. E che non fosse più vivo, non è colpa mia. Non sono io che gli ho strappato la testa, è che aveva il collo sottile. Non era fatto per questa vita. È vero che con gli stivali ho spalmato sul pavimento il loro cane. Ma è un bella dimostrazione di cinismo accusarmi di aver ucciso un cane quando lì vicino, per così dire, erano state distrutte tre vite umane. Il bambino non lo conto. Bè, va bene: in tutto questo (posso essere d’accordo), si può vedere una certa crudeltà da parte mia. Ma considerare un delitto il fatto che io mi sono seduto e ho defecato sulle mie vittime, questo, scusate, è assurdo. Defecare è una necessità naturale e di conseguenza affatto delittuosa. Perciò capisco l’apprensione del mio difensore, ma spero ugualmente in una assoluzione con formula piena.

                  Teneva una faccia molto rassicurante: :look:

                  « Ultima modifica: Febbraio 21, 2016, 16:40:55 pm da #amanteroschifo »

                    Offline Tokugawa

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                    « Risposta #1449 il: Febbraio 21, 2016, 19:47:22 pm »
                    :asd: Di recente ho anche  letto un bel libretto che avevo a casa,  Silenzio: Il racconto di una montagna del sottovalutatissimo Max Frisch; sebbene un po' ridondante a tratti (termini come silenzio, vuoto, senza parole ecc si susseguono in modo quasi ininterrotto :look:) è molto interessante sia nella caratterizzazione dei personaggi che nel potere evocativo che l'autore trasmette tramite la descrizione dei paesaggi. Il vero protagonista non è lo scalatore (di cui il lettore ignora il nome quasi fino alla fine) che si pone come obiettivo di scalare una vetta mai raggiunta da nessuno, ma è il silenzio che lo avvolge perpetuamente. Fino alla fine del racconto non riuscirà ne a udire alcun suono (anche in un chiassoso rifugio di montagna oltre che scalando le placide montagne) ne a produrne lui stesso. L' ordinarietà della vita è il problema che l'affligge, e rimarrà irrisolto quasi fino al termine della storia.

                      Online LAGRANGIA

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                      « Risposta #1450 il: Febbraio 21, 2016, 19:53:49 pm »
                      :asd: Di recente ho anche  letto un bel libretto che avevo a casa,  Silenzio: Il racconto di una montagna del sottovalutatissimo Max Frisch; sebbene un po' ridondante a tratti (termini come silenzio, vuoto, senza parole ecc si susseguono in modo quasi ininterrotto :look:) è molto interessante sia nella caratterizzazione dei personaggi che nel potere evocativo che l'autore trasmette tramite la descrizione dei paesaggi. Il vero protagonista non è lo scalatore (di cui il lettore ignora il nome quasi fino alla fine) che si pone come obiettivo di scalare una vetta mai raggiunta da nessuno, ma è il silenzio che lo avvolge perpetuamente. Fino alla fine del racconto non riuscirà ne a udire alcun suono (anche in un chiassoso rifugio di montagna oltre che scalando le placide montagne) ne a produrne lui stesso. L' ordinarietà della vita è il problema che l'affligge, e rimarrà irrisolto quasi fino al termine della storia.
                      Non conosco l'autore né il libro,
                      ma avendo vissuto a lungo in Svizzera posso ben comprendere
                      da dove il Frisch abbia attinto: silenzio vuoto ordinarietà della vita e il tutto irrisolto.

                      Lo capisco benissiiiiiiiiiiiiiiiimo  :asd:
                      "OGGI ABBIAMO CAPITO CHE STIAMO GIOCANDO CONTRO TUTTI" Diego Armando Maradona, giocatore più forte di tutti i tempi, 04/01/1987

                      "La sua domanda non merita commento perché è una domanda sarcastica, ingenerosa, impopolare, soltanto frutto di manchevolezza di idee" E. Capuano, 11/01/2004

                      "Stai lontano da Maradona! Non ti permettere di nominarlo neanche, non c'entri niente! Vuoi raggranellare qualche cosa di soldini? Furfante! Vai via! Dai solo l'autorizzazione allo stadio senza chiedere neanche una lira e <<shcompari>>! Sei un grandissimo furfante! Non lo nominare! Tu non c'entri niente, che c'entri con Maradona? Non sai neanche chi è! Ti sei buttato come si butta sulla carne morta! Via! Mi fai orrore! Sei il peggior presidente che il Napoli ha avuto! [...] Vuoi raggranellare soldi? Fai il cinepanettone! Hai rovinato anche Cristian De Sica, l'hai buttato nel mischia, nel cesso!" T. Maddaloni, 08/09/2010.

                        Offline Tokugawa

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                        « Risposta #1451 il: Febbraio 21, 2016, 20:07:11 pm »
                        Beh uno attinge da quello che gli capita sotto mano :asd: Però è un racconto che mi ha intrigato, con un finale neanche troppo radical chic.

                          Online Aries

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                          « Risposta #1452 il: Febbraio 22, 2016, 13:20:53 pm »
                          ho appena iniziato " il resto della settimana" di De Giovanni, sono ancora all'inizio, ma per ora lo trovo bellissimo, la parte in cui parla di Maradona, senza MAI nominarlo, durante il riscaldamento della vittoriosa trasferta a Torino nell'anno del primo scudetto, mi ha fatto venire la pelle d'oca mentre leggevo.
                           

                            Online Nomercy

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                            « Risposta #1453 il: Febbraio 22, 2016, 16:40:32 pm »
                            Citazione
                            Guardando nel passato possiamo rintracciare modi diversi in cui venivano immaginati l'umano e l'animale. Illustrerò questo punto, guardando al modo in cui - storicamente - l'umano è stato comunemente indicato come maschio. All'inizio del XIX secolo, per esempio, l'autore di un volantino di protesta contro la crudeltà verso gli animali diceva che 'quando l'uomo rinuncia alla sua umanità, e la donna alla sua castità; entrambi si privano dei loro beni più preziosi'.
                            Il maschio è definito dalla sua umanità, la femmina dalla sua sessualità. Facendo un salto verso la fine del secolo, un altro importante scrittore di scienza 'negava alle donne l'appartenenza alla razza umana...La razza era in realtà il maschio: le donne ..semplicemente creature che "producono" la razza umana'.

                            :look:


                            For those who live inside a myth, it seems a self-evident fact. Human progress is a fact of this kind. If you accept it you have a place in the grand march of humanity. Humankind, is, of course, not marching anywhere. ‘Humanity’ is a fiction composed from billions of individuals for each of whom life is singular and final. But the myth of progress is extremely potent.

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                              « Risposta #1454 il: Febbraio 22, 2016, 17:05:28 pm »
                              Ti stai dando al femminismo? :look:

                                 

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